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La ridicola farsa di Anna Rita Leonardi è un avvertimento alla buona politica

Compunta, sguardo fiero, impettita: ma ciononostante un pesce fuor d'acqua. Questa la sensazione immediata trasmessa dalla visione delle foto che, naturalmente sul palcoscenico di Facebook, ritraevano Anna Rita Leonardi, in prima fila fra le "autorità" presenti alla celebrazione del 25 aprile svoltasi a Reggio Calabria. Con il presidente del Consiglio Regionale, Nicola Irto, il capogruppo del PD a Palazzo Campanella, il sindaco della città Giuseppe Falcomatà, figurava lei, l'onnipresente comparsa da social network. A quale titolo occupasse quella posizione di privilegio rispetto ai presenti non è tuttora dato sapere. Risulta, infatti, che in quel momento l'intraprendente signorina occupasse un un unico ruolo istituzionale: quello di testimonial della vacuità contemporanea nelle faccende politiche. E anche in occasione dell'inaugurazione del Museo Archeologico di Reggio Calabria era lì, in pole position, appena dietro Matteo Renzi (in fondo non è opportuno esagerare ed è bene rispettare ).  Pochi giorni di attesa ed ecco che si è appalesata anche agli occhi più ingenui l'apoteosi del vuoto. La retromarcia innestata in merito alla fantomatica candidatura a sindaco di Platì entra, infatti, di diritto nella top ten delle figuracce più colossali nella piccola storia della politica calabrese, che pure non si è fatta mancare nulla. L'artefatta prosopopea con cui per mesi e mesi ha inondato social e televisioni per costruire un personaggio politico che non esisteva prima del folle assalto alla muraglia mediatica (facilitato da una superficialità ingiustificata del sistema) rimarrà scolpita nella memoria.  Un epilogo ridicolo accompagnato da un volo di stracci degno di miglior sorte all'interno del Partito Democratico. Molto di questo imbarazzante teatrino degli ultimi giorni, infatti, sarebbe stato evitato se i rappresentanti del PD non avessero atteso di esporsi pubblicamente soltanto adesso. Questo giornale nell'ultimo anno ha pubblicato un paio di commenti sulle peripezie della signorina, ricche di forma quanto povere di sostanza. In tanti, fra i colleghi di partito hanno espresso in privato, in tutte le occasioni, giudizi entusiasti rispetto alle critiche rivolte alla giovane rampante, ma mai nessuno che abbia alzato il dito per manifestare pubblicamente le proprie riserve sulla sua velleitaria invadenza o sulla sua ricerca spasmodica di un posto al sole. Tutto dimenticato, però, adesso che quella boutade di autocandidarsi alla poltrona di Primo Cittadino di Platì si è rivelata per quello che  era evidente essere fin dal principio: il naufragio del buonsenso. E che la bussola sia ormai in tilt è certificato dalla circostanza che è partita una corsa in direzione opposta, una gara a prendere le distanze dalla ex esportatrice della democrazia nella Locride. Il tappo è saltato e l'antipatia che è riuscita ad attirare fra i suoi compagni di giro si è accumulata fino ad esplodere. Ma la ragazza non pare curarsene troppo: le ospitate televisive continuano come se nulla fosse, "Repubblica" addirittura, e come avrebbe potuto evitare di farlo, si preoccupa di farci conoscere le motivazioni (?!) della rinuncia. Anche nella "triste" circostanza, dunque, ha avuto la capacità di farsi beffe di Platì e della buona fede di coloro che l'hanno inspiegabilmente seguita lungo il percorso, poi rivelatosi inglorioso, a caccia della fascia tricolore. Anche l'annuncio "urbi et orbi" della decisione, neanche a dirlo, è arrivato su Facebook, sua naturale vetrina da cui scaccia, alla velocità della luce, chiunque osi mettere in luce le sue contraddizioni. Lo stuolo di utenti "bloccati" dalla signorina ormai è ben più corposo del numero di elettori, assai esiguo invero, che l'hanno voluta premiare all'epoca delle elezioni comunali celebratesi a Reggio Calabria nell'ottobre del 2014. Una galleria infinita di foto ad assecondare il salto della liana da una corrente all'altra del PD, ma che sia sufficientemente robusta da reggere le ambizioni di una Leonardi qualsiasi: questa è la regola a cui si è scrupolosamente attenuta fin qui. Un passaggio, quello di cui si è resa protagonista che, tuttavia, indica una certezza:  è proprio Anna Rita Leonardi la personificazione del nulla imperante: banalmente votata al culto egocentrico della propria immagine, a distanza siderale da un contenuto o da un'idea purchessia. La Politica, al contrario, è roba da metabolizzare nel tempo, da masticare con rispetto, non può e non deve essere considerata il palcoscenico per le sfilate del pensiero che più debole non si può.  Senza voler dedicare ulteriore spazio a colei che sarà, sempre e comunque, a dispetto dei finti intoppi, un'eterna candidata a qualcosa, sarebbe preferibile sfruttare l'occasione per riflettere, una volta di più e definitivamente, su quale debba essere il giusto approccio al desiderio di dedicarsi all'amministrazione di una comunità. Quello incarnato dalla starlette della Leopolda è, irrimediabilmente, il peggiore. 

