Agguato a Cassari di Nardodipace, tre giovani in manette
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Questa mattina, i carabinieri della Sezione operativa della Compagnia di Serra San Bruno, insieme ai colleghi delle Stazioni di Vazzano ed Arena, hanno eseguito un provvedimento cautelare in carcere emesso dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di tre persone accusate di tentato omicidio e porto abusivo di armi illegalmente detenute.
I fatti risalgono alla serata del 25 giugno scorso, quando, intorno alle 21, un uomo ha segnalato al 112 di essere stato oggetto di colpi d'arma da fuoco mentre percorreva in auto la località Casello Rosso, nei pressi dell'abitato della frazione Cassari di Nardodipace. Nell'occasione, la vittima dell'agguato ha riferito di non aver riportato alcuna ferita e che l'unico colpo andato a segno aveva colpito il veicolo sul quale viaggiava.
Giunti sul posto, i militari della Compagnia di Serra San Bruno e della Stazione di Nardodipace hanno raccolto le dichiarazioni della vittima e di altre persone informate sui fatti.
Una volta avviate le indagini, gli uomini dell'Arma hanno individuato i presunti responsabili in tre giovani del luogo: Ilario e Damiano Ieraci, di 21 e 19 anni ed Ilario Antonio Tassone, di 18 anni.
Per gli investigatori, all'origine del gesto ci sarebbe l’interruzione della relazione sentimentale tra la figlia della vittima e Ilario Ieraci, ritenuto peraltro l'esecutore materiale dell’agguato.
Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, intorno alle 20.30 del 25 giugno scorso, Ilario Ieraci e Ilario Antonio Tassone si sarebbero appostati in una curva, nascosti tra gli alberi ed al passaggio dell'auto della vittima avrebbero esploso 4 colpi di pistola, uno dei quali ha centrato il veicolo.
Una volta compiuta l'azione delittuosa, i due si sarebbero allontanati a bordo di una Fiat Panda guidata da Damiano Ieraci, fratello di Ilario.
Pertanto, alla luce del quadro investigativo e delle risultanze raccolte ed analizzate dagli inquirenti, i tre giovani sono stati raggiunti dal provvedimento con il quale è stata disposta la loro detenzione in carcere.