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Guerra dei Gal, Pileggi presenta il ricorso al Tar

Il Cogal Monte Poro ha presentato ricorso al Tar della Calabria contro il decreto della Regione del 26 ottobre scorso  con il quale si assegnano i fondi destinati dal Psr allo sviluppo rurale dell’area territoriale del Vibonese.

Il ricorso è motivato dal presupposto che il “costituendo Gal Terre Vibonesi ha presentato un partenariato che si sovrappone a quello del Cogal Monte Poro - Serre Vibonesi che ha approvato il suo Piano di Azione locale il 25 luglio scorso per essere trasmesso alla Regione Calabria".

“Che la Regione Calabria abbia prestato più dell’occhio di riguardo al costituendo Gal Terre Vibonesi – ha commentato il presidente del Cogal Paolo Pileggi - per essere lo stesso di emanazione politica di accordi trasversali tra correnti del PD e di FI, risulta ampiamente dalle contestazioni che il Cogal sottolinea rispetto alle procedure e al merito del punteggio assegnato.

Il ricorso al Tar si è dunque reso necessario al fine di fare chiarezza su una vicenda caratterizzata da favoritismi e clientela. L’avviso pubblico della Regione Calabria  avrebbe dovuto selezionare i Gal sulla base di criteri oggettivi e qualitativi, per attuare le strategie locali finalizzate allo sviluppo rurale”.

Caso Gal, Movimento Crescere Insieme: “Minniti sta portando il Comune di Fabrizia al baratro”

Riceviamo e pubblichiamo:

Sicuramente il tono con cui il primo cittadino si rivolge all’unica voce coraggiosa di dissenso presente attualmente a Fabrizia, la dice lunga sul suo stato d’animo e sulla difficoltà in cui si sta trovando ad amministrare.

Affermazioni offensive e diffamatorie quelle rivolte dal sindaco Minniti al Movimento Crescere Insieme, in risposta ad una legittima osservazione fatta dal movimento circa la perdita di finanziamenti europei dovuti alla scelta “solitaria” degli attuali amministratori di aderire al Gal Monte Poro, esclusa com’è noto dai finanziamenti europei.

Se il primo cittadino, il cui atteggiamento non è certamente tra quelli che saranno ricordati per eleganza, democrazia e dialettica civile, pensa di intimorire un Movimento che ha tra i suoi scopi quello di vigilare e denunciare illegalità nella gestione della cosa pubblica, si è fatto mali i conti.

Invece di prendere coscienza del suo fallimento e del tentativo ormai palese di gestire nel suo interesse e senza confronti costruttivi la cosa pubblica, si rivolge a noi additandoci come setta.

Noi conosciamo il senso del termine “setta” che il sindaco usa in tono dispregiativo e senza conoscerne il significato.

Voglia allora comprendere che il Movimento Crescere Insieme è un’espressione alta e nobile del “diritto di associazione costituzionalmente garantito”, che, usando il senso etimologico del termine setta che deriva dal latino sequi ossia seguire, segue  un obiettivo che è quello di smascherare le malefatte di un sindaco ormai allo sbando, privo di legittimazione popolare che non ha saputo amministrare nell’interesse della collettività  ma il cui  unico impegno è stato in questi ultimi mesi quello di sostituire consiglieri, condizionarli a dimettersi forse perché scomodi o perché con un pensiero divergente dal suo.

Se seguire la verità, l’interesse dei cittadini, l’operato dell’amministrazione per coglierne la pochezza e la mediocrità, i fallimenti di questa gestione che sta portando il Comune di Fabrizia al baratro e fuori dal contesto territoriale e dallo sviluppo, allora per noi è meglio essere “setta” che gestire la cosa pubblica come fosse propria e non essere aperti al confronto.

Continueremo sulla strada della legalità e del controllo giornaliero sull’attività amministrativa di questo sindaco che non ha più un Consiglio comunale legittimo (per i motivi che sono stati ampiamente e diffusamente denunciati), e che a mandato elettorale ormai scaduto (i cinque anni di mandato scadono proprio in questo mese), vede concretizzarsi il suo fallimento.

