Postazioni di guardia medica nel Vibonese, il sindaco Limardo convoca la Conferenza dei sindaci
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"Mi spiace non aver partecipato, per motivi di lavoro, all’ultima conferenza dei sindaci in cui si è discusso del paventato ridimensionamento, attraverso chiusure e accorpamenti, delle postazioni di continuità assistenziale, di cui riconosco l’elevata importanza come fondamentale presidio sanitario sul territorio. Per questo condivido le preoccupazioni dei miei colleghi, che altro non sono che quelle dei cittadini che amministriamo, i quali possono ormai usufruire di servizi drasticamente ridimensionati. Sono presidi fondamentali da cui non si può prescindere, in quanto danno sicurezza di un primo soccorso, a volte provvidenziale, ai nostri concittadini, in maggioranza anziani e non automuniti. Sono fondamentali e imprescindibili anche in considerazione dello stato delle strade tra i vari centri e della distanza, spesso elevata, tra gli stessi, che renderebbe arduo spostarsi nelle ore notturne, in condizione, magari, di cattivo tempo. Sono fondamentali e imprescindibili perché, nonostante la grave situazione generale, peggiorata dalla pandemia, e, nel particolare, lo stato della sanità, è impensabile che si debba ogni volta soccombere e accettare tagli in ogni dove, sol perché, nel caso specifico, non si riesce a reperire personale da assegnare allo scopo. Per questo sono d’accordo sulla protesta e sulla necessità di lottare per preservare quel poco che di buono e utile rimane nei nostri paesi. Tuttavia ritengo sia necessario fare fronte comune tra tutti noi attori principali, evitando di alzare un muro contro un altro. Contro chi, parlo del commissario Maria Bernardi, ci si dimentica facilmente essere stata in questi mesi disponibilissima a recepire tutte le istanze che le sono state prospettate ed aver prodotto risultati tangibili. Tra tutti basti pensare alle operazioni di vaccinazione, laddove è stato consentito ai nostri concittadini di farle nei centri dove vivono, evitando di doversi spostare verso il capoluogo o verso chissà dove. Non è un caso se quella di Vibo, tra le provincie calabresi, risulta essere quella con la più alta percentuale di vaccinati. Anche per tale ragione, ribadendo il sostegno alla sostanza della contestazione, ritengo debba essere ridimensionata la forma e invito i miei colleghi a far fronte comune in questa ulteriore difficoltà che si è venuta a creare, aprendo il dialogo con l’Asp e decidendo insieme ai vertici la migliore soluzione adottabile. Il muro contro muro non ha portato mai a nessun risultato positivo e concreto. Il dialogo e la concertazione, nella fermezza della posizione che meglio gratifica i territori, sì".
E' quanto si legge in una nota del sindaco di Gerocarne, Vitaliano Papillo.
Da quanto riportato in una nota del Partito democratico di Nardodipace, nella giornata di ieri, il segretario del locale circolo del Pd "Samuele Maiolo e il responsabile Pd di zona Nazareno Salvatore Franzè hanno incontrato presso, l'Asp di Vibo Valentia l'On. Michele Mirabello e la Dirigente (direttore generale – ndr) dell’ Asp Angela Caligiuri ”.
Scopo dell’incontro, “avere chiarezza sulla notizia diffusa in questi giorni tra la popolazione dell'ipotetica chiusura della guardia medica di Cassari”.
Un problema, cui si legge nel comunicato “già l'anno scorso ci siamo interessati tant'è vero che sia l'on Mirabello sia la Dirigente Caligiuri avevano preso l'impegno a mantenere tale postazione”
L’incontro di ieri avrebbe fornito rassicurazioni in merito alla permanenza del presidio sanitario attivo nella frazione di Cassari. Sia Mirabello che Caligiuri avrebbero, infatti, “confermato l'impegno preso l'anno scorso”, smentendo “categoricamente ogni ipotesi di chiusura dando, anzi, rassicurazione sull'avvio di un percorso di istituzionalizzazione intrapreso per rendere stabile il servizio”.
