Calabria: "Sanità nel caos", la denuncia dell'U.Di.Con
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L’ U.Di.Con. torna ad interessarsi della sanità calabrese, dopo la segnalazione del gennaio scorso al Commissario straordinario ed al Prefetto di Reggio Calabria sul caso dello scandalo ascensori del nosocomio di Locri.
Il recente servizio-inchiesta della trasmissione televisiva “Le Iene” sugli ospedali di Locri e Polistena ha portato il presidente nazionale, Denis Nesci, ad intervenire sulla vicenda scrivendo al ministro della Sanità Giulia Grillo.
“Che la situazione sanitaria in Calabria fosse disastrosa, è cosa risaputa. Ma quello che abbiamo visto sul servizio televisivo de sui nosocomi di Locri e Polistena evidenzia come negli anni passati sia stata gestita la sanità calabrese. Un disastro totale - scrive Denis Nesci - che merita un sollecito intervento da parte del Ministero che Lei presiede. La sanità calabrese costa ai contribuenti centinaia di milioni di euro l’ anno per dei servizi inesistenti, per collaborazioni esterne affidate senza le richieste certificazioni antimafia. Primari che si autonominano e non si preoccupano dello stato delle corsie dei loro reparti che cadono a pezzi ed, in alcuni casi, in piena emergenza igienica. Per non parlare degli impianti elettrici, dello stato dei macchinari e degli strumenti che, al pari degli ascensori, senza alcun intervento di manutenzione i cui costi però incidono in modo sostanzioso sui bilanci dell’Ente.”
“Mancano infermieri alla sanità calabrese, mancano i Primari e quelli che ci sono, sono autonominati e gestiscono più reparti, -continua Denis Nesci - purtroppo la situazione delle aziende sanitarie calabresi è prossima al collasso. Chi paga tale scempio? I cittadini calabresi, cioè la Regione che ha dato gli albori politici all’attuale governatore della Regione Calabria. Chiediamo di avere un confronto a breve con il Commissario Straordinario Cotticelli – continua Denis Nesci – trovare strategie a tutela ed a garanzia del diritto ad avere assistenza dei cittadini calabresi è una necessità impellente. Se la Regione continua a negare questo diritto appare evidente che è l’unica responsabile di tale disastro. Purtroppo i direttori hanno le mani legate e pochi margini operativi e quindi in Calabria si continuerà a vivere tre anni di meno per scoprire a breve che tale periodo di minor aspettativa di vita può solo aumentare”.
“Le immagini viste in tv dei presidi ospedalieri di Polistena e Locri non ci fanno ben sperare. A breve i calabresi potrebbero vedersi negato, in modo reale, il diritto alla salute garantito dalla Costituzione. Non è nostro costume fare demagogia, ma credo che, ora più che mai, serva fare fronte comune per risolvere i problemi. Ecco perché crediamo che sia utile un confronto, per evitare di vedere realizzato uno scenario che definire apocalittico al momento è un eufemismo. Quando a venire meno è il diritto alla salute dei cittadini non c’è discorso ragionieristico o finalizzato a creare consensi elettorali che tenga. Questa Regione non può rischiare di finire alla ribalta della cronaca per prestazioni a mezzo servizio, personale carente, reparti chiusi per motivi di igiene o morti per presunti casi di malasanità. Lo riteniamo inaccettabile - conclude Denis Nesci - e al contempo siamo pronti a mettere in campo tutto il nostro impegno affinché questo non avvenga. Speriamo in un’apertura dei manager delle aziende pubbliche della sanità regionale e del Commissario Straordinario. Se questo non avverrà siamo pronti a portare su tutti i livelli quella che per l’U.Di.Con. è una battaglia di civiltà e dignità“.
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