Attenzione
  • JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 983

Dasà, il sindaco Corrado non ritira le dimissioni: in arrivo il commissario

Non tornerà indietro sui suoi passi, farà trascorrere queste ultime ore senza pensarci più. Il sindaco di Dasà Giuseppe Corrado non ritirerà le sue dimissioni e, dunque, per il piccolo centro del Vibonese l’imminente destino sarà quello del commissariamento. “Non c’è un perché, ma tanti perchè” è la sua risposta all’apposita domanda. È evidente un senso di “stanchezza”, ma anche il rammarico dovuto al fatto che la carica di sindaco è incompatibile con tante altre relative alla sua professione. In più, c’è la consapevolezza che amministrare oggi significa tener conto di tante disposizioni legislative: serve una squadra completa e disponibile, senza defezioni. L’ultima fase della sua gestione è stata travagliata con le dimissioni, una dietro l’altra, dei tre componenti dell’esecutivo. Oltre alla realizzazione di diversi punti del programma amministrativo, con decisioni talvolta impopolari ma necessarie per rimettere l’Ente in carreggiata, resta il messaggio di aver rinunciato a parte dell’indennità impiegando i relativi importi per fini sociali.

 

Nessun Comune del Vibonese fra i “ricicloni”: l’emblema di una terra che non cambia

Il problema principale non è la carenza di mezzi nè quella di risorse economiche: il vero nocciolo della questione è la ritrosia al cambiamento. L’abitudine a fare quello che viene più comodo per l’immediato è uno dei vizi peggiori della nostra regione, territorio in cui non si guarda in concreto alla prospettiva. Non si pensa seriamente al domani, nè agli interessi della comunità. E ciò accade soprattutto in quelle province, in special modo in quella di Vibo Valentia, che rimangono chiuse nel loro guscio, che sembrano temere il confronto e, in assenza di quest’ultimo, non riescono a trovare spunti per progredire. Solo che il raffronto gli altri lo fanno comunque e chi non si adegua ne esce con le ossa rotte. Esempio lampante è la raccolta differenziata: su 409 Comuni calabresi solo 10 sono stati inseriti fra i “ricicloni 2015”, cioè fra gli Enti locali premiati da Legambiente per “la buona gestione del servizio di raccolta ed avvio a riciclo dei rifiuti differenziati”. Non solo: fra questi 10 i primi 9 (il primo è Casole Bruzio con l’89,9% di raccolta differenziata) sono della provincia di Cosenza, il decimo di quella di Reggio Calabria (Roccella Jonica). L’aumento dei costi di conferimento in discarica dovrebbe essere uno stimolo importante, ma finora i risultati si sono fatti attendere. Certamente ci sono grossolani errori tecnici nel sistema predisposto per procedere alla raccolta porta a porta, ma c’è soprattutto l’ostinazione a mettere in secondo piano un aspetto che invece è centrale per il futuro. A parole, si sostiene che “i rifiuti sono un’opportunità”, nei fatti ci si comporta diversamente. L’ennesima estate condizionata dall’emergenza ha prodotto solo lamentele nei visitatori e nei residenti: in troppi casi, però, sono stati proprio loro, con un atteggiamento di disinteresse, a generare i disagi. Ecco allora che arriviamo ad un altro nodo: in Calabria c’è troppa gente che giudica e poca che si comporta in maniera coerente. Anche su questo molti concordano, purchè la considerazione valga per gli altri e non per se stessi.

 

 

 

Approvato il progetto del potenziamento del sistema idrico, Rosi: “Verso la riattivazione delle sorgenti”

“È la realizzazione di quello che avevamo promesso. Cerchiamo di riattivare le vecchie sorgenti e di trovarne di nuove”. Il sindaco Bruno Rosi commenta così l’approvazione da parte della giunta comunale del progetto esecutivo relativo al potenziamento del sistema idrico. In sostanza, un decreto del dirigente generale del dipartimento n. 9 della Regione Calabria risalente al 2012 ha assegnato al Comune di Serra San Bruno “un finanziamento di 250.000 euro per il ‘Potenziamento della rete idrica’, strutturato attraverso la concessione di un contributo quindicennale di 16.700 euro da utilizzare per il rimborso delle rate di ammortamento di un mutuo a carico dell’Ente”. Considerato che, secondo gli studi degli uffici comunali, l’ammontare massimo di un finanziamento avente quota di ammortamento annuale pari al contributo concesso di 16.700 euro è di circa 180.000 euro e che la Regione Calabria, nel concedere il contributo, richiede che l’opera da realizzare abbia lo stesso valore (250.000 euro) sorge “la necessità, al fine di non perdere il finanziamento, di coprire con fondi propri il costo dell’opera non assistito dal finanziamento regionale”. In pratica, il Comune dovrà contribuire a coprire la quota da rimborsare concernente gli interessi. Ma, al di là, degli aspetti tecnici, va registrato che si tratta di un primo passo per concretizzare una sorta di autonomia idrica, almeno parziale, della cittadina della Certosa che così dovrebbe utilizzare, in maniera significativa, le acque sgorganti dalle proprie montagne. Un’azione che, alla luce dei casi di non potabilità ancora ricorrenti, rappresenta un motivo di rinnovata speranza per chi non ha mai guardato con particolare favore al liquido incolore fornito da Sorical.

 

Quei ragazzi dimenticati dei call center

Ci sono giovani in Calabria che non pretendono di avere il piatto pronto senza sentire il peso della giornata sulle spalle. Sono ragazzi che si accontentano di uno “stipendio” un po' così, che gli consente di realizzare piccoli sogni: magari quello di comprare un abitino al figlio in arrivo, di cambiare la lavatrice della mamma che ormai funziona a stento, di mettere qualcosa da parte in vista di un domani più impegnativo. Sono lavoratori che si sono abituati a tenere la cuffia all’orecchio per ore, ad avere pazienza con chi d’altra parte della cornetta si mostra restio a qualunque dialogo, a provare e riprovare. Il traballante impiego in un call center porta a stremare  la propria mente: da un lato ogni minuto è una sfida per cercare di raggiungere la vendita che può risollevare la giornata, dall’altro la consapevolezza della precarietà assume le sembianze di una goccia che per anni cade sulla stessa pietra. La quotidianità diventa una battaglia di resistenza che fa perdere la cognizione del tempo finché un giorno non ci si accorge di aver aggiunto altre candeline sulla torta senza che il destino sia cambiato. È il giorno in cui suona la sveglia: il call center chiude i battenti, l’impiego svanisce a meno che non si accetta di spostarsi per decine di chilometri e continuare a fare le stesse cose altrove. In pratica, una proposta che, conti alla mano, è impossibile accettare. La sensazione che si avverte è quella di essere stati usati e poi gettati via. E a poco valgono le giustificazioni che esplicano l’esigenza di razionalizzare. Chi occupava quella determinata postazione era un uomo o una donna, non un numero che all’occorrenza può essere cancellato. Era ed è una persona con sentimenti ed aspirazioni, che forse dietro un sorriso nasconde problemi complessi. O il rammarico di una laurea che è rimasta un pezzo di carta da appendere al muro, in un mondo che prima ti illude e poi ti abbandona. O, ancora, il rimpianto di non aver preso il primo treno verso terre lontane con un biglietto di sola andata. Oggi, la vita è anche questo: saper superare le delusioni ed avere la forza di ripartire.

 

Subscribe to this RSS feed