Nel merito della vicenda è proprio il sindaco Minniti a non aver capito il meccanismo dei finanziamenti dei Gruppi di Azione Locale (GAL) e a non aver capito che il fatto che il territorio comunale di Fabrizia sia ricompreso, così come tutti gli altri comuni, tra i territori beneficiari delle azioni del GAL, non significa che il Comune di Fabrizia avrà finanziamenti dal GAL di cui è rimasto escluso.

Seguendo quello che è uno degli obiettivi del Movimento Crescere Insieme, infine, ci dichiariamo disponibili a spiegare al primo cittadino le dinamiche che evidentemente non conosce e che potrebbe capire meglio leggendo i diversi comunicati e le polemiche che il mancato finanziamento del Gal Monte Poro ha comportato.

 

 

 

 

 

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Guerra dei Gal, Pileggi accusa: “Inciucio Censore-Mangialavori, su questo marciume non possiamo tacere”

Ha deciso di fare parlare i fatti, le carte, le regole. Quello che nello “sviluppo” locale sono diventate da interpretare. Ma ci sono date, riunioni, scadenze. E anche storie. Tra tutte quelle degli oltre 5 milioni di fondi Comunitari destinati alla programmazione 2014-20 - misura 19 del Psr Calabria - da gestire per lo sviluppo del territorio e che sono stati “affidati” al nuovo partenariato “Terre Vibonesi”.

Paolo Pileggi, con calma, ha fatto il punto in riferimento a quella che ha definito “una battaglia per la trasparenza e la legalità”. Lo ha fatto nell’annunciare la richiesta di accesso agli atti già presentata e il ricorso al Tar, senza escludere la possibilità di bussare alla “porta” della Procura.

Perché il presidente del Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi di stare in silenzio contro “la congiura di palazzo” non ne ha voglia. Ed era un fiume in piena, questa mattina, nella sala Carbone della Camera di Commercio.

Accuse e denunce circostanziate. Così come gli atti e le delibere che avvolgono il “caso”. Quello che ruota intorno al Piano di azione locale “e Vibo è stato l’unico territorio che ha presentato due Piani”. Due, ma il vincitore è stato uno. Uno, il nuovo Gal. “E la Regione – ha affermato - l’ha fatta “grossa”. Un riferimento neanche troppo velato a quella definita come “congiura di palazzo, orchestrata sul territorio alla quale hanno partecipato rappresentanti istituzionali”. Un “inciucio” “trasversale tra Pd e Forza Italia”. I suoi esponenti locali, quindi, quelli chiamati in causa. Quanti oggi siedono in Parlamento e quanti alla Regione. Tra gli uni e gli altri, la “mano” dell’esecutivo Oliviero e, in primis, come già aveva denunciato nei giorni scorsi, il consigliere regionale delegato all’Agricoltura Mauro D’Acri.

LA RIUNIONE A SANT’ONOFRIO. Quindi, è dalla costituzione del nuovo Gal – quello che ruota intorno all’onorevole Bruno Censore, un nome “sussurrato” e mai fatto ad alta voce, quanto quello di Giuseppe Mangialavori – e dalla lettera di convocazione del 28 luglio alla riunione organizzata a Sant’Onofrio che è partito Paolo Pileggi. 

Il 28 luglio, una data significativa, perché “arrivava tre giorni dopo che il nostro partenariato aveva approvato la bozza del Piano di azione locale e lo aveva trasmesso”. Una lettera considerata “lungimirante, con timbri e firme”. A fare la convocazione, il sindaco di Sant’Onofrio che annunciava la presentazione del Gal “e indipendentemente da quanto affermato da D’Acri – ha spiegato Pileggi – quest’ultimo ha partecipato a quella riunione dopo che il partenariato si era costituito secondo le regole, e non si è mai visto un arbitro che incontra una delle squadre in gara”.

