Nicolò: "Oliverio impantanato in guerre intestine"
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“Gli alibi sono ormai tutti caduti e il presidente Oliverio deve dire ai calabresi ed al Consiglio regionale come intende muoversi per affrontare prima e poi risolvere almeno le emergenze quotidiane che si abbattono sulla nostra regione, e dare avvio a quella programmazione auspicata”. E’ quanto dichiara il presidente del gruppo consiliare di Forza Italia, Alessandro Nicolò. “L’aver gettato alle ortiche un anno di legislatura inseguendo risibili riforme istituzionali – sostiene Nicolò – è stato uno spreco di inaudita gravità a fronte della martellante richiesta di servizi e di interventi strutturali che i calabresi domandano, giorno dopo giorno, senza avere la benché minima risposta. Sanità, ambiente, trasporti, agricoltura, lavoro, sono questioni fondamentali che strangolano oggi il nostro tessuto sociale, culturale ed economico per la mancanza di interventi e di indirizzi certi, incalzando la Regione che, per la parte di sua responsabilità, nulla decide. Impantanarsi in questi mesi a causa di scontri interni e guerre intestine, da una parte ha accentuato i caratteri della crisi calabrese, offendo lo spaccato veritiero di queste manovre ‘politiche’, poste in essere esclusivamente per blindare un potere, quello del Presidente della Regione, guarnito da una schiera di fedelissimi, a prescindere dalla reale volontà di affrontare decisamente ogni punto di crisi della società calabrese; dall’altra, le dissanguanti polemiche nel Pd, stanno ormai producendo ferite profonde alla credibilità, pur fioca, della Regione, trascinando tutto e tutti dentro un gorgo di nullismo che, alla fine, devasterà anche le minime speranze per un rilancio della nostra terra. Non è con le pseudo riforme dello Statuto, di cui francamente nessuno ne avvertiva l’urgenza – afferma Nicolò - che si costruisce speditezza ed efficacia nell’azione amministrativa della Regione, ma con la consapevolezza di dovere affrontare pesanti questioni accumulatesi nel tempo e che la Giunta Oliverio, invece, sta rimandando sine die. Tutto ciò, inoltre, è gravato dall’incapacità manifesta di questa maggioranza di centrosinistra di trovare ascolto e considerazione nel Governo nazionale, i cui effetti, in maniera implacabile, ridondano in Calabria, creando un clima poco costruttivo per affrontare in maniera ferma problematiche dinanzi a cui finora Oliverio e il centrosinistra hanno dedicato balbettii politici e stasi amministrativa. Quando una maggioranza – continua Nicolò – si dimostra efficace e tatticamente manovriera soprattutto nell’occupazione delle poltrone che contano del sottobosco clientelare, come il centrosinistra sta dimostrando, allora vuol dire che la Calabria reale sta perdendo l’ennesima battaglia per tirarsi fuori dalla crisi. Tutto ciò certifica e spiega, i dati sono di qualche giorno fa, la fuga di migliaia di studenti universitari che scelgono di formarsi fuori dalla Calabria, in atenei di altre regioni, depauperando così il valore aggiunto della conoscenza e della cultura della nostra terra, arricchendo, in tutti i sensi e con grandi sacrifici delle famiglie, le aree più forti del Paese. Nessuno chiede miracoli – sottolinea Nicolò - ma non è più tempo per lasciare spazi a discussioni di mero potere, di ragionamenti legati alle prospettive dei singoli, a posizionamenti di privilegio in vista delle prossime consultazioni elettorali, a costruire o mantenere, insomma, fortune politiche a discapito dell’interesse generale. E’ un quadro ormai in rapida decomposizione che senza un forte ritorno della politica nella sua espressione più alta, con il coinvolgimento del Consiglio regionale ed il completamento degli organismi istituzionali, segnerà indelebilmente la vita democratica e civile della nostra regione. Per ultimo: apprendiamo dal capogruppo del Pd, Seby Romeo, che egli ha introdotto un'altra ‘riforma’: quella della tempistica della legislatura. Non più cinque anni, ma quattro, dovrebbe durare, visto che egli sostiene che da oggi inizierebbe la legislatura. Forse non si è reso conto che è trascorso un anno senza far nulla, solo proclami, senza risposte al sistema produttivo calabrese che attende da novembre con apprensione la ripartenza di un sistema che e invece è ancora in panne. Una realtà mai vissuta prima durante l’arco dell’esperienza regionalista, un assurdo istituzionale di cui il capogruppo del Pd non si rende conto dei danni che ha provocato”.
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