L’italiano che fondò Odessa. L’epopea di Giuseppe de Ribas al servizio di Caterina II
- Written by Mirko Tassone
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Nelle cronache di questi giorni riecheggia spesso il nome di Odessa. La più importante città portuale della costa settentrionale del Mar Nero rappresenta, infatti, uno degli obiettivi dell’avanzata russa. Situata tra le foci dei fiumi Dnepr e Dnster, Odessa è la quarta città ucraina per numero d’abitanti e una delle più rinomate località turistiche del Paese. Percorrendone le strade, s’intuisce un solido e ancora apprezzabile legame con l’Italia. A darne ampia testimonianza, è la sua strada principale: Derybásivska Úlitsa. Il nome, per quanto possa apparire poco pertinente con il Belpaese, rimanda invece a un nobile napoletano - Giuseppe de Ribas - cui si deve la nascita della città. Oltre ad aver fondato la perla del mar Nero, de Ribas è stato uno dei protagonisti della storia russa della seconda metà del XVIII secolo.
Figlio dell’irlandese Margaret Plunkett e di Miguel de Ribas y Buyens, un esponente della piccola nobiltà spagnola arrivato a Napoli al seguito di Carlo di Borbone, era nato all’ombra del Vesuvio nel 1749, dove, all’età di 16 anni, era entrato nella Guardia napoletana con il grado di tenente. Nel 1769, a Livorno, incontrò colui che ne avrebbe cambiato la vita: il comandante in capo della flotta russa conte Aleksei Orlov, fratello di uno dei tanti amanti di Caterina II, Grigorij Grigorevic Orlov. Arrivato nel Mediterraneo con la flotta del Baltico per ingaggiare battaglia con le marina ottomana in occasione della prima guerra russo turca, Orlov rimase affascinato dal giovane ufficiale napoletano capace di esprimersi correttamente in sei lingue diverse. Decise quindi d’ingaggiarlo come interprete, proponendogli di trasferirsi a San Pietroburgo. L’avventuroso de Ribas non ci pensò un attimo e pochi mesi dopo, nel luglio del 1770, sotto le insegne della nuova bandiera, prese parte alla vittoriosa battaglia di Chesme contro la flotta turca, la prima combattuta da navi russe nel Mediterraneo.
Arrivato a San Pietroburgo, assunse il nome di Osip Michajlovic Deribas ed entrò nella scuola militare del ‘Primo corpo dei cadetti’. Nella capitale, dove più tardi sarà raggiunto dai fratelli - Emanuele, Andrea e Felice - costruirà un’importante rete di relazioni, complice anche il matrimonio con la ciambellana di Caterina II, Anastasija Ivanovna Sokolova. Alle nozze, celebrate nel 1776 nella chiesa del palazzo imperiale di TsárskoyeSeló, alla periferia di San Pietroburgo, parteciperà anche la zarina che, pochi anni dopo, diventerà madrina delle due figlie della coppia.
Promosso colonnello, nel 1783 entrò al servizio del nuovo favorito dell’imperatrice, Grigorij Aleksandrovic Potëmkin, che seguirà nei territori dell'Ucraina meridionale, da questi amministrati dopo le conquiste ottenute ai danni del sultano. Sulle sponde del mar Nero, de Ribas entrerà definitivamente nella storia, partecipando alle più importanti battaglie della Seconda guerra russo turca (1787-1792). Dopo aver preso parte allo scontro navale dell'estuario del Dnepr, all'assedio della fortezza di Ochakov, de Ribas conquisterà l'isola di Berezán e il villaggio di Khadjibei con la fortezza di Yeni Dunyia, dove nel 1794 fonderà Odessa. Non solo, il suo intervento si rivelerà decisivo per espugnare l’agguerrita piazzaforte d’Izmail posta alla foce del Danubio. Sarà lui, infatti, a elaborare insieme al generale Suvorov, il piano d’attacco che, in poco più di dodici ore, farà cadere una delle città più fortificate d’Europa. Alla