Referendum, il Comitato Pro Serre in campo per il No
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"Un NO per difendere la Costituzione dagli attacchi perpetrati dal governo nazionale per meri interessi di potere". Inizia così una nota diffusa dal Comitato civico Pro Serre. "Dopo la recente campagna No Triv, in occasione del referendum abrogativo indetto lo scorso aprile per porre fine alle concessioni sulle trivellazioni entro le 12 miglia, il Comitato Civico Pro Serre - è scritto nel comunicato - riparte da un nuova battaglia referendaria aderendo al Comitato per il NO al referendum costituzionale del prossimo ottobre. Dopo la personalizzazione politica di una riforma che si vorrebbe far passare come la soluzione ai problemi generati dalla politica stessa, diviene di estrema importanza diffondere le ragioni del NO in merito al disegno di legge costituzionale Renzi-Boschi, che cancellerebbe l’identità della Repubblica italiana nata dalla Resistenza. Per questo il Comitato Pro Serre ha aderito al 'Comitato per il NO nel Referendum sulle modifiche della Costituzione' di Gustavo Zagrebelsky (presidente onorario), ufficializzando l’adesione per il tramite del coordinamento nazionale e degli esistenti sodalizi territoriali e assumendo così le vesti di Comitato locale per il NO a Serra San Bruno. Il Comitato ha deciso di sposare, divenendo parte attiva, i principi per i quali il Ddl Boschi – che ha la presunzione di modificare la Carta dei padri costituenti – non avrebbe motivo di esistere in quanto lesivo della Costituzione e prodotto da un esecutivo illegittimo nella sostanza: «Il disegno di legge costituzionale Renzi-Boschi è inaccettabile – sostiene il coordinamento nazionale – per il metodo e per i contenuti e lo è ancor di più in rapporto alla legge elettorale (52/2015) già approvata. Nel metodo: è stato costruito per la sopravvivenza di un governo e di una maggioranza privi di qualsiasi legittimazione sostanziale dopo la sentenza con la quale la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità del 'Porcellum'. Molteplici forzature di prassi e regolamenti hanno determinato in parlamento spaccature insanabili tra le forze politiche, portando all’approvazione da parte di possibili maggioranze raccogliticce e occasionali, rese unicamente dal premio di maggioranza dichiarato illegittimo. Nei contenuti: la cancellazione della elezione diretta dei senatori, la drastica riduzione dei componenti — lasciando immutato il numero del deputati — la composizione fondata su persone selezionate per la titolarità di un diverso mandato (e tratta da un ceto politico di cui l’esperienza dimostra la prevalente bassa qualità) colpiscono irrimediabilmente il principio della rappresentanza politica e gli equilibri del sistema istituzionale». In sostanza, il vero obiettivo della riforma, fatta passare dagli ideatori come la panacea di tutti i mali, è lo spostamento dell’asse di potere istituzionale a favore dell’esecutivo". "Un piccolo passo verso la dittatura - termina il documento trasmesso - contro cui il Comitato lotterà promuovendo campagne di sensibilizzazione mirate a diffondere le ragioni del NO".
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