Nardodipace, Loielo a valanga su Demasi: "Non puo ergersi a paladino della legalità"
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"La replica del sindaco di Nardodipace Antonio Demasi all’articolo relativo ai disservizi scolastici a causa della neve apparso sui quotidiani a seguito del comunicato stampa sottoscritto da me e dal capogruppo di minoranza in Consiglio comunale Piero Tassone non ha né capo e né coda.
E’ difatti oramai consuetudine del sindaco Demasi sferrare attacchi velenosi e personali nei nostri confronti - e contro chi osa contraddirne in qualche modo l’operato – esulando dal tema del dibattito in corso, ritenendo che in tal modo possa da un lato metterci in cattiva luce e, dall’altro, fare bella figura. Ovviamente, il suo tentativo rimane vano, poiché i fatti lo smentiscono sempre!
Innanzitutto, esordire nella sua replica evidenziando che il Consiglio comunale da me presieduto in qualità di sindaco – di cui peraltro egli stesso faceva parte, seppur in seno alla minoranza – è stato sciolto per due volte per le cc.dd. “infiltrazioni mafiose” non appare in alcun modo pertinente alla questione di rilevante importanza, invece, trattata dall’articolo di stampa dell’altro ieri. Ricordo al sindaco Demasi che subire lo scioglimento del Consiglio comunale ai sensi dell’art. 143 del Tuel non equivale ad essere dichiarato mafioso, circostanza che va invece acclarata in sede penale con apposita sentenza definitiva, e chi conosce me e i miei ex Consiglieri comunali è ben cosciente che siamo tutti distanti anni luce dagli ambienti mafiosi!
La procedura di scioglimento opera difatti esclusivamente nell’ambito amministrativo e, come a tutti noto, è molto discutibile sotto il profilo squisitamente democratico!
Tuttavia, visto che il Demasi ama trattare questo argomento ritenendosi un elevato paladino della legalità, prima di affrontare le strampalate contestazioni riportate nel suo articolo vorrei riportare alcuni fatti, assolutamente comprovati, alla memoria del sindaco che sotto questo aspetto appare alquanto flebile.
Rammenterà il sindaco Antonio Demasi che l’elemento principale e fondamentale dello scioglimento del Consiglio comunale da me guidato è stata la presenza, in qualità di consigliere ed assessore con la carica di vice sindaco, di Romolo Tassone, persona su cui peraltro, ancora oggi, sono pronto a mettere la mano sul fuoco per la sua irreprensibile condotta, principalmente in qualità di amministratore comunale, e sulla sua indiscutibile distanza dagli ambienti criminali.
La contestazione nei nostri riguardi fondava la propria portata sul fatto che il padre è stato ritenuto giudizialmente appartenere ad ambienti controindicati, ragion per cui il Consiglio comunale di Nardodipace è stato quindi sciolto. Vane sono state le nostre opposizioni relative al fatto che Romolo Tassone viveva già all’epoca una vita propria, con una famiglia propria ed era soprattutto privo di qualsivoglia pregiudizio di natura mafiosa o criminale.
Detto ciò, però, passiamo subito ad evidenziare la sfacciata ipocrisia del nostro caro sindaco Antonio Demasi.
Rammenterà il primo cittadino di Nardodipace che l’esordio politico di Romolo Tassone veniva registrato in occasione delle elezioni comunali di Nardodipace del 1997, allorquando lo stesso era candidato nella lista guidata proprio dal nostro paladino della legalità Antonio Demasi! Le elezioni venivano allora vinte dalla lista di Antonio Demasi e Romolo Tassone veniva eletto, quindi, Consigliere comunale di maggioranza.
Nella lista di maggioranza capeggiata da Demasi figurava, peraltro, anche un suo stretto parente, nominato subito anche assessore comunale.
Romolo Tassone, inoltre, nel corso di quello stesso mandato elettorale veniva eletto dal gruppo di maggioranza del Consiglio comunale di Nardodipace guidato da Antonio Demasi quale rappresentante del Consiglio della Comunità montana delle Serre Calabre, ove veniva poi nominato anche assessore.