Particolari, quindi, che attraversano tempo e spazi, perché “cosa è accaduto tra 28 luglio e 2 settembre” è la domanda che si è posto - retoricamente - il presidente del Cogal, prima di “incrociare” un altro particolare e, ossia, quello relativo alla determinazione del Comune di Gerocarne “che impegnava  euro, assegnando incarichi a 4 persone con un avviso pubblico del 18 agosto”. Incarico assegnato “a 4 consulenti di Cosenza con determinazione del 6 settembre”. Le stesse quattro persone “che erano anche presenti alla riunione di Sant’Onofrio”.

Tanti casi, coincidenze, vicende che “si intrecciano ma che – ha incalzato – sono fatti incontestabili. E i fatti ci dicono che non c’è stata linearità”.

LA GUERRA DELLE DELIBERE. Ergo, dopo cosa è successo? “Io – ha proseguito Pileggi – la chiamo la guerra delle delibere, con il richiamo agli ordini di scuderia da parte di Pd e Forza Italia degli uomini del partito per determinare gli atti e la costituzione dell’altro partenariato”. In tal senso, per il presidente del Cogal sono stati “eloquenti i Consigli comunali”. Perché a questo punto, con il tempo che scorreva, occorreva procedere alla revoca al vecchio partenariato per passare al nuovo, considerato che era al vecchio Cogal che avevano aderito negli anni molti dei Comuni, quelli con cui il percorso per il Piano di azione locale era stato discusso. Prima del nuovo Gal, comunque.

Così, da Gerocarne a Rombiolo, “dove è avvenuto che la minoranza ha contestato e messo in evidenza che si trattava di una diatriba interna al partito e riguardante solo la gestione dei fondi”; e anche a Spilinga “qui – ha chiosato – è successo di tutto e di più, con il Comune che aveva partecipato alle riunioni del Cogal che approvava la bozza per convocare subito dopo il Consiglio per aderire al nuovo Gal senza dare neanche la possibilità di spiegare cosa stava succedendo”.

Anche perché una domanda Pileggi in questa direzione se l’è posta: “quale strategia, quale proposta hanno valutato, come l’hanno confrontata con la nostra?”

Altro Comune, altra revoca e determina, poi, con Nardodipace, “ente sciolto per mafia, dove gestisce l’amministrazione la commissione straordinaria che ha deliberato l’adesione al nuovo Gal il 21 settembre, senza motivazioni particolari, se non che altri Comuni l’avessero pure fatto e senza valutare la nostra proposta già approvata e trasmessa anche alla stessa Commissione”.

Quindi, anche un’altra domanda: “Perché la Commissione interviene il 21 settembre?”. Anche in questo caso, una domanda retorica. “Ve lo dico io perché - ha sentenziato Pileggi – perché senza quella delibera il loro partenariato non lo avrebbe avuto”.

Questo “il marciume” sul quale, ha aggiunto, “non potevamo tacere”.

IL RUOLO DELLA REGIONE. Un percorso ad ostacoli, consumatosi in neanche un’estate. Con una proroga concessa di una settimana “guarda caso a chi aveva bisogno di tempo” e che, vede quale attore protagonista “anche la Regione”. Anche qui, quelle “date che tornano”: il 25 luglio il Cogal approva la bozza del Piano di azione locale, e dal 28 luglio parte “il meccanismo per il nuovo Gal. E 18 comuni erano nel nostro partenariato, come se uno sottoscrivesse un impegno e poi potesse dimenticarsene. Le procedure – ha ribadito – dicono che quando si forma un partenariato diverso, chi esce deve darne comunicazione al capofila”. Una regola anche per non procurare danno al soggetto che, come in questo caso, stava partecipando ad una gara. “Loro dovevano comunicarlo e così non è avvenuto. Se non quando in corsa – ha spiegato Pileggi – hanno tentato di correre ai ripari, e in questo la proroga ha aiutato solo questo Gal”. Una proroga chiesta “a quanto abbiamo saputo da AssoGal Calabria e io che ne faccio parte non sapevo nulla” e con la quale “si è consentito al nuovo Gal di sistemare le cose”.