Stamattina, alle 8.30 circa, è deceduto a Nardodipace per cause naturali Domenico D’Agostino, 59enne residente a San Ferdinando, coniugato, medico in servizio notturno presso la locale guardia medica. L’uomo è stato rinvenuto dai carabinieri all’interno dello studio ambulatorio, accasciato al suolo.
Il personale medico del 118 di Serra San Bruno ha constatato il decesso per “arresto cardiocircolatorio legato a problemi di insufficienza cardiaca e vascopatia cerebrale”, avvenuto tra le 7:30 e le 8 circa. Su disposizione Pm di turno, dottoressa Callea, la salma è stata affidata ai familiari.
Calci e pugni ad un medico accusato d’aver impiegato troppo tempo ad aprire la porta del locale che ospita l’equipaggio del 118.
Protagonista dell’assurda vicenda, un 30enne di Cirò Marina che, durante la notte, ha raggiunto la sede della guardia medica per chiedere una visita per un parente.
Non trovando il medico, impegnato fuori sede per una visita, l’uomo ha bussato alla porta della struttura assegnata ai sanitari del 118. Appena aperta la porta, il 30enne avrebbe colpito il medico di servizio con un pugno in piena faccia accusandolo di aver tardato ad aprire. L’aggressione è stata fermata da alcuni infermieri e dal sopraggiungere dei carabinieri.
Arrestato, l’uomo si trova, attualmente, ai domiciliari in attesa del rito per direttissima.
"Con la soppressione della Guardia Medica si rischia di mettere in discussione il diritto dei cittadini alla cura e all’assistenza sanitaria, costringendo gli studi medici a restare aperti 16 ore al giorno, nello specifico fino alla mezzanotte, ed i pazienti a rivolgersi di notte al 118 che, ragionevolmente da solo, non può fronteggiare le tantissime richieste, intasando la Centrale Operativa, oltretutto considerato che in Calabria non esistono MSB (Mezzi Soccorso di Base) che soccorrono i pazienti in codice verde, come invece accade nelle altre realtà regionali come in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna. Alla luce di ciò, il servizio Emergenza-Urgenza 118, così inteso, non può certamente garantire la vera Emergenza negando, di fatto, ai cittadini il diritto alla salute, soprattutto, ai residenti nelle zone periferiche”. É quanto afferma in una nota Alessandro Nicolò, capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Calabria. “Non è ammissibile, infatti, che venga smantellato un altro baluardo a tutela del diritto alla salute in un Paese dove si continuano a registrare tagli, riduzioni e politiche di compressione della spesa sanitaria sempre e solo a danno dei cittadini. Tagliando alla rinfusa - stigmatizza Nicolò - non si raggiungono risultati di qualità; servirebbe, al contrario, un serio e ponderato lavoro di studio e pianificazione che tenga conto delle criticità, delle peculiarità territoriali e della morfologia delle singole realtà. Spegnere le luci dell’assistenza medica notturna, specie alle nostre latitudini, significherà privare le comunità di servizi pubblici essenziali. Come farà il 118 a fronteggiare le tante richieste d’emergenza? Come sarà in grado di raggiungere in tempi celeri e di notte zone impervie e periferiche? Sono tutte domande - continua il Capogruppo di FI - che non trovano una risposta sanitaria efficace e di qualità dentro un’ipotesi di riforma del sistema sanitario nazionale che fa acqua da tutte le parti”. Ad avviso di Nicolò: “Esigenze di austerità e sobrietà, derivanti dall’attuale momento di crisi, non possono prescindere dall'analisi dei particolari contesti sociali, economici, geografici e morfologici. Eppure le linee di azione indicate dal Governo sono poco coerenti con le valutazioni tecniche che, da più parti, sono state poste sul tavolo delle