Vaccini e booster: i dubbi dell’Oms e il silenzio della stampa
- Written by Mirko Tassone
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"Sono necessari e andrebbero sviluppati vaccini contro il Covid-19 che abbiano un alto impatto sulla prevenzione dell'infezione e della trasmissione, oltre che sulla prevenzione di malattie severe e morte".
La dichiarazione fatta durante una conferenza stampa dagli esperti dell'Organizzazione mondiale della Sanità, in un paese con una stampa meno ancillare di quella italiana, avrebbe conquistato la prima pagina dei giornali e innescato un dibattito pubblico. Invece, nella democrazia del pensiero unico, la notizia, nella migliore delle ipotesi, è finita in uno di quei pastoni utili solo a riempire d’inchiostro una pagina
Eppure, le parole degli esperti dell’Oms sembrano essere una chiara bocciatura della scelta di puntare tutto su vaccini che - pur riducendo ospedalizzazioni e decessi – non sembrano adeguati a sconfiggere definitivamente il virus.
Le valutazioni dell’Oms meriterebbero un immediato approfondimento, soprattutto nel momento in cui in Italia si spinge acriticamente sulla vaccinazione dei bambini – dopo aver ripetuto per due anni che non erano a rischio – e sulla somministrare della terza dose – nonostante il Ceo di Moderna abbia fatto capire che con ogni probabilità il booster non durerà a lungo.
A ciò si aggiunga la possibilità, tutt’altro che peregrina, che i ‘vecchi’ vaccini potrebbero rivelarsi inadeguati a contrastare le nuove varianti del virus.
Un’ipotesi, in merito alla quale, gli esperti dell’Oms sembrano avere idee ben chiare: "una strategia di vaccinazione basata su richiami ripetuti dei vaccini attuali ha poche possibilità di essere appropriata o sostenibile - spiegano - in attesa che nuovi vaccini siano disponibili, occorrerà forse aggiornarne la composizione per garantire che continuino a fornire il livello di protezione raccomandato dall'Oms contro l'infezione e la malattia causata dalle varianti".
Affermazioni che fanno il paio con quelle del capo della strategia vaccinale dell’Ema (l’Agenzia europea del farmaco), Marco Cavaleri per il quale “vaccinazioni ripetute a brevi intervalli non rappresentano una strategia sostenibile a lungo termine”. E a proposito di una dose ulteriore successiva alla terza, Cavaleri aggiunge: “non abbiamo ancora dati sulla quarta dose per poterci esprimere, ma ci preoccupa una strategia che prevede di andare avanti con le vaccinazioni a distanza di poco tempo”.
Considerazioni che sembrano mettere in discussione la strategia adottata dal governo italiano per condurci fuori dal tunnel del Covid.
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