Ma la Regione, per Pileggi, doveva preoccuparsi “di verificare i requisiti di partenza”. Non l’unica “crepa”, comunque, questa per lo stesso che, poi, ha anche spiegato di aver fatto richiesta alla Regione “il 23 settembre alle ore 17 di poter essere presente all’apertura dei plichi che riguardavano la Misura 19. E la Regione mi ha risposto che le sedute pubbliche afferiscono alla disciplina dei contratti di lavoro e non all’erogazione dei contributi come nel caso specifico”.

E sempre dito puntato contro la Regione “che non ha pubblicato neanche la graduatoria provvisoria. Perché non per questa misura mentre per le altre sì? Per me l’hanno fatto perché altrimenti sarebbe venuto fuori l’imbroglio. Noi non vogliamo l’esclusiva, ma vogliamo chiarezza e trasparenza e D’Acri stia tranquillo perché io non sparo pietre a caso”.

Vuole chiarezza, quindi, Pileggi e la pretende, “in gioco c’è il modo di utilizzare i fondi europei e stiamo valutando come fare arrivare questi elementi alla Commissione Europea dando innanzitutto un’informativa al mediatore europeo. Non dico di avere ragione ma voglio capire se i fondi devono essere usati con trasparenza. È il regolamento europeo a parlare di informazione e trasparenza. È stato così?”.

LE LINEE GUIDA. Quindi, sulle procedure è Lello Greco, esponente del Cogal, che si è soffermato “su quelle regole, linee guida, prescrizioni” che sono chiari. E che proprio lo Sviluppo locale di tipo partecipativo presuppone. Così, come i tempi, “un tempo minimo indicato tra 6 mesi e un anno come dicono le linee guida”, per predisporre il lavoro. Così come fatto dal Cogal “lo sviluppo locale lo fa il territorio con il pubblico e il privato e noi abbiamo fatto così, già il 15 novembre 2013 insieme ad un primo nucleo abbiamo siglato e definito l’accordo di partenariato”. Circa 40 incontri che si sono susseguiti “e gli ambiti di intervento lo abbiamo fatti nel marzo 2014, si tratta di 3 anni di lavoro”.

Chissà, si è domandato, forse troppo tempo. Ma, dall’altro lato, la certezza che sia stato, anche troppo poco. “Con l’incarico che hanno dato ai tecnici il 6 settembre 2016”. Così quei tempi che tornano “e i dirigenti del Dipartimento Agricoltura non potevano non sapere. E qui si tratta di trovare un soggetto idoneo a cui affidare 5 milioni di euro”. Tempi che non coincidono, molto stretti per cui dal Cogal si sono chiesti anche su quali basi “siano state fatte le scelte dei Comuni che hanno aderito”.

Quindi, è ad una riunione del 15 febbraio 2016 del Comitato di sorveglianza della Regione che ha fatto riferimento. Allora si dovevano stabilire i requisiti “e sulla Misura 19 dalla lettura del verbale emerge che  della valutazione delle capacità ed esperienze si è passati da un punteggio da assegnare pari a 6 ad 1. E alla richiesta di spiegazioni di AssoGal, non è seguita una motivazione”.

LE CONCLUSIONI. Chiarezza, quindi, su quelle che sono state considerate falle e irregolarità, quanto chiesto. Fatti e coincidenze per cui chiedono trasparenza. Lì dove lo “zampino” della politica per il Cogal sembra averci messo del suo, così come “pressioni” sono state denunciate, “ci sono state telefonate – ha spiegato Pileggi – per richiamare all’ordine e l’argomentazione era ‘o venite con noi o il tuo Comune non avrà finanziamenti’”. Tra i Comuni molti a “firma” Pd e tanti altri FI “ci sono Zambrone, Zungri, Simbario, Monterosso. È chiaro un accordo tra le parti” così come verità si è chiesta “su un possibile conflitto di interessi tra i tecnici che sono stati chiamati come consulenti e la Regione”.

