Sanità, Tassone chiama in causa il centrodestra: “Gestione confusa, per uscire dalla zona rossa bisogna agire subito sulla rete ospedaliera”
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“La nostra regione vive da mesi un momento drammatico. Difficoltà e diseguaglianze si aggiungono ai numerosi problemi che ci trasciniamo dal passato. L’indignazione delle persone e la loro rabbia, i segnali di allarme sociale e di disagio economico sono evidenti. La loro voce non può essere ignorata”.
Questa la premessa dell’intervento in Aula del consigliere regionale Luigi Tassone che ha auspicato un “segno forte di responsabilità e serietà” dall’Istituzione di cui fa parte.
“Sin dalla prima seduta di questo Consiglio regionale – ha affermato l’esponente del Pd -, in piena emergenza sanitaria, ognuno di noi ha svolto la propria attività nel rispetto delle prerogative assegnate alla maggioranza, all’opposizione e al ruolo di questa Amministrazione regionale. Da subito abbiamo richiamato la Giunta alla condivisione delle iniziative per rispondere all’emergenza e allo stesso tempo abbiamo dato la nostra disponibilità nell’affrontare i problemi legati al Covid per individuare delle soluzioni condivise. È per questo motivo che oggi non possiamo accettare atti di ambiguità, di ipocrisia o peggio di irresponsabilità”.
Ad avviso di Tassone, “sarebbe poco credibile, oltre che irresponsabile, raccontare che questa Regione non ha avuto e non ha voce in capitolo sulla gestione dell’emergenza.
Se così fosse, gli atti prodotti da questa Amministrazione per la programmazione e l’attuazione degli interventi necessari in materia sanitaria sarebbero posti nel nulla.
Se così fosse, le deleghe di Protezione Civile e Tutela della Salute, gli atti firmati congiuntamente dal Commissario ad acta e dal Presidente della Regione non avrebbero alcun valore”.
Tassone ha dunque richiamato la maggioranza alle proprie responsabilità ricordando che “da inizio marzo, anche se in maniera confusa”, è stata la compagine di centrodestra “a portare in Consiglio testimonianze di un lavoro incessante, di un lavoro comune e di squadra, di una interlocuzione attenta con il Commissario, della sua partecipazione e condivisione delle scelte di governo di questa fase”. Il tutto mentre “il Gruppo del Pd e i colleghi dell’opposizione, si sono permessi di segnalare la totale assenza di raziocinio nelle scelte assunte da tutta la filiera di comando, con scelte che si discostavano dalle indicazioni ministeriali sul piano organizzativo”.
Citati alcuni esempi di coinvolgimento nella gestione sanitaria degli organi regionali e le interrogazioni della minoranza, Tassone ha rimarcato che “dopo un mese dall’impatto con la pandemia il sistema regione era in preda a una psicosi”.
"La Zona Rossa – ha sentenziato - è la parte finale dello scoppio, il risultato matematico di una diffusione del contagio non controllata e di una sofferenza a carico delle strutture alla quale bisognava provvedere per tempo. L’Istituto Superiore di Sanità due giorni fa ha relazionato sui criteri e sulle ragioni che hanno portato a questa scelta e sul sito sono reperibili i dati di questa situazione. I parametri di cui si parla sono oggetto di un decreto del Ministero della Salute pubblicato il 30 aprile, discusso e condiviso dalla Conferenza Stato-Regioni. Si tratta chiaramente di una situazione negativa per la Calabria. Ma il paradosso più grande è che questi provvedimenti si giustificano per evitare misure ancora più drastiche in caso di peggioramento dello scenario con il quale dobbiamo fare i conti”. Per affrontare i problemi più urgenti, Tassone ha chiesto di “intervenire sul fabbisogno della rete ospedaliera e assistenziale ed integrare con azioni regionali le misure di ristoro già predisposte dal Governo”.
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