'Ndrangheta, noto ristorante sequestrato a Bologna
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Questa mattina, i finanzieri del Comando provinciale di Bologna hanno eseguito un provvedimento cautelare emesso dal gip del locale Tribunale, a carico di 4 soggetti, uno dei quali ritenuto contiguo alla ‘ndrina “Piromalli” di Gioia Tauro, sottoponendo a sequestro l’intero complesso aziendale (conti correnti, beni immobili e quote societarie) di un noto ristorante ubicato a Modena.
Il decreto è stato emanato su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, in seguito alle indagini eseguite dai baschi verdi bolognesi nell’ambito dell’operazione “Radici”.
L’operazione, prendendo le mosse dal monitoraggio di cospicui investimenti immobiliari e societari riconducibili a soggetti di origine calabrese, ha fatto luce sulle infiltrazioni nel tessuto socio-economico dell’Emilia Romagna di organizzazioni criminali di stampo mafioso radicate in Calabria, portando, a ottobre del 2022, all’esecuzione di 23 misure cautelari personali e al sequestro di beni per un valore di circa 30 milioni di euro.
I successivi approfondimenti investigativi, incentrati su uno dei principali indagati, ritenuto “a disposizione” della potente cosca “Piromalli” di Gioia Tauro, hanno ora consentito di ricostruire analiticamente le movimentazioni dei conti correnti bancari e i negozi giuridici riconducibili alla società a capo del ristorante sottoposto a sequestro.
In particolare, nel corso delle indagini è emerso che l’indagato, già noto alle forze dell'ordine per violazioni alla disciplina sugli stupefacenti, reimpiego di proventi illeciti, associazione per delinquere, reati contro il patrimonio, reati contro la persona e porto abusivo di armi da fuoco, nonché indicato da vari collaboratori di giustizia quale contiguo alla criminalità organizzata calabrese, al fine di eludere l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali, avrebbe fittiziamente intestato a terzi compiacenti le quote sociali, i conti correnti e tutti i beni strumentali riconducibili al ristorante da lui gestito in maniera occulta sotto le “mentite spoglie” di semplice cameriere.
Il Tribunale di Bologna, condividendo l’esito delle indagini e in accoglimento delle richieste formulate dalla Dda, ha disposto il sequestro diretto dell’intero complesso aziendale, del valore complessivo di oltre mezzo milione di euro.
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