"Il processo di spoliazione delle aree montane e premontane del Vibonese va bloccato con tutti i mezzi leciti per impedire che le comunità interessate siano abbandonate ad un destino in cui non c’è posto per alcuna speranza di sviluppo”. Ad entrare nel merito della paventata chiusura dell’Inps di Serra San Bruno è il direttore regionale del patronato Encal Cisal, Nino Di Bella, che bolla come “inammissibile” quanto sta accadendo ad un territorio che, giorno dopo giorno, perde servizi e prospettive. “Le Serre e l’Alto Mesima – spiega Di Bella – stanno subendo privazioni inaudite. La popolazione assiste a fatti che traducono un dramma sociale e che cancellano ogni possibilità di permanenza nel luogo in cui sono poste le proprie radici. La politica, quella vera, batta un colpo e impedisca questo depauperamento”. Altro rischio per il territorio è “il depotenziamento dell’ospedale ‘San Bruno’”, eventualità che genererebbe “enormi disagi per tutti i cittadini, soprattutto per gli anziani”. L’appello di Di Bella è allora rivolto ai rappresentanti politici ed istituzionali di tutti i livelli affinchè “si adoperino per difendere con le unghie e con i denti un’area che vede avvicinarsi a grandi passi il pericolo di un irreparabile svuotamento”. In sostanza, “si deve intervenire a Catanzaro come a Roma per salvare questo angolo di Calabria che ha ancora la forza e le potenzialità per risorgere”. “Ritengo pertanto che ognuno di noi debba fare la sua parte – sostiene Di Bella – facendo percepire l’amore per questa terra e l’impegno per salvaguardarla. È indispensabile che tutti si rimbocchino subito le maniche – è la conclusione – perchè potrebbe non esserci una seconda possibilità”.