 

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L'antica legge dei Leonardi boys: "A Platì decido io chi parla e chi no"

Non una gran figura, tutt'altro: un episodio imbarazzante che la sempiterna legge del contrappasso ha permesso che avvenisse a favore di telecamera. Anna Rita Leonardi, balzata agli onori della cronaca negli ultimi giorni grazie allo show (nessun'altra definizione è ammessa per la kermesse renziana) sul palco della Leopolda, è stata colpevolmente ignorata per mesi anche dalle cronache locali. Fatta qualche debita eccezione, compresa questa testata che non aveva lesinato critiche motivate già al momento della candidatura della giovin fanciulla a sindaco di Platì, in pochi si erano accorti di lei prima dello "spettacolo" spacciato per politica inscenato lo scorso weekend in terra toscana. A dire la verità, della sua presenza non avevano avuto contezza nemmeno gli elettori reggini che le riservarono un trattamento poco invidiabile in occasione delle elezioni amministrative dell'ottobre dello scorso anno. Resta comunque il fatto che anche i cronisti calabresi hanno finalmente iniziato ad incuriosirsi per le scorribande dell'ambiziosa ragazzotta e la Testata Giornalistica Regionale della Calabria ha pensato bene di inviare a Platì un suo giornalista con lo scopo dichiarato di conoscerla meglio, lei che, fino al momento, è più nota per i selfie con i big, o presunti tali, del PD regionale, nazionale, europeo, mondiale, intergalattico. Dopo un'introduzione del cronista che presenta la situazione disastrata del paesino della Locride il cui Consiglio Comunale è stato ripetutamente sciolto per le infiltrazioni della 'ndrangheta nelle attività del'ente, l'attenzione si focalizza tutta sulla trentenne reggina che, evidentemente insoddisfatta dall'attività politica sui social network, si è fiondata sulla preda rappresentata dalla visibilità riservata da una discesa in campo mediatica e non ha perso l'occasione di rimanere sul proscenio per un tempo superiore al quarto d'ora di celebrità da riservare a chiunque. La rappresentante democrat ha prima sciorinato il programma elettorale, strepitoso monumento alla banalità, suddiviso in cinque punti: acqua, lotta alla disoccupazione (?!), viabilità, raccolta differenziata, riqualificazione del centro storico. Poi, messa la parola fine al libro dei sogni, il servizio giornalistico si è dovuto concentrare, suo malgrado, sulla figura di Antonio, descritto dallo stesso inviato come un sostenitore della Leonardi che lo ha seguito come un ombra. Un personaggio che, di lì a poco, come documentano le immagini e l'audio, non mancherà di farsi notare. In particolare, l'asfissiante marcatura a uomo nei confronti del giornalista si concretizza in tutta la sua sconcertante inopportunità quando il cronista prova ad abbozzare qualche domanda a Maria Grazia Messineo, dirigente del Partito Democratico di Siderno che, al motto di "Platì ai platiesi", ha manifestato la propria contrarietà alla candidatura della "compagna" forestiera. Antonio, ci fa sapere l'inviato, ha uno zio in carcere, e, a microfoni spenti, informa l'intervistatore che "A Platì decido io chi parla e chi no"  e, quindi, "raccomanda caldamente" al cronista di non rivolgersi alla rivale della beniamina. Un atteggiamento che non poteva non intimidire Maria Grazia Messineo, limitatasi a dire che, sentendosi "pressata" da quella situazione e da quella presenza, non sarebbe stato opportuno proseguire l'incontro utile per meglio spiegare la sua posizione.. Momenti di tensione accompagnati anche da un acceso scambio di battute con l'inviato de "Il Fatto Quotidiano" rimproverato da Antonio: "Non si un pupazzo. Domani - lo ha avvisato - non scriviri cazzati 'ndo giornali". Parole e comportamenti minacciosi che hanno costretto Anna Rita Leonardi ad intervenire mettendo una mano sulla bocca del suo affezionato supporter. Finalmente, sia pur con notevoli sforzi, le due rappresentanti democrat, si sono confrontate esprimendo brevemente le ragioni del loro contrasto. Per una adamantina campionessa della democrazia come Anna Rita Leonardi, così almeno la meschina propaganda da strapazzo ce la propina, il servizio giornalistico del TG3 Calabria andato in onda nell'edizione delle 14:00 del 16 dicembre e visibile dal minuto 4:18 del link consultabile qui, si è rivelato una buccia di banana: accidenti che capitano quando ci si confronta con la realtà abbandonando la bolla virtuale. 

