Sentenza Cassazione su eredità Craxi, Salerno: “Ennesima aggressione, figli ancora senza pace”
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“Sono passati 15 anni dalla scomparsa di Bettino Craxi, ma per la sua famiglia non c’è ancora pace. Circostanze che si intersecano con sorprendenti cadenze temporali sembrano prendere a bersaglio coloro i quali ne hanno raccolto lo spirito, conservandone la memoria”. È il commento del consigliere regionale Nazzareno Salerno in riferimento alla sentenza della Corte di Cassazione con la quale viene autorizzata l’Agenzia delle Entrate a rivalersi su Stefania Craxi per un importo che sfiora i 700mila euro. “Sarebbe il momento – spiega il rappresentante di Forza Italia - di riconoscere la rilevanza storica di uno statista che ha fatto sì che l’Italia ottenesse il rispetto internazionale che le compete eppure, ancora oggi, si prosegue nel colpire una figura che, per effetto di ingiuste accuse, è stata costretta a vivere gli ultimi frangenti della sua vita in una terra lontana dalla sua Patria. La stagione dei veleni – afferma l’esponente azzurro - quella in cui i processi mediatici si sovrapponevano a quelli nelle aule dei Tribunali, ha ingiustamente compromesso, agli occhi delle nuove generazioni, il valore di un protagonista assoluto della politica e delle Istituzioni che, con la sua lungimiranza ed il suo alto senso dello Stato, ha guidato l’Italia portandola ad essere parte integrante delle decisioni internazionali. Una stagione che dovrebbe essere finita, anche perché Craxi ha dimostrato di aver agito con correttezza. Sarebbe l’ora di rivalutare i suoi concetti di onestà, giustizia e impegno per la comunità e, invece, si verificano situazioni che vanno nel senso opposto. Ma i fatti, probabilmente, rendono meglio l’idea delle opinioni. La Corte di Cassazione – sostiene Salerno - intenderebbe, con una sentenza resa pubblica ieri, autorizzare l’Agenzia delle Entrate a rivalersi sulla figlia di Bettino Craxi, Stefania - relativamente all’imposta di circa 670.000 euro dovuta per la registrazione della sentenza di condanna di Bettino Craxi pronunciata dalla Corte di Appello di Milano il 24 luglio 1998 sulla quale, peraltro, la Corte di Strasburgo ha acclarato la violazione dei diritti umani a sfregio di Bettino Craxi – adducendo come unica motivazione quella ‘di non aver provato l’accettazione con beneficio di inventario dell’eredità’. Tuttavia – precisa Salerno - l’atto pubblico del 17 febbraio 2000 (repertorio n. 193/63, notaio Dellisanti) testimonia proprio che all’apertura dell’eredità di Bettino Craxi, gli eredi hanno accettato con beneficio di inventario. Conseguentemente all’accettazione con beneficio di inventario gli effetti dell’apertura della successione sono stati di fatto ‘congelati’ affinché si procedesse ad inventariare il patrimonio del defunto. Nel 2011, gli eredi hanno rinunciato all’eredità e, conseguentemente, il Tribunale di Milano ha nominato un curatore perché provvedesse alla vendita dei beni inventariati della rinunciata eredità e utilizzasse il ricavato della vendita per soddisfare gli asseriti creditori di Bettino Craxi. Questi ultimi, nell’ambito di tale procedimento, sono stati invitati a rinnovare la loro pretesa creditoria per rivalersi sulla vendita dei beni della rinunciata eredità che, fra l’altro, comprendeva regali di stato e non rappresentava di certo un ‘tesoro’. Il ricavato della vendita all’asta (pari, secondo quanto riporta l’Ansa, a 271.000 euro), avvenuta lo scorso 5 novembre su espressa autorizzazione del Tribunale di Milano, verrà utilizzato dal curatore nominato dal Tribunale di Milano per soddisfare gli asseriti creditori di Bettino Craxi. Due osservazioni meritano particolare attenzione: la prima è che l’accettazione con beneficio di inventario da parte degli eredi di Bettino Craxi è chiaramente avvenuta con atto pubblico; la seconda concerne la tempistica poiché la pronuncia della Corte di Cassazione è stata resa pubblica a meno di una settimana dalla vendita all’asta della rinunciata eredità. Asta con la quale si è definitivamente chiusa la procedura ereditaria apertasi il 17 febbraio 2000 con l’accettazione con beneficio di inventario da parte degli eredi di Bettino Craxi. Tutto questo – è la conclusione - succede nel 2015, quando l’informatizzazione consente di conoscere in tempo reale atti e procedure”.
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