"Sanità calabrese allo sfascio: ambulanze ferme perché senza benzina e tagliando"
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"Sembra un paradosso che cinque nuove ambulanze del 118 rimangano ferme per assenza di carburante. Eppure - commenta Alessandro Nicolò, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale - accade anche questo in Calabria dove la sanità regionale e quella reggina sono allo sfascio. Non parliamo di episodi isolati, ma di un regime di perenne emergenza. L’ultima grave denuncia giunge da un noto sindacato secondo il quale l’Asp di Reggio Calabria non avrebbe stanziato le somme per il tagliando. Per alcuni dei mezzi in forza all’Azienda sanitaria, vetusti e senza freni, sarebbe stato disposto il fermo. Sarebbe veramente incomprensibile che l’Asp non abbia reperito poche centinaia di euro per rimettere in strada le ambulanze per garantire il Servizio di Emergenza Urgenza territoriale. Ci si troverebbe dinanzi ad un’ipotesi di interruzione di servizio pubblico, per la quale si chiedono spiegazioni urgenti da chi ne ha responsabilità per competenze e territorio. Restiamo ancora in attesa di risposte ai quesiti che ho posto in un’interrogazione presentata nel luglio scorso, ma rispetto a cui non abbiamo avuto alcun riscontro". "E’ assurdo - incalza l'esponente 'azzurro' - che si adottino decisioni incongruenti e contraddittorie. Da un lato, si lamenta l’assenza di risorse finanziarie per poi riscontrare ovunque sprechi che pesano sulle casse della sanità e della Regione. Manca la programmazione e non si adottano atti necessari per evitare l’interruzione di servizi pubblici essenziali, ricorrendo a soluzioni tampone. Si naviga a vista e si affrontano i problemi giorno per giorno, nell’assoluta assenza di una pianificazione razionale. Invece, di stabilire tagli con raziocinio, si opta per soluzioni che non sono in grado di governare l’ordinario e di garantire i servizi di base sanitari e di assistenza. Si dovrebbe al contrario favorire il processo di rimodulazione della rete ospedaliera senza lasciare scoperte da assistenza le popolazioni residenti nelle aree periferiche non solo per le situazioni di emergenza ma anche per le cosiddette urgenze 'minori', incrementando le postazioni PET (postazioni di emergenza territoriale). La piena applicazione di specifici protocolli da parte del servizio ‘118’ potrebbe permettere, inoltre, di risolvere in ambito extra ospedaliero (domicilio del paziente, luogo dell’evento o presso la sede della postazione territoriale), situazioni cliniche urgenti suscettibili di risoluzione in loco, senza necessariamente dover ricorrere al trasporto o al ricovero in ospedale. Per questa via, si contribuirebbe alla riduzione dei cosiddetti 'accessi impropri' al Pronto Soccorso, andando a rafforzare di fatto quell’indispensabile elemento di congiunzione tra medicina territoriale e medicina ospedaliera. Tutto questo permetterebbe di superare la disomogeneità del sistema a livello nazionale per assicurare ad ogni cittadino che si trovi in situazione di emergenza, un intervento di primo soccorso quanto più qualificato possibile in ogni area del Paese. Dinanzi ad una situazione ormai al collasso rivendichiamo il diritto dei cittadini a fruire di tutti i servizi necessari per tutelare e salvaguardare la loro salute su cui non possono gravare inadeguatezze e disservizi". Chiediamo - conclude Nicolò - tempi certi di risoluzione rispetto a problematiche non più rinviabili e una programmazione precisa che non lasci nulla al caso".
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