Tar boccia riforma politiche sociali, Wanda Ferro (FdI): "Regione incapace di confrontarsi con il territorio"
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“Le motivazioni dell’annullamento da parte del Tribunale amministrativo di una serie di delibere della Giunta regionale relative alle procedure di autorizzazione, accreditamento e vigilanza delle strutture socio assistenziali, mostrano ancora una volta l’incapacità del governo di centrosinistra di confrontarsi con il territorio e con le amministrazioni, anche quando è la legge a prevedere espressamente la partecipazione degli enti locali ai processi decisionali”.
È quanto afferma il deputato e consigliere regionale di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, che spiega: “La vicenda su cui oggi è arrivata la decisione del Tar calabrese riguarda gli atti adottati dalla Giunta regionale finalizzati alla complessiva riorganizzazione del sistema integrato dei servizi e delle politiche sociali regionali in attuazione della LR 23/2003 e della legge quadro sui servizi sociali 328/2000. Atti di cui il Comune di Catanzaro aveva chiesto l’annullamento ai giudici amministrativi, per difetto di adeguata istruttoria e per non avere garantito agli enti locali una adeguata partecipazione procedimentale in violazione della legge. La Regione, in sostanza, ha effettuato un consistente intervento sui servizi sociali di competenza degli enti locali senza tuttavia coinvolgerli nella fase procedimentale e di determinazione delle scelte, ad esempio raccordandosi con la conferenza regionale permanente di programmazione socio sanitaria e socio assistenziale, o richiedendo il parere obbligatorio del Consiglio delle Autonomie Locali. Invece, nell’ambito dell’esercizio dell’ampia discrezionalità della potestà programmatoria regionale, l’attività di consultazione degli enti locali - rimarcano i giudici amministrativi - appare necessaria e funzionale al corretto esercizio del potere da parte dell’amministrazione regionale. Gli atti adottati dalla Regione e bocciati dai giudici amministrativi incidono infatti sulla attività degli enti locali, sulla destinazione delle somme costituenti il loro bilancio e su una funzione pubblica a loro affidata almeno in parte”.
“I giudici amministrativi - conclude Wanda Ferro - hanno evidenziato come la Regione avrebbe dovuto garantire agli enti locali la partecipazione alle fasi che precedono l’adozione di provvedimenti che incidono non solo sui costi delle prestazioni a carico degli utenti, ma anche su quelli a carico degli stessi enti, che non sono messi nelle condizioni di avere le risorse necessarie ad offrire servizi efficienti e rispondenti alle richieste dei cittadini in un settore così delicato”.
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