Una “grande amarezza - come ha concluso Pasquale Fera – perché qui diamo gestione a chi non ha esperienza e puntini puntini capacità che non si sono mai confrontati con le problematiche del territorio”.

Questa la denuncia fatta stamane. In una sala piena di sindaci, esponenti politici. Molti del Pd, come il sindaco di Filadelfia, di San Nicola da Crissa Giuseppe Condello ma anche l’ex consigliere regionale Pietro Giamborino. Un Pd diviso anche in questo caso. Per una vicenda che, comunque, sembra essere solo alle battute iniziali. Mentre lo sviluppo del territorio attende. In standby. 

Guerra dei Gal, Pileggi accusa i censoriani: “Ordita una congiura, investiremo la magistratura”

“La congiura di palazzo organizzata sul territorio vibonese da una corrente politica del Partito Democratico in modo trasversale con una corrente di Forza Italia è riuscita nel suo obiettivo per l’apporto che la congiura ha avuto dall’amministrazione regionale guidata dall’onorevole Mario Oliverio attraverso il suo delegato all’Agricoltura onorevole Mauro D’Acri”. Lo afferma il presidente del Cogal “Monte Poro-Serre Vibonesi” Paolo Pileggi che aggiunge: “che si trattasse di un disegno preordinato destinato al successo, si è capito sin dalla riunione convocata appositamente dal sindaco di Sant’Onofrio per dar vita ad un ‘nuovo Gal’ del 28 luglio scorso alla presenza appunto, dell’onorevole Mauro D’Acri coadiuvato dall’onorevole Michele Mirabello  e con la benedizione dell’onorevole Brunello Censore. Del dopo, la cronaca ha dato ampia notizia sullo sviluppo della vicenda e il Cogal ‘Monte Poro-Serre Vibonesi’, non ha mancato di denunciare l’assenza di una proposta (a proposito qualcuno la conosce?) e la campagna di millantato credito circa l’accordo con l’amministrazione regionale (adesso possiamo dire non millantato credito ma legittimo sospetto). Se l’amministrazione regionale ha esercitato eventuali illegittime pressioni per favorire il ‘il partenariato Terre Vibonesi’ – ammonisce Pileggi - lo riscontreremo a seguito di quanto accerteremo con l’accesso agli atti che questa mattina abbiamo inoltrato alla Regione Calabria tramite l’avvocato Giuseppe Pitaro. Di certo, il Cogal ‘Monte Poro-Serre Vibonesi’, non mollerà di un millimetro per affermare trasparenza, concorrenza e corretto utilizzo dei fondi Comunitari destinati alla programmazione 2014-2020. In questo senso riteniamo che il ricorso al Tar sia immediatamente possibile, in quanto emerge chiaro, che il partenariato ‘Terre Vibonesi’ si è costituito senza osservare presupposti essenziali, quali che, ogni comune può partecipare ad un solo partenariato o Gal e che eventuali recessi (effettivamente avvenuti) da un partenariato, debbano essere comunicati al partenariato di prima appartenenza, in ossequio alle norme che vietano ad un partenariato di trasformarsi in ‘partecipata pubblico privato’  in quanto avrebbe lo stesso scopo sociale. Per non parlare della componente privata. La stragrande maggioranza delle categorie economiche presenti sul territorio del Vibonese – rileva ancora Pileggi - sono nel partenariato o soci del Cogal che riveste il ruolo di capofila. L’amministrazione regionale ha valutato tutto ciò? Da quello che emerge dalla sola lettura del decreto di selezione dei Gal in attuazione della misura 19 del Psr Calabria sembrerebbe proprio di no. La Regione, per come si evince, si è occupata invece di nominare ‘un supporto alla commissione di valutazione’, per quale motivo? L’amministrazione regionale è stata poca attenta, a mio avviso, anche per non aver valutato l’incompetenza, l’assenza di trasparenza e l’assenza di capacità a gestire correttamente i fondi comunitari. Basta guardare la determina n. 86 del settembre 2016 dell’Ufficio Tecnico del Comune di Gerocarne, capofila del partenariato ‘Terre Vibonesi’, per rendersi conto delle mie affermazioni. La Regione Calabria si è assunta una grave responsabilità riguardo la destinazione e l’uso dei fondi comunitari che non possono essere ritenuti proprietà di una corrente politica. Per questa ragione – è la conclusione - la nostra azione politica è finalizzata a investire le magistrature competenti anche europee qualora dalla documentazione che abbiamo chiesto di acquisire con l’accesso agli atti dovesse confermare le considerazioni esposte”.