Non ha nulla da dire al riguardo, dunque, il nostro caro paladino della giustizia e della legalità? Andava tutto bene, allora, quando chi per noi è stato ritenuto motivo di scioglimento dell’organo consiliare – peraltro senza alcun reale motivo – militava invece dalla sua parte? Chissà, forse all’epoca nessuno ha dedicato il proprio tempo ad ordire complotti e sferrare feroci attacchi contro chi è stato democraticamente eletto, come invece è accaduto nel caso delle mie amministrazioni!
Si renderà certamente conto il nostro beneamato sindaco che sul punto dovrebbe starsene completamente zitto, dovrebbe evitare ogni minima parola, perché nulla avrebbe da dire proprio chi, nel segreto di una audizione prefettizia in occasione della commissione di accesso al Comune di Nardodipace, si affrettava a riferire i nomi di chi, a suo dire, sarebbero i boss mafiosi di Nardodipace, per poi nominare assessore comunale, non appena eletto sindaco nel 2017, proprio il fratello di uno di quei presunti capi bastone da egli stesso indicati ai membri della commissione prefettizia, peraltro risultato primo eletto della sua lista!
Dico tutto ciò perché, naturalmente, esiste agli atti ampia documentazione, senza alcun timore di smentita!
Allora, mio caro Demasi, smettila una buona volta di sbandierare lo scioglimento del Consiglio comunale di Nardodipace con l’intento di gettare fango addosso a me ed ai miei consiglieri, perché tu sei proprio l’ultima persona che può permettersi di fare le prediche e di ergersi a paladino della legalità!
Detto ciò, mi dichiaro altresì ampiamente rammaricato di non aver preso parte a quella “pseudo manifestazione” organizzata, secondo Demasi, nel cortile della scuola di Nardodipace “con la premeditazione di oltraggiare la figura del sindaco”.
Credo, in effetti, che dopo le sue assurde affermazioni, dopo che addirittura riferisce di aver chiesto alla polizia locale di trasmettere una relazione alla Procura della Repubblica sulle giuste rimostranze della giornata dell’altro ieri da parte di genitori e personale scolastico, oramai il sindaco di Nardodipace abbia perso ogni contatto con la vita reale di Nardodipace e, essenzialmente, sui limiti del proprio mandato.
Ma cosa vorrebbe denunciare il sindaco Demasi alla Procura della Repubblica, forse il reato di lesa maestà? E’ forse diventata un’azione criminale protestare per la sicurezza dei propri figli, dei propri alunni e della propria vita?
Ma di quale retorica propagandistica parla il sindaco Demasi? A quale incompetenza del primo cittadino egli si riferisce? Si rende conto di essere, tra l’altro, autorità locale di protezione civile? Si rende conto che il maltempo di ieri avrebbe richiesto la chiusura del plesso scolastico quanto meno nel pomeriggio per evitare il rischio di incidenti stradali sia per gli insegnanti che dovevano fare rientro a casa che per gli alunni che dovevano essere accompagnati in autobus nelle frazioni? Nessuna retorica e nessuna propaganda, caro Demasi, e, soprattutto, nessuna pseudo manifestazione: quanto accaduto ieri è stata solo la spontanea e plateale reazione dei cittadini, dei genitori, i quali sono oramai stufi dell’insopportabile indifferenza dell’Amministrazione comunale di Nardodipace nei riguardi delle vere esigenze della intera collettività.
Comprendo la tua smaniosa voglia di replicare, di difenderti anche di fronte all’indifendibile, ma a volte, caro sindaco Antonio Demasi, il silenzio risulta essere la scelta migliore e tu, anche in questo caso, come sempre hai perso un’occasione d’oro!".
E' quanto si legge in una nota vergata dall'ex sindaco e attuale responsabile del Movimento “Uniti per Nardodipace”,Romano Loielo.