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Verifica sulle esenzioni ticket, l’Asp chiede il conto: l’ira dei cittadini delle Serre

Sono bastati pochi giorni e nelle Serre è scoppiata una sorta di “psicosi”. Non si tratta di timori che toccano la salute, ma le tasche. La lettera partita dall’Asp e indirizzata ai cittadini che hanno usufruito di prestazioni sanitarie avendo dichiarato di aver diritto all’esenzione del ticket sta generando sentimenti ben diversi dalla felicità in questi giorni di festa. L’oggetto (D.M. Ministero Economia e Finanze 11.12.2009: “Verifica delle esenzioni, in base al reddito, della compartecipazione alla spesa sanitaria, tramite il supporto del sistema Tessera Sanitaria” – Avvio attività di recupero)  sembra una perfetta espressione del “burocratese”, l’essenza del contenuto è di quelle che fanno drizzare le orecchie. Le prime righe scuotono, infatti, anche i più disattenti: “in relazione alle prestazioni di cui ha indebitamente usufruito in regime di esenzione per reddito  dovrà provvedere al versamento della somma di ... euro”. In pratica, diversi cittadini avrebbero usufruito nel 2011 di alcune prestazioni senza pagare il ticket nella convinzione di essere esenti, ma dai controlli sarebbe emerso che tale diritto sarebbe stato insussistente. Allarmante è poi la parte finale della missiva: “decorso inutilmente il termine assegnato, senza che sia stato effettuato il pagamento o fornita la relativa documentazione giustificativa, le sarà inibito l’accesso a nuove prestazioni di specialistica ambulatoriale a carico del Servizio Sanitario Nazionale fino all’atto della regolazione del debito pregresso” e “sarà, in ogni caso, avviato il recupero coattivo delle somme dovute”. E i cittadini, già amareggiati per i continui tagli e per il depotenziamento dell’ospedale, non fanno mistero della loro ira: vedersi recapitare dopo 4 anni un “avviso” di questo genere non può far piacere a padri di famiglia che, magari, un lavoro non ce l’hanno più.

La Calabria che scappa: si svuotano Chiaravalle e Dinami. Cresce Reggio

Sono da studiare ed approfondire i dati riguardanti i movimenti di popolazione inseriti fra le pieghe del “Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR) per gli anni 2016-2018” in discussione lunedì a Palazzo Campanella e concernenti il nuovo millennio. Semplicemente osservando il relativo grafico si coglie subito la sostanza dei numeri: le aree montane vivono un inarrestabile declino, mentre le coste riescono a registrare un lieve incremento di residenti. Sono soprattutto Chiaravalle Centrale, Dinami e San Giovanni in Fiore a subire il calo più netto in termini percentuali, mentre fra le città svetta, in senso positivo, Reggio (a dispetto delle rilevazioni sulla qualità della vita del Sole 24 Ore). Le cifre, però, non vanno solo lette, ma sviscerate e capite tenendo conto di un complesso di fattori che sfuggono alla matematica. La principale causa di emigrazione dei calabresi è senza dubbio l’assenza di lavoro, aggravata dalla perdita di postazioni pubbliche e dei servizi (dunque dai tagli) e dalla crisi economica. Chi si laurea trova spesso la realizzazione professionale solo varcando i confini regionali: la “partenza” delle migliori energie si trasforma nella riduzione delle possibilità di sviluppo alimentando il circuito perverso. La sfiducia nelle Istituzioni, la disgregazione sociale, la carenza infrastrutturale sono problematiche da affrontare con urgenza e da cui dipende il futuro della realtà meridionale, ma la soluzione pare poter essere concretizzata solo nel lungo periodo. Con la precarietà non si costruiscono le famiglie: il modello socio-economico va ripensato, il sistema dei valori deve essere recuperato. Obiettivi, questi ultimi, che nell’epoca della competizione globale possono essere centrati a patto di abbandonare la logica del pretendere l’assistenza (senza rinunciare ai propri diritti) e di acquisire una mentalità incentrata sulla cultura del lavoro e della solidarietà sociale.

Serra, la danza come veicolo per la pace: folla per l'evento della New Gymnasium

Grande successo per l’evento “Dance and pray for peace”, promosso ed organizzato dall’associazione sportiva dilettantistica New Gymnasium dance e fitness del presidente Gregorio Tassone con il patrocinio e la collaborazione del Centro provinciale Libertas di Vibo Valentia. La manifestazione ludico-sportiva-ricreativa dedicata alla danza sportiva si è svolta nei giorni scorsi a Serra San Bruno presso Palazzo Chimirri. In una sala gremita di spettatori le allieve dell’associazione seguite con costanza e passione dalla maestra di danza Rossella Corsaro hanno dato vita ad uno spettacolo all’insegna della fantasia e della creatività: diverse, infatti, le coreografie messe in atto con grande entusiasmo da bambine e ragazze di diverse fasce di età. Notevole apprezzamento ed entusiasmo è stato manifestato da parte degli oltre 250 spettatori che a fine spettacolo hanno accompagnato l’uscita delle allieve con un lungo applauso. Soddisfazione è stata espressa dalla maestra Corsaro che si è complimentata con tutte le sue allieve ed ha ringraziato tutti coloro che hanno dato il loro contributo per l’ottima riuscita dell’evento a partire dall’amministrazione comunale di Serra che ha concesso l’utilizzo gratuito della sala per lo svolgimento della manifestazione. Presente alla serata Francesco De Caria, esponente regionale del Centro Nazionale Libertas, ente di promozione sportiva a cui l’associazione è affiliata: “mi complimento con la maestra Rossella Corsaro e con l’associazione – ha affermato - per il lavoro svolto e per lo spettacolo offerto, frutto indubbiamente di grande passione per la disciplina. Ci tenevo ad essere presente alla serata per testimoniare ancora una volta il supporto e la collaborazione che viene data a tutte le nostre associazioni sparse nel territorio calabrese ed in continua crescita”.

Serra, psicomotricità: quando il gioco diventa sistema educativo

Piccoli lavori dal grande significato. Quanto realizzato presso la sede del Distretto socio-sanitario dai bambini che usufruiscono del servizio di psicomotricità rappresenta un esempio da comprendere, approfondire e sviluppare. Questi bambini, dai 3 fino ai 13 anni, che lamentano alcune disabilità che possono interessare l’espressività motoria, l’aspetto cognitivo o il linguaggio stanno seguendo un percorso educativo con la terapista Assunta Giofrè che sta cercando di migliorare le loro capacità relazionali e far superare le difficoltà neuropsicologiche attraverso un sistema basato sulla partecipazione ludica attiva. Quindi non solo esercizi e giochi statici, ma un’interazione coinvolgente. Con l’utilizzo di materiale riciclato, sono stati costruiti scenari natalizi e invernali, lavorando sulle grandezze e sulla concentrazione. Un’attività divertente che permette di accrescere l’autostima di chi la esercita rafforzando la sicurezza nei propri mezzi.

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