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Serra. Spostamenti di maleodoranti cassoni in zona Certosa: l’inopportunità di una scelta

Il concetto di turismo religioso nella zona delle Serre? È tutto racchiuso in quanto avvenuto nel pomeriggio – fotografato e ripreso da diversi curiosi – nel parcheggio della Certosa, nei pressi, per intenderci, del Museo del monastero. Movimenti di cassoni, dai quali proviene un poco desiderabile odore, avvengono con una semplicità quasi naturale. Cassoni sganciati e riagganciati sotto gli occhi di residenti e visitatori: tutto procede senza fretta. Cassoni pieni e coperti da un manto verde: è ipotizzabile che dentro ci siano dei rifiuti che vengono presi e portati da qualche altra parte. Teoria plausibile, anche perché ciò è già avvenuto in passato. Ad ogni modo, è possibile con tutto lo spazio che c’è, che queste operazioni debbano avvenire nelle immediate vicinanze del luogo più prezioso e sacro del comprensorio montano e forse dell’intera Calabria? Di certo, non è un buon biglietto da visita per i turisti che osservano increduli gli strani spostamenti e magari riferiscono una volta tornati nelle proprie città. Un rapido provvedimento sarebbe auspicabile: se questi lavori devono essere proprio fatti, almeno si scelgano luoghi dalla diversa valenza storica, religiosa e culturale.

Ospedale di Serra. Cosa (non) cambia con il nuovo decreto Scura: facciamo chiarezza

Cosa è cambiato per l’ospedale di Serra San Bruno con il decreto n. 64/2016 del commissario ad acta per il Piano di rientro Massimo Scura rispetto al precedente decreto n. 30/2016 che, a sua volta, modificava ed integrava il decreto n. 9/2015? Le discussioni si moltiplicano in ambito politico e le versioni non sono univoche. Vediamo allora di fare chiarezza confrontando qualcosa di inoppugnabile, ovvero i decreti ed i loro allegati, prestando particolare attenzione a quello relativo a “Posti letto e strutture pubbliche e private” e al “Documento di riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza urgenza e delle reti tempo-dipendenti”. Agli occhi balza subito la rimodulazione della famosa postilla, posta dopo la tabella (n. 43) dedicata ai nuovi ospedali, che stabiliva il trasferimento di tutti i posti letto per acuti del territorio a Vibo una volta completato il nuovo ospedale del capoluogo di provincia e che ora recita testualmente: “La programmazione dei posti letto prevista per i nuovi ospedali risponde alla domanda di prestazioni attualmente programmata. La verifica del ruolo degli attuali presidi che insistono nell’area di riferimento, sarà rivalutata successivamente al completamento dei nuovi ospedali, anche in coerenza con le esigenze di riequilibrio dei posti letto tra le aree territoriali”. Se, però, analizziamo la sezione dedicata agli ospedali di zona disagiata non possiamo non notare l’esatta riproposizione delle previsioni precedenti. Gli “ospedali di zona disagiata” continuano ad essere  definiti “strutture a basso volume di attività con funzioni chirurgiche non prettamente di emergenza, con un numero di casi troppo basso per garantire la sicurezza dei ricoveri anche in relazione ai volumi per il mantenimento dello skill e delle competenze e che incidono pesantemente sulle tipologie di investimento richieste dalla sanità moderna”. La dotazione è identica rispetto a quella precedente:

•         “un reparto di 20 posti letto di Medicina generale con un proprio organico di medici ed infermieri;

•         una Chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in Day surgery o eventualmente in Week surgery, la copertura in pronta disponibilità per il restante orario, da parte delle équipe chirurgica garantisce un supporto specifico in casi risolvibili in loco;

•         un Pronto Soccorso presidiato da un organico medico dedicato all’Emergenza-Urgenza, inquadrato nella disciplina specifica così come previsto dal D.M. 30/01/1998 e, da un punto di vista organizzativo, integrata alla struttura complessa del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l’aggiornamento relativo”.

