Il presidente del comitato "Mastro Bruno" scrive al sindaco e "agli amici di Serra"
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Riceviamo e pubblichiamo
"Ricordo avevo circa dieci anni e numerosi amici, allora i bambini eravamo veramente tanti, e con le festività arrivava puntualmente un qualche complesso bandistico famoso e noi bambini quasi istintivamente, capendo niente di musica chiedevamo spiegazioni su tutto, ottoni, pelle dei tamburi, insomma un accerchiamento, un assedio. Ci ascoltavano, ci davano indicazioni, lumi, chiarivano i “perché”. Sembrava fossimo allievi del conservatorio e loro i maestri. Ci davano indicazioni su come precedere o seguire la banda, per non disturbare la sensibilità dei tanti appassionati. Oggi è rimasta solo la”banda” e se mancasse la musica il silenzio sarebbe preferibile a ciò che, oggi, le “bande” ci suonano e ci propinano.
Orbene, con la mia personale opera e con quella dei simpatizzanti e volontari del Comitato Civico “Mastro Bruno”, ci si sforza di rendere più bella o migliore l’immagine della nostra terra; diversamente recheremmo offesa grave ai figli e ai nostri giovani, ai quali, non porgiamo minimamente le scuse per i danni loro provocati, ma addirittura li critichiamo senza renderci conto che, come tante altre volte scritto, già da tempo avviene, ci giudicano già con un’altra religione, con un altro codice.
Tali comportamenti ormai da anni caratterizzano la società, le istituzioni, le associazioni e similari. Chiunque abbia un incarico, in particolare, un sindaco, un assessore, non può pretendere di parlare di filosofia o di altri argomenti se disconosce la filosofia e l’essenza degli argomenti su cui decidere.
In assenza di cooperazione tra Istituzioni e comitati civici (non di affari) trionfa l'indifferenza, e, pessima cosa, l’intercalare “me ne fotto” e le conseguenze si traducono spesso in reato di omissione tante volte impunito.
Se qualsivoglia amministrazione, associazione, comunità, ritenessero di poter fare a meno della società civile e/o dei relativi comitati civici o di poter governare ignorando la cultura, relegarla all’ultimo posto solo per poter sostenere di possederla, ne pagheranno la scelta. È la storia.
Per concludere ribadisco che io, in qualità di presidente, e gli amici associati del comitato civico “Mastro Bruno” continueremo a fare il nostro dovere. La solitudine che non amo, se fosse indispensabile, non ci fa paura".
Giacinto Damiani
Presidente Comitato Civico “Mastro Bruno”
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