Calabria, depurazione: la petizione del M5s sarà discussa a Bruxelles
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«Per la prima volta le annose criticità legate alla depurazione in Calabria saranno discusse di fronte alla Commissione PETI, grazie alla petizione promossa dal MoVimento 5 Stelle.L’obiettivo è quello di sollecitare urgenti misure per eliminare le problematiche che riguardano il sistema depurativo in Calabria e per garantire che le acque reflue urbane siano raccolte e sottoposte a trattamento appropriato in conformità alla Direttiva 91/271/CEE».
Lo rende noto Laura Ferrara, eurodeputata del MoVimento 5 Stelle che sin dal suo insediamento si è concentrata sul tema della depurazione in Calabria.
«Attraverso la petizione, che sarà discussa insieme a Renato Bruno, consigliere comunale a Scalea, chiediamo alla Commissione che le Autorità nazionali e regionali attribuiscano una priorità più elevata a questo settore; un censimento di tutte le reti fognarie e degli impianti depurativi verificandone i problemi strutturali e quelli gestionali per definire gli interventi necessari a sanare rapidamente le criticità esistenti; un piano speciale di interventi di adeguamento dell’intero sistema depurativo regionale che, attraverso un’oculata gestione delle risorse finanziarie, garantisca il collettamento di tutte le reti fognarie agli impianti di depurazione e l’adeguato trattamento di tutte le acque reflue prima dello scarico; il risanamento delle deficienze dei Comuni calabresi coinvolti nelle procedure d’infrazione UE n.2004 – 2034 e n.2014/2059; un attento e trasparente monitoraggio degli impianti depurativi e del loro corretto funzionamento anche attraverso l’uso delle moderne tecnologie.
Scalea è uno dei comuni compresi negli agglomerati coinvolti in due procedure d'infrazione europea.
La prima (n.2004/2034) si è conclusa con sentenza di condanna della Corte di Giustizia europea del 19 luglio 2012 con 18 agglomerati calabresi coinvolti. A oltre 6 anni da quella sentenza, 13 agglomerati non solo continuano ad essere non in regola, ma non hanno ancora iniziato a svolgere alcuna attività necessaria ad un ripristino funzionale dei propri sistemi depurativi, negli altri “casi” la situazione non è migliore ed i vari iter procedurali vanno a rilento tra commissariamento degli interventi e ricorsi giudiziari. Allo stesso modo, dopo oltre 4 anni dall'avvio della procedura d'infrazione 2014/2059, che vedeva coinvolti 128 agglomerati calabresi, oltre 100 permangono in infrazione. Come se non bastasse lo scorso novembre il Ministero dell’Ambiente segnalava ulteriori 30 agglomerati calabresi in preinfrazione. La carenza del sistema depurativo – conclude la Ferrara - va a discapito della tutela del diritto alla salute dei cittadini, della tutela della qualità dell’ambiente, ma anche del turismo. La stagione estiva è alle porte ed anche quest’anno non sarà un “mare da bere”».
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