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L'Osservatorio del disagio abitativo esprime solidarietà agli attivisti di Prendocasa

Riceviamo e pubblichiamo, nota stampa da parte dei membri dell'Osservatorio sul disagio abitativo di Reggio Calabria, i quali intendono manifestare solidarietà nei confronti degli attivisti di Prendocasa (Cosenza) in merito alle azioni di polizia nei loro confronti:

"L’Osservatorio sul disagio abitativo, costituito dal COSMI, CSOA A. Cartella, CSC Nuvola Rossa, ASIA-USB Reggio Calabria, Società dei Territorialisti e Un Mondo Di Mondi, insieme al Movimento Reggio Non Tace e alla Collettiva Autonomia,  esprimono la loro solidarietà agli attivisti di Prendocasa Cosenza per le operazioni di polizia subite in seguito ad una meritoria azione di difesa del diritto alla casa.

Prendocasa Cosenza, che  nel corso degli anni ha rappresentato nel cosentino un riferimento sulla questione del diritto all’alloggio,   negli ultimi giorni ha realizzato due importanti azioni di politica sociale . Ha occupato due stabili abbandonati garantendo con questi locali una casa a famiglie e bambini che non ce l’hanno e ha denunciato l’utilizzo dei fondi Gescal per la costruzione di un ponte, mentre erano destinati ad assegnare degli alloggi popolari alle famiglie senza casa.  In un paese normale la seconda azione, che ha messo in evidenza una grave ingiustizia sociale, avrebbe portato le istituzioni pubbliche e la politica a correggere questa ingiustizia. Invece gli attivisti di Prendocasa subiscono delle azioni di polizia .

Non c’è da meravigliarsi. Il settore degli alloggi popolari che è nato per garantire il diritto alla casa alle famiglie più vulnerabili, già da tempo, è governato da un “sistema illegale” che impedisce il perseguimento della sua finalità distogliendo tutte le sue risorse  per altri scopi. 

L’utilizzo  dei fondi residui Gescal per la costruzione di un ponte è solo una delle azioni di questo “sistema”.

In altri comuni le entrate dai canoni mensili e dalle vendite degli alloggi che, secondo legge nazionale,  dovrebbero essere utilizzate nello stesso settore per la manutenzione degli stessi alloggi e per acquistarne di  nuovi vengono invece usati per altri scopi.  Questo accade nel silenzio più assoluto di tutte le forze politiche ed anche attraverso percorsi di legge che rendono in parte  “legale” quello che prima era completamente illegale.  

Questo  “sistema illegale” di gestione degli alloggi è l’espressione di un orientamento politico più ampio secondo il quale le risorse necessarie per garantire i diritti fondamentali delle fasce più deboli possono essere terreno di conquista e di dismissione per altre finalità."

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