Alla Certosa di San Bruno il primo novizio ha ricevuto la "Vestizione"
- Written by Bruno Vellone
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Dopo che il 14 settembre 2015, alla Certosa di Serra San Bruno, c’era stata la riapertura ufficiale del noviziato, il 2 febbraio scorso, trascorsi sei mesi di prova, il primo postulante è stato ammesso come novizio attraverso la cerimonia della “Prima vestizione”. Il novizio riveste l'abito certosino in privato e si fa rasare interamente la testa in segno di consacrazione al Signore. Poi si reca in chiesa dove si prostra in preghiera, ed in preghiera il priore e la comunità tutta gli si fanno intorno e lo accompagnano conducendolo nella sua cella. Da questo momento in poi il novizio resta affidato alla cura del maestro dei novizi, che lo seguirà nei primi cinque anni del suo cammino di formazione. L’abito certosino si compone di una tunica serrata da una cintura di cuoio bianca, e di un lungo scapolare fornito di un cappuccio, che presso i certosini ha conservato l'antico nome di cocolla. I novizi portano sulla veste bianca una cocolla senza bande, che non scende sotto le ginocchia; esattamente come l'antico mantello usato dai pastori del massiccio della Chartreuse, a cui si ispirò l'abito dei primi certosini. Comunità certosina in festa, dunque, alla Certosa di San Bruno con la “scuola” di noviziato dell’Ordine dei certosini che sotto la guida di un padre spirituale permette di conoscere, a chi vuole intraprendere la via della clausura lungo la vita tracciata da Bruno di Colonia, il significato della vita religiosa e della regola certosina nella costante ricerca del dialogo col Signore. La Certosa è tornata ad ospitare i novizi grazie all’autorizzazione del Padre Priore della Grande Chartreuse di Grenoble dom Dysmas de Lassus che ha accolto le istanze del priore della Certosa di Serra San Bruno dom Basilio Trivellato. La buona notizia è che insieme ai novizi sono giunti anche monaci professi andando ad aumentare la comunità certosina serrese e che altri tre postulanti, nei prossimi mesi, riceveranno la “Vestizione”. Il tutto rappresenta una rinascita della comunità monastica serrese fondata da Bruno di Colonia nel 1091 il cui dies natalis ricorre il 6 ottobre quando dalle mura che protegge il “popolo giusto”, il busto reliquiario in argento del ‘500 di scuola napoletana contenente le reliquie del Santo di Colonia viene portato in trionfo per le vie del paese. “Sempre il volto gioioso e la parola mite”, questa la caratteristica di San Bruno e questa sarà la caratteristica dei novizi e dei monaci in cerca della vita contemplativa intesa quale palestra per fare comunione con Dio che vivranno il noviziato in un clima di lieta notizia, una novità attesa per molto tempo e che ora è diventata realtà.