Chiusa la sede di Fincalabra di Vibo. Mangialavori: "Provincia sempre più penalizzata"

"Una Calabria sempre più depauperata ed una provincia di Vibo ignorata dai processi politici regionali; in alcuni casi incomprensibilmente penalizzata”. Ad affermarlo è il consigliere regionale Giuseppe Mangialavori. L’esponente della CdL in Consiglio regionale ricorda che “da circa 14 anni esisteva a Vibo un ufficio della Fincalabra. Presidio che ha rappresentato un riferimento importante nell’ambito della progettazione sui bandi e sui fondi europei. L’assistenza tecnica e l’informazione rese alle imprese del comprensorio vibonese hanno prodotto molti risultati positivi sull’economia. Ciò nonostante, con una comunicazione di qualche giorno addietro, l’ufficio è stato chiuso e la relativa attività trasferita presso la sede di Catanzaro. Se, in linea di principio – riflette Mangialavori -  va accolto positivamente ogni processo di riforma teso alla razionalizzazione delle risorse e ad una maggiore efficienza del funzionamento degli enti regionali, la decisione adottata dall’attuale compagine di governo regionale non sembra tuttavia proiettarsi in questa direzione. Non si comprendono le ragioni di fondo. L’ufficio, infatti, era ospitato nella sede dell’immobile regionale presente su Vibo e quindi non comportava nessuna spesa aggiuntiva. Due gli unici risultati ottenuti: il disagio collegato al trasferimento dei dipendenti e la privazione, per le imprese, di un utile riferimento locale. Vantaggi, nessuno. Risparmi, irrilevanti. Ma, la circostanza davvero incomprensibile, è comprendere per quale ragione, su scala regionale, sia stato chiuso soltanto l’ufficio vibonese. Nei prossimi giorni - conclude Giuseppe Mangialavori - valuteremo l’ipotesi di un approfondimento politico presso le sedi istituzionali deputate. Mi auguro che i rappresentanti regionali eletti nel vibonese si facciano interpreti delle legittime istanze del nostro territorio e si uniscano in questa battaglia perché si possa presto giungere ad una revisione della decisione assunta”.

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