Guerra dei Gal, Pileggi: “Più forti delle congiure di palazzo, vogliamo decisioni imparziali”

Il Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi con protocollo numero 0280438 de 16.09.2016 ha depositato presso la Regione Calabria il Piano di Azione Locale a seguito dell’apposito avviso pubblico a fine giugno per attuare la misura 19 del Programma di Sviluppo Aree Rurali. Pur essendoci stata la proroga determinata con apposito decreto dal Dipartimento Agricoltura, come annunciato più volte il Cogal nei tempi previsti ha elaborato la proposta da presentare dopo un lungo lavoro di concertazione con il territorio e dopo aver espletato le tutte le procedure formali. La proroga è stata dal Cogal contestata prima ancora dell’emanazione del decreto in quanto considerata “sbagliata e inopportuna”: innanzitutto perché “non era un buon segnale per il rispetto dei tempi di attuazione della programmazione 2014-2020 visti i ritardi accumulati” e poi perché “la proroga avvantaggia soltanto chi improvvisa e si propone di raggiungere obiettivi diversi rispetto alla corretta e coerente programmazione”. “Quello che ha vissuto e sta vivendo il territorio del Vibonese – sostiene il presidente Paolo Pileggi - è emblematico. Si propone la costituzione di un nuovo Gal, ritenendo che la partecipazione dei Comuni, minimo il 40% del territorio, rappresentasse la condizione per usufruire delle risorse finanziarie messe a disposizione con la misura 19 del Psr Calabria, ingaggiando, per raggiungere questo loro proposito una vera e propria campagna fondata su promesse e ricatti. Il fatto che le risorse destinate dalla misura 19 dovessero andare agli investimenti privati è stata per il ‘costituendo Gal’ la prima smentita; che la congiura di palazzo non era sufficiente, la seconda; che la proposta  da presentare a seguito dell’avviso pubblico non era una passeggiata da commissionare a soggetti esterni al territorio, la terza; che l’iniziativa del costituendo ‘nuovo Gal’ sia stata il solo interesse dell’accordo trasversale tra correnti di PD e Forza Italia, la quarta. Il loro obiettivo di non consentire al Cogal di presentare la sua proposta con un partenariato sufficiente – attacca Pileggi - è miseramente fallito. Le congiure di palazzo sono state adeguatamente contrastate. Sul piano dei contenuti la proposta del partenariato pubblico-privato di cui capofila il Cogal, ha messo in evidenza una strategia di sviluppo per le aree rurali puntando sullo sviluppo di turismo sostenibile, agroalimentare e beni culturali individuando una serie di interventi finalizzati a rafforzare le reti tra gli operatori economici. Aspettiamo di sapere su che cosa, su quale strategia su quali interventi ‘il nuovo Gal’ o per meglio dire la somma di delibere di Amministrazioni comunali, hanno inteso organizzare e proporre una proposta alternativa al Cogal.. Aspettiamo. Avranno la cortesia almeno di farcelo sapere prima del 23 Settembre. Per conto nostro, siamo sicuri di aver fatto un buon lavoro per il territorio. Il partenariato pubblico-privato ha approvato la proposta di Piano di Azione Locale con l’assemblea del 25 luglio, il Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi nella qualità di capofila dello stesso partenariato con l’assemblea del 2 settembre regolarmente convocata, ha approvato tutta la documentazione e gli elaborati da trasmettere alla Regione Calabria. Adesso – conclude - aspettiamo la valutazione e decisione imparziale della Regione Calabria”.

