Fondi comunitari: Sculco avanza dubbi sui criteri di distribuzione
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“La questione del programma di utilizzo dei fondi strutturali che l’Unione Europea mette a disposizione della nostra regione, rappresenta un punto decisivo della Legislatura. E' un argomento che suscita grande interesse, attese e speranze in tutti i cittadini calabresi. Non c'è luogo - ha sostenuto la consigliera regionale di Calabria in Rete, Flora Sculco intervenendo in Aula ed annunciando un ordine del giorno - territorio, realtà sociale, imprenditoriale e l'insieme del mondo del lavoro che non consideri queste risorse e gli obiettivi che si perseguono come un'opportunità straordinaria da utilizzare al meglio, per affrontare e risolvere i tanti, complessi, problemi che vive da troppo lungo tempo la Calabria. È dal lontano 1994, cioè da quando le politiche di intervento a favore delle aree con ritardo di sviluppo sono passate dalla responsabilità dei singoli Stati a quella dell' Unione Europea, con il primo intervento dei cosiddetti Piani operativi e poi a seguire fino al 2013, che la Calabria, ciclicamente è interessata da cospicui e massicci investimenti europei. Bisogna tuttavia riconoscerlo: il bilancio che si è fatto in tutti questi anni non è stato, e non è, tuttora un bilancio positivo ed esaltante. La Calabria è rimasta inchiodata, ancora oggi, nelle cosiddette aree contrassegnate da forti processi di arretratezza economica e sociale. Con i primi provvedimenti amministrativi che questo Consiglio ha approvato si è provveduto, opportunamente, a recuperare e riprogrammare ingenti risorse dell'intervento comunitario 2007-2013 che correvano il rischio del totale disimpegno. Si tratta di alcune centinaia di milioni di euro - ha aggiunto Flora Sculco - che, ancora una volta, sarebbero stati sottratti alla quasi generalità dei territori della Calabria. È stata ed è, questa, un'operazione lungimirante ed intelligente, di riprogrammazione e di reimpiego, fortemente voluta dal presidente Mario Oliverio, a cui va riconosciuto il merito di aver agito prontamente e con determinazione per evitare che la Calabria subisse, anche e soprattutto per propria colpa, un enorme salasso. La vera sfida, tuttavia, che siamo chiamati ad ingaggiare, e magari vincere, è quella del Piano Operativo Regionale 2014-2020. Penso e ritengo, che possiamo e dobbiamo farcela, perché questa volta, l'impegno ad un pieno ed efficace utilizzo dei Fondi Europei, si potrà realizzare in un'auspicabile e dichiarata assunzione di responsabilità da parte del Governo nazionale. Finalmente, si prende atto che la “questione Mezzogiorno” dentro cui c’è la grande “questione Calabria”, non sono questioni settoriali e marginali, ma costituiscono il cuore dei problemi dell'Italia intera”. Nella parte conclusiva del suo intervento Sculco ha asserito: “Tuttavia non posso non evidenziare che in quest’aula ci sono stati interventi, in particolar modo quello dell’onorevole Carlo Guccione che ha posto rilievi non secondari e, che, se fondati, pregiudicano le basi di riferimento su cui è stato costruito l’intero piano operativo. In secondo luogo, osservo che il piano operativo sembra essere allo stato sbilanciato, compromettendo la visione generale ed unitaria che deve invece essere contenuta nel nuovo ciclo di programmazione e che bisognerà necessariamente recuperare e correggere. Mi riferisco alla disattenzione verso l’intera area ionica calabrese che sembra essere stata dimenticata dai cosiddetti grandi interventi. Se questa disattenzione non venisse recuperata, correremmo il rischio di riproporre ciò che abbiamo storicamente contrastato come Calabria, ossia lo schema Nord/Sud col conseguente divario di sviluppo, realizzando noi, qui, in Calabria, un Sud del Sud, una periferia nella periferia”. Infine, ad avviso della consigliera regionale: “Se saremo in grado di recuperare questi deficit di impostazione, di visione e di strategia, allora potremmo dire che ci sono tutte le condizioni, sia pure con ritardo rispetto alla tabella di marcia prevista e necessaria, per attivare concretamente un percorso operativo che , come ho già detto, non solo è quanto mai urgente per la difficile situazione che vive la nostra regione, ma è anche e soprattutto fortemente auspicato ed atteso da tutti i cittadini calabresi. In questi mesi abbiamo avuto modo di ascoltare promesse e proclami, dichiarazioni d’impegno e auspici per il rilancio del Mezzogiorno e della Calabria. Ora servono i fatti! Serve un'efficiente ed efficace organizzazione della struttura burocratica della Regione, che deve essere , come non mai, indirizzata ed orientata a servire il forte desiderio di crescita e di sviluppo della Calabria”.
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