Fabrizia: la "Colonnina di Scellino", ovvero la tristenza di un simbolo che svanisce
- Written by Totò Minniti*
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Osservare un simbolo identitario della nostra comunità cittadina, rappresentato dalla “Colonnina della benzina Q8 di Scellino”, cadere ed essere smantellato, sotto gli occhi increduli e sbigottiti dei fabriziesi, provoca tristezza enorme. Un simbolo narrato e per lungo tempo emblematico dell’anima viva, centrale e pulsante del paese che solo fino a pochi mesi fa era il noto distributore di “Scellino”. Si “Scellino”: gestone dell’impianto e pseudonimo di Raffaele Mamone cuore instancabile e generoso, lavoratore infaticabile nel rigido freddo invernale e il cocente sole estivo, dedito alla sua famiglia, legatissimo al suo paese per averlo rappresentato e dipinto nelle sue varie sfumature attraverso la passione per la pittura e l’hobby che coltivava. Pezzi di lamiera e vetro, congegni meccanici ed elettronici, insegne luminose e serbatoi interrati ne modellavano l’intera composizione nel cui minuscolo chiosco, per lunghi anni, è stato alloggiato in condizioni ristrette il suo gestore. Collocata su Corso Vittorio Veneto, zona centrale del paese, vicino all’edicola, nei pressi di bar e negozi, è divenuta, nel tempo, il luogo ideale e punto di riferimento dei fabriziesi per capannelli, ritrovi serali, domenicali e festivi del passatempo. Anche se da mesi dismessa fra un po’ sparirà per sempre, portando con sé vecchie attrezzature, ricordi ed emozioni, simpatie manifestate, antipatie provate e sentimenti contrastanti legati ai mutamenti sociali di Fabrizia. La tipologia costruttiva originaria fu migliorata in anni recenti, ma la società proprietaria dell’impianto non brillò mai per generosità architettonica, stilistica e tecnologica, curò sempre e solo l’essenziale, la sua remuneratività. Comunque sia con essa, un pezzo di storia identitaria prototipo dell’archeologia commerciale fabriziese, sparirà per sempre senza lasciare più traccia di sé. Assistere inermi alla caduta di un simbolo riporta alla mente il fluire del tempo con i ricordi, più o meno belli, di una comunità di cittadini che col proprio automezzo si recava a fare rifornimento al distributore “Scelliniano”. In un rito identitario che ha scandito l’evoluzione del paese nel succedersi delle sue differenti congiunture e fasi di sviluppo che l’avvento della motorizzazione di massa e gli anni del boom economico contribuì a far crescere. La sua rimozione è anche sentimentale. E’ la privazione, oltre la fredda rappresentazione tecnica economica alla base del suo smantellamento, che lascia nel tessuto sociale del nostro paese un vuoto non spiegabile con le classiche categorie del senso comune, tanto a me che me ne frega! Noi fabriziesi non lo faremo mai trasparire ma quel simbolo identitario intimamente ci mancherà e in fondo ci spiace, pure, vederselo portare via. Il suo smantellamento è pieno di mestizia, intacca la sensibilità interiore di ciascuno di noi che percepisce la perdita per un qualcosa a cui era più o meno legato. Una comunità racconta sé stessa, e forgia suoi caratteri identitari, anche nei sentimenti oscillanti e controversi che prova per quel simbolo espressione, anche, della qualità del servizio offerto al pubblico da “Scellino” al cui distributore si ricorreva e col quale, volente o nolente, ci si confrontava. Era, comunque, uomo generoso e burbero allo stesso tempo, altruista quando si trattava di andare incontro a qualcuno, scocciato se lo disturbavi fuori orario, ma pur sempre affabile e disponibile perché era il suo lavoro, perché è stata la sua attività per la vita. Si c’è malinconia, fra qualche giorno la piazza sarà libera da quell’ingombrante oggetto, la “Colonnina della benzina di Scellino”. La speranza risiede tutta nelle foto e cartoline che lo hanno immortalato e nella memoria e identità collettiva della sua esistenza in rapporto col passato. La scomparsa di quel simbolo identitario mette a fuoco la sua dimensione socio culturale che ciascuno cittadino fabriziese è libero di interpretare secondo proprie soggettive valutazioni.
* Ex sindaco di Fabrizia