trattative. Siamo dinanzi - incalza Alessandro Nicolò - ad una riforma insensata che va controcorrente rispetto alle indicazioni e ai suggerimenti che provengono dallo stesso comparto Sanità. Il nuovo sistema prevede, infatti, che gli studi medici restino aperti 16 ore al giorno, sette giorni su sette, mentre nelle ore notturne dovrà subentrare il 118 con il servizio Emergenza/Urgenza, eliminando il filtro rappresentato ad oggi dal servizio di continuità assistenziale”. “Un’inversione netta rispetto alla politica sostenuta negli ultimi anni - evidenzia il Capogruppo - tesa a scongiurare l’intasamento dei Pronto Soccorso per i casi non urgenti. Invece, secondo la denuncia dei medici e dei sindacati che sono sul piede di guerra, grazie a questa riforma avverrà l’esatto contrario. Cancellando la guardia medica, i malati, non potendo più beneficiare di visite domiciliari e di consulenze telefoniche, saranno costretti a rivolgersi al Pronto Soccorso anche nei casi meno gravi innescando un vero corto circuito dell’assistenza in emergenza. In tal modo, si rischia solo di generare ulteriore caos con l’inevitabile sovraccarico delle strutture ospedaliere e del 118. Facendoci interpreti delle legittime e fondate perplessità circa la scelta discutibile di sopprimere questi presidi fondamentali, ribadiamo al Governo con fermezza il nostro dissenso e confidiamo in una pronta presa di coscienza da parte del ministro Lorenzin, in seguito all’approfondimento in corso da parte dei propri uffici. Quel che serve – conclude Nicolò - non sono i tagli indiscriminati per fare cassa ma un’azione che, ispirata all’autorevolezza e alla validità degli interventi, sappia superare disfunzioni e deficienze del sistema che, ancora oggi, generano costi ingiustificati e inutili a danno della qualità dell’offerta sanitaria”.
Mongiana, Simbario, Capistrano e Soriano (più di Pizzoni). La proposta iniziale – potenzialmente soggetta a modifiche – di riassetto della continuità assistenziale genera un acceso dibattito sul futuro delle prestazioni sanitarie nel comprensorio montano del Vibonese. Il punto, però, non è la singola questione della soppressione di 4 postazioni di Guardia medica, piuttosto la realizzazione di un’offerta sanitaria che possa soddisfare le esigenze di una popolazione costretta a subire sempre maggiori privazioni. L’assemblea distrettuale dei sindaci non definisce un quadro già chiaro della situazione, ma punta a formulare una proposta organica che tenga conto delle specifiche realtà. Non c’è spazio per gli egoismi, perché il momento storico non lo consente e, dunque, la soluzione va trovata attraverso la condivisione. “Siamo aperti a rivedere le impostazioni – ha infatti spiegato nel corso del dibattito il capo dell’esecutivo della cittadina della Certosa Bruno Rosi – e siamo convinti che non bisogna fare discorsi campanilistici. Chiediamo, però, che all’ospedale di Serra sia riservato lo stesso trattamento di quello di San Giovanni in Fiore”. Questione ripresa, con piglio in parte diverso, dal direttore generale facente funzioni dell’Asp di Vibo Angelo Michele Miceli, che ha sottolineato che occorre “far rendere al meglio i 5 posti letto in Day surgery” del nosocomio. “Dobbiamo cambiare metodo – ha poi affermato – sulla continuità assistenziale, ma anche sull’organizzazione territoriale. È necessario assumere delle determinazioni sulle Guardie mediche. La chiave sta nel collegare l’organizzazione di queste ultime con un miglioramento della Medicina di base”. In pratica, il taglio delle 4 postazioni dovrà coincidere con un maggiore impegno, anche dal punto di vista temporale, dei cosiddetti medici di famiglia. Facile a dirsi, un po’ meno a farlo.