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Caridi (FI) demolisce la candidatura di Anna Rita Leonardi: "Mortifica la popolazione di Platì"

"La politica Renziana, tra segretezza e mistificazione, tra accuratezza mediatica e false illusioni, sta realmente toccando il fondo nel Meridione". Questo il pensiero del senatore Antonio Caridi a proposito della candidatura di Anna Rita Leonardi a sindaco di Platì, annunciata sette mesi fa e sigillata dal presidente del Consiglio sul palco della Leopolda. "Una politica che mira sostanzialmente ai numeri, una politica colonialista che nell’ultima uscita del premier Renzi, in riferimento alle prossime elezioni nel Comune di Platì, continua a prendere in giro i cittadini - tuona il vice coordinatore di Forza Italia - e quel senso d’appartenenza, andato ormai alla rovina. Non si tratta di patriottismo insensato, ma di attaccamento al territorio, ai problemi della propria terra e alla voglia di contribuire alla risoluzione di quelle difficoltà che hanno reso, soprattutto in passato, la vita politica e quotidiana difficile a Platì; tutti elementi che il premier pensa non siano realmente importanti o quantomeno sottovalutabili nel momento in cui, dal palco della Leopolda, lancia la candidatura di Anna Rita Leonardi a sindaco di Platì in Calabria. Chiaramente, come è giusto che sia, Renzi fa leva su temi importanti quali coraggio e determinazione nel promuovere la propria candidata che, a trent’anni ha deciso di intraprendere un percorso molto difficile, considerando che, questa realtà è stata caratterizzata da due scioglimenti del Comune per mafia e dalla morte di alcuni amministratori locali. Ma mi chiedo: perché importare una candidata, coraggiosa e incosciente che sia, e non ritrovare la personalità giusta, all’interno del territorio, che ha la determinazione necessaria per ripartire, avendo, giocoforza, maggiormente a cuore i problemi della sua terra? Apparentemente non ci sarebbe una risposta logica nella scelta di Renzi di portare avanti la candidatura di Anna Rita Leonardi, ma le ripercussioni sarebbero pesanti; non si considera, infatti, che si andrebbe a mortificare una popolazione che da anni non ha un’amministrazione democraticamente eletta governata dal Commissario Prefettizio Dottor Luca Rotondi, stimato ed apprezzato dal popolo platiese, ma che ha la necessità di cambiar rotta; non si darebbe la possibilità di crescere a chi vive il territorio ogni giorno e si andrebbe così ad umiliare per l’ennesima volta il cittadino". "Emblematiche, a tal proposito, le parole del Sindaco di Locri Giovanni Calabrese che, reputando provocatoria la sponsorizzazione del premier Renzi, afferma che Platì - ricorda il senatore - ha la necessità di reagire, di svegliarsi e non farsi ingannare dai giochi di governo; è questa la motivazioni che lo spinge a prestare attenzione a candidature di tutt’altro genere, due personalità, innanzitutto platiesi, come la giovane Margherita Catanzariti, giornalista e scrittrice, ed Antonella Reitano, Professore Ordinario all’Unical, per scendere in campo per candidarsi alla guida di un nuovo movimento che veda Platì governato dai propri cittadini.  #‎platìliberadaineocolonialistireggini   #‎platìgovernatadaiplatiesionesti". "Il paradosso, per concludere, riguarda la sede del partito nel piccolo centro dell’Aspromonte che - sottolinea Antonio Caridi - sembra aver chiuso i battenti; a testimonianza di ciò, Domenico Trimboli, pensionato, tornato dopo aver trascorso buona parte della sua vita a Milano, sostiene: 'c’è stata soltanto una riunione col segretario provinciale Romeo in cui non sono state prese significative decisioni. Le tessere non sono mai arrivate, nessun organismo è stato creato. Per farla breve, il partito non è mai nato".

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