“Appare necessario – viene ancora ribadito – prevedere la possibilità di eseguire indagini radiologiche con trasmissione di immagine collegata in rete al centro Hub o Spoke più vicino ed indagini laboratoristiche semplici in Pronto Soccorso. Deve essere predisposto un protocollo che disciplini i trasporti secondari dall’ospedale di zona disagiata al centro Spoke o Hub. È prevista la presenza di una Emoteca. Il personale deve essere assicurato a rotazione dall’ospedale Hub o Spoke più vicino. Negli ospedali di zona disagiata – viene sempre aggiunto – è prevista la presenza di un ambulatorio di Oncologia funzionalmente integrato con lo Spoke di riferimento al fine di evitare ai pazienti oncologici dei relativi territori i disagi dovuti agli spostamenti per i controlli oncologici. Viene mantenuto il Laboratorio analisi esclusivamente per i degenti. L’organico medico dell’ospedale di zona disagiata è così dimensionato:

•         quattro medici di Medicina generale (presenza di un medico 12H 5GG la settimana + 6H 2GG alla settimana + reperibilità) che fanno riferimento alla struttura complessa del DEA di riferimento;

•         cinque medici di Chirurgia generale (16 ore 7 GG la settimana + reperibilità notturna) che fanno riferimento alla struttura complessa del DEA di riferimento;

•         cinque medici anestesisti (16H 7GG la settimana + reperibilità notturna) che fanno riferimento alla struttura complessa del DEA di riferimento;

•         cinque medici di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza (presenza di un medico 24 H 365 GG l’anno e con la Medicina generale che partecipa all’attivazione della Guardia attiva) che fanno riferimento alla struttura complessa del DEA di riferimento”.

Dunque, al “San Bruno” ci saranno:

•         cinque posti in Day surgery chirurgico;

•         venti posti in Medicina (18 + 2 in Day hospital; 9 posti di Emodialisi);

•         venti posti per Recupero e Riabilitazione;

•         venti posti per Lungodegenti.

Ospedale di Serra: cambiata la “postilla”, Scura si ravvede?

Un semplice cambio di dicitura potrebbe significare tanto per i presidi ospedalieri del Vibonese ed in particolare per quello di Serra San Bruno. Il condizionale è d'obbligo perchè dietro le formule vaghe del linguaggio burocratico possono nascondersi mille scenari che cambiano, a seconda della concretizzazione dell’uno o dell’altro, il destino dei territori. Con la pubblicazione del decreto n. 64 del commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario Massimo Scura (“P.O 2016-2018 – Intervento 2.1.1. – Riorganizzazione delle reti assistenziali – Modifica ed integrazione Dca n. 30 del 3/03/2016”), le interpretazioni si moltiplicano, ma ve n’è una che lascia un barlume di speranza. Nel “documento di riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza urgenza e delle reti tempo-dipendenti” contenente la tabella n. 43 dedicata ai nuovi ospedali non si puó non notare la modifica dell’ormai celebre “postilla”, quella che per intenderci imponeva il trasferimento di tutti i posti letto per acuti del territorio a Vibo una volta completato il nuovo ospedale del capoluogo di provincia. Stavolta la previsione è, almeno nella forma, diversa: “La programmazione dei posti letto prevista per i nuovi ospedali risponde alla domanda di prestazioni attualmente programmata. La verifica del ruolo degli attuali presidi che insistono nell’area di riferimento, sarà rivalutata successivamente al completamento dei nuovi ospedali, anche in coerenza con le esigenze di riequilibrio dei posti letto tra le aree territoriali”. Massimo Scura si ravvede o è una variazione di locuzione volta a spegnere focolai, o meglio autentici incendi, di disapprovazione? Il tempo darà la giusta risposta.

Serra, disposta riorganizzazione servizio di raccolta dei rifiuti: verso l’individuazione di una ditta esterna

Il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani, che oggi il Comune di Serra San Bruno effettua con propri operai, subirà a breve delle modifiche sostanziali. È quanto si deduce dalla delibera approvata dalla Giunta comunale con la quale viene emessa la direttiva in merito alla delicata questione. L’esecutivo ha preso le mosse dalla relazione del responsabile Atm, nella quale vengono evidenziate le criticità connesse al servizio, per effettuare i cambiamenti. In sostanza, è stata prevista “la riorganizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani mediante l’individuazione di ditta esterna disposta ad accettare la cessione delle deleghe dei Consorzi di Filiera in cambio di un servizio gratuito di trasporto, stoccaggio per la selezione, recupero e smaltimento dei rifiuti differenziati, compreso il nolo dei cassoni”. Contestualmente, si provvederà al “recupero degli autocarri comunali” (compattatore per la raccolta dei rifiuti solidi urbani ed autocarro scarrabile”. Nella delibera viene sostenuto che tali azioni saranno concretizzate in conseguenza della “necessità di ottimizzare il servizio per l’anno 2016”.

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