Alla riunione hanno preso parte: il direttore generale facente funzioni dell’Asp di Vibo (Angelo Michele Miceli), il direttore del distretto socio-sanitario n. 2 (Giuseppe Grillo), la responsabile della Medicina di base (Maria Dolores Passante), i sindaci di Serra San Bruno (Bruno Rosi), Capistrano (Roberto Caputo), Fabrizia (Antonio Minniti), Mongiana (Bruno Iorfida), Pizzoni (Tiziana De Nardo), San Nicola da Crissa (Giuseppe Condello), Vazzano (Domenico Villì), il vicesindaco di Dinami (Nino Di Bella), il vicesindaco di Spadola (Angela Valente), il presidente del consiglio di Soriano (Vincenzo Bellissimo) e il delegato di Sorianello (Bruno Ciconte).
“È da tempo che nel nostro territorio assistiamo al completo abbandono delle Istituzioni nei confronti di questa piccola ma importantissima parte delle Serre Calabre. Dopo essere stati trattati come cittadini di secondario livello per quanto riguarda la situazione delle infrastrutture provinciali, ora dovremmo assistere anche alla sottrazione di servizi sanitari essenziali come se nulla fosse?”. È quanto afferma il capogruppo di minoranza di Mongiana Francesco Angilletta che opera le sue riflessioni dopo aver appreso “ dalla proposta di rimodulazione di continuità assistenziale che la postazione di Guardia medica di Mongiana dovrà essere eliminata”. “Per questo motivo come Gruppo di opposizione e membri della Sezione del Partito Democratico di Mongiana – sostiene - abbiamo chiesto e ottenuto un incontro con il direttore sanitario dell’Asp di Vibo Valentia, dottor Miceli. L’incontro si è svolto in maniera estremamente cordiale ed aperta. Dopo averci ascoltato il dirigente ha garantito totale apertura a proposte migliorative che possono uscire dalle assemblee dei sindaci del distretto sanitario di Serra San Bruno. Abbiamo così deciso – spiega Angilletta - di elaborare una nostra proposta migliorativa che è stata consegnata al nostro sindaco nello spirito di collaborazione costruttiva che per argomenti di questa importanza non può e non deve avere colori politici”. Quindi il passaggio centrale del ragionamento: “notiamo come ci sia nella prima proposta di rimodulazione un forte sbilanciamento dei servizi sanitari verso Serra San Bruno, a discapito delle aree circostanti. In particolare il territorio che comprende sia il Comune di Mongiana, ma anche alcune frazione di Serra San Bruno, quale la contrada Ninfo, rimarrebbero sprovviste del presidio di continuità assistenziale dovendo fare riferimento a Serra San Bruno, appunto, o a Fabrizia. Un disagio non da poco, viste le condizioni stradali. Se si considera poi l’ipotesi di ubicazione della Guardia medica di Serra San Bruno nello stesso sito dove saranno già presenti ospedale, pronto soccorso e postazione del 118 diventa evidentissimo lo squilibrio creato tra i territori. Già oggi la postazione di Mongiana rappresenta un presidio importante. Nel 2014 – puntualizza l’esponente democratico - le prestazioni effettuate sono state 1921 mentre a Serra San Bruno se ne contavano 1284. Questo dato rapportato alle popolazioni residenti (779 Mongiana – 6807 Serra San Bruno) rende quasi impensabile la soppressione della Guardia Medica di Mongiana, ma fa anche capire come Serra San Bruno offra già migliori servizi sanitari. Per questi ed altri motivi noi proponiamo all’assemblea del Distretto sanitario di Serra San Bruno di voler valutare in una nuova proposta di rimodulazione lo spostamento della postazione di continuità assistenziale da Serra San Bruno a Mongiana. Il nostro – è la conclusione - non vuole essere una atto di presunzione né di puro campanilismo, bensì un modo per contribuire costruttivamente alla soluzione del problema nella logica di una distribuzione territoriale omogenea dei servizi sanitari che offra al popolo delle Serre Calabre uguali diritti”.