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Acqua non potabile, Mirko Tassone: “L’ennesimo fallimento di Rosi”

“Un fallimento su tutti i fronti. Ci vuole una gran faccia di bronzo a pensare di riproporre la candidatura per le prossime comunali dopo aver fallito in ogni ambito”. È senza appello il giudizio del consigliere di minoranza Mirko Tassone sugli inquilini del palazzo municipale di piazza Carmelo Tucci e, in particolare, sul loro capitano. Secondo il rappresentante di “Al lavoro per il cambiamento”, “la misura di quanto l’attuale amministrazione guidata dal sindaco Rosi sia stata impalpabile, la offre lo stato generale in cui versa Serra. Tuttavia, ci sono ambiti in cui l’entità del fallimento è percepibile in maniera inequivocabile. Si tratta di alcuni settori vitali sui quali, dopo quattro anni, l’attuale maggioranza non è riuscita non a risolvere, ma neppure ad affrontare i problemi. La nuova ordinanza sulla non potabilità dell’acqua – precisa - offre, infatti, la dimensione di quanto, al di là degli inconcludenti proclami, non si sia messo mano ad uno dei problemi che maggiormente travaglia i cittadini. E’ a dir poco vergognoso che una cittadina come Serra, che vanta un Parco naturale e bellezze ambientali inestimabili, debba far parlare di sé per l’insalubrità dell’acqua”. La seconda emergenza che affligge la cittadina della Certosa è quella relativa alla gestione dei rifiuti, che, ad avviso di Tassone, assume i contorni di uno “scandalo” connotato da “cose inspiegabili, al limite dell’assurdo”. “Non si trova – afferma l’esponente dell’opposizione - una spiegazione logica al perché l’isola ecologica o meglio la discarica di località Leonà debba traboccare di rifiuti differenziati. Per quale motivo si abbandonino per mesi cumuli che potrebbero essere conferiti e venduti, è un vero mistero. Un’inefficienza che si trasforma in costi per la cittadinanza, dal momento che ogni anno, per la raccolta differenziata, si spende molto di più di quanto s’incassa. Un servizio che altrove produce utili, a Serra, per miopia, incapacità o altro, rappresenta, invece, una pesante fonte di disavanzo. Non v’è dubbio – rileva Tassone - che si tratta di problemi che arrivano da lontano e da cui non sono esenti le amministrazioni comunali che si sono avvicendate nel corso degli ultimi tre lustri; tuttavia, proprio l’incapacità d’invertire la rotta rispetto al passato offre la testimonianza più clamorosa del fallimento di Rosi e della sua maggioranza”. E qui scatta il terzo campanello d’allarme perchè la stessa maggioranza “forse non si rende conto di essere seduta sull’orlo del baratro anche sotto il profilo finanziario. Non si spiega altrimenti – ragiona Tassone - l’irresponsabile stesura di un bilancio di previsione nel quale vengono sottostimate le uscite e gonfiate le entrate. Nell’ultimo documento di bilancio, approvato l’1 settembre u.s., da un lato è stata prevista una spesa per il conferimento in discarica dei rifiuti che non tiene conto della penalità che dovrà essere pagata per il mancato raggiungimento delle quote minime di differenziata, dall’altra, per il terzo anno consecutivo, si è gonfiata la somma derivante dal taglio dei boschi, formulando una previsione di 600 mila euro. Una previsione accompagnata da una relazione sottoscritta da un nuovo responsabile, il terzo in tre anni, dalla quale si evince che il taglio dei lotti boschivi è ancora sospeso. Pertanto, anche qualora venissero autorizzati nuovi tagli, sarebbe interessante capire come in poco meno di tre mesi si possa pensare di esperire i bandi di gara ed ammesso che non vadano deserti, ottenere la certificazione antimafia relativa agli eventuali aggiudicatari, sottoscrivere i contratti ed incassare le somme. Domande che abbiamo posto in consiglio, ma alle quali nessuno ha saputo rispondere”. Tassone non nasconde il suo pensiero e muove una pesante accusa:  “una follia – asserisce - con la quale, ancora una volta, si sono manipolati i numeri con l’unico scopo di far quadrare il bilancio. Anche in questo ambito – sottolinea - il fallimento è totale. Un fallimento facilmente ipotizzabile fin dall’insediamento, ovvero da quando, l’attuale maggioranza non ha proceduto ad una puntuale ricognizione della situazione debitoria e ad una valutazione delle risorse (vere) disponibili. Una volta individuate le reali disponibilità finanziarie si sarebbe dovuto elaborare un piano per affrontare le priorità e superare le emergenze. Niente di tutto questo è stato fatto – è la conclusione - con il risultato che, oggi come ieri, Serra fa acqua da tutte le parti”.

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