I Gal e il “cappello” sullo sviluppo: la guerra fra Censore e Callipo

In un territorio arretrato come il Vibonese, che spesso deve fare i conti con la zavorra del clientelismo e gli effetti nefasti del passato, “fare sinergia” diventa terribilmente difficile. Le aspettative sono direttamente proporzionali alla rivalità, lo sviluppo viene inteso come “un gioco a somma zero”. Fra i singoli si manifesta talvolta una malcelata invidia sociale che si traduce nel tentativo di screditare l’avversario. Lo scontro si sposta fra aree, territoriali o politiche che siano. Riprova della tendenza alla “diversificazione” sono le modalità di elaborazione di strategie per la crescita economica, che a queste latitudini si trasformano in “progetto politico”. E la politica porta alla divisione, in casi estremi alla concretizzazione della teoria “mors tua vita mea”. La nascita di un nuovo Gal su ispirazione della componente censoriana del PD, che di fatto rappresenta un elemento di rottura rispetto agli attori del Cogal Monte Poro – Serre Vibonesi, è l’esempio lampante della differenza di “programmi” fra quelli che paiono “sistemi” concorrenti. Sistemi di gestione di risorse (e dunque di potere) che, a seconda dell’indirizzo vincente, spostano gli equilibri dello sviluppo territoriale. Per comprendere il livello di tensione è sufficiente rileggere la parte finale di una nota vergata da Gianluca Callipo: “In queste ultime settimane ha preso forma il progetto di alcune forze politiche di costituire un altro Gal, in antitesi a quello Monte Poro – Serre Vibonesi, attivo dal 1994. Si tratta del chiaro tentativo di dare una connotazione di parte alla promozione dello sviluppo territoriale, cercando contestualmente di dirottare i finanziamenti europei verso una precisa fazione politica. L’adesione di Pizzo al Gal storico della provincia vibonese, quindi, rafforza la sua azione e contribuisce a riportare l’attenzione sui contenuti progettuali piuttosto che sulla mera appartenenza politica come, invece, altri preferirebbero fare”. Parole pesanti come macigni, che non hanno bisogno di interpretazioni, che vanno confrontate con quelle della controparte, che testimoniano una guerra politica senza quartiere. Che va avanti anche quando in ballo c’è il futuro del territorio, al di là di quello che viene proclamato dai palchi. E, d’altronde, se i paesi del Vibonese perdono, anno dopo anno, i loro giovani migliori che fuggono verso opportunità non condizionate, un motivo dovrà pur esserci.

Pizzo aderisce al Cogal Monte Poro. Callipo: “No a connotazione di parte dello sviluppo”

“Le strategie che ispirano il progetto del Cogal Monte Poro - Serre vibonesi, basate sul turismo sostenibile, sulla valorizzazione delle filiere agroalimentari e sulla promozione delle eccellenze, sono in perfetta sintonia con l'idea di sviluppo della Città di Pizzo”. Il sindaco Gianluca Callipo spiega così l'adesione del Comune napitino al consorzio Gruppo azioni locali, basato su un partenariato tra soggetti pubblici e privati che vede la partecipazione di numerose amministrazioni vibonesi. “Come territorio che ripone nel turismo e nella tipicità di alcuni prodotti le sue principali ambizioni di crescita - spiega Callipo - riteniamo importante dare il nostro contributo di idee partecipando alle attività consortili e aumentando così le chance di finanziamento per Pizzo attraverso i fondi europei. La recente approvazione da parte del Cogal di un articolato Piano di azione locale, che sarà presto presentato in Regione per accedere ai fondi destinati alla crescita dei settori citati, rappresenta un'importante opportunità per la nostra Città che non intendiamo sprecare”. Da qui, dunque, la scelta del Consiglio comunale di ratificare l'adesione decisa dalla giunta ed entrare a pieno titolo nel Gal Monte Poro, rafforzando ulteriormente la sua compagine grazie alla partecipazione del secondo Comune per estensione della provincia vibonese. “In queste ultime settimane - conclude Callipo - ha preso forma il progetto di alcune forze politiche di costituire un altro Gal, in antitesi a quello Monte Poro - Serre vibonesi, attivo dal 1994. Si tratta del chiaro tentativo di dare una connotazione di parte alla promozione dello sviluppo territoriale, cercando contestualmente di dirottare i finanziamenti europei verso una precisa fazione politica. L'adesione di Pizzo al Gal storico della provincia vibonese, quindi, rafforza la sua azione e contribuisce a riportare l'attenzione sui contenuti progettuali piuttosto che sulla mera appartenenza politica come, invece, altri preferirebbero fare”.

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Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi, approvato all’unanimità il Piano di azione locale

Si è svolta, presso la sala riunioni della Camera di Commercio di Vibo Valentia, l’assemblea dei soci del Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi con all’ordine del giorno discussione della proposta di Piano azione locale da presentare alla Regione Calabria a seguito dell’avviso pubblico che prevede la sua presentazione entro il 16 settembre. La compagine sociale pubblico-privato composta da 46 Enti, ha approvato all’unanimità il Piano di azione locale, illustrato dal presidente Paolo Pileggi. "Con l’assemblea dei soci – spiega quest’ultimo in una nota - si conclude il lungo lavoro svolto sul territorio per elaborare e proporre un programma di interventi  finalizzato al sostegno dell’imprenditoria locale, condiviso dagli enti pubblici e privati. Il Piano di azione locale era stato già approvato dal partenariato pubblico-privato con l’assemblea del 25 luglio; in ottemperanza a quanto previsto dall’avviso pubblico della Regione Calabria il Cogal, regolarmente costituito, nel suo ruolo e funzione di capofila, ha prodotto l’ultimo passaggio formale e sostanziale e dunque pronto per trasmettere alla Regione Calabria lo stesso piano. I contenuti della strategia locale elaborata dal partenariato pubblico-privato prevede – precisa Pileggi - interventi mirati a sostenere il Turismo rurale con investimenti finalizzati ad accrescere e qualificare l’offerta turistica (fattorie didattiche e sociali); le micro filiere dei prodotti locali; l’artigianato artistico presente nell’area montana; la realizzazione di impianti per la trasformazione dei prodotti locali da destinare alla commercializzazione; la realizzazione di punti vendita  aziendali dei prodotti provenienti dalla stessa azienda; investimenti per la realizzazione di servizi comuni finalizzati a sostenere l’associazionismo tra gli operatori del turismo rurale e dell’agroalimentare. Il Piano di azione locale approvato dall’assemblea dei soci Cogal rappresenta dunque un articolato e complesso programma di investimenti per sostenere la micro economia locale e l’occupazione; un programma dal quale partire per costruire una più ampia programmazione per il territorio vibonese con i Progetti  Integrati per le Aree Rurali (PIAR) di cui beneficiari saranno gli enti locali per attivare interventi infrastrutturali e i Progetti Integrati di Filiera (PIF). Il Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi, ha aderito a due importanti progetti di filiera, uno riguarda le produzioni biologiche e coinvolge l’intero territorio della provincia di Vibo Valentia, il secondo riguarda il comparto olivicolo e coinvolge il territorio collinare e montano della stessa Provincia. Con questa impostazione, si ritiene, che il coordinamento di più strumenti attuativi del Programma di sviluppo aree rurali della Regione Calabria, possa dare al territorio Vibonese, l’impulso necessario per utilizzare al meglio i fondi comunitari programmazione 2014-2020 e realizzare i risultati migliori per la crescita dell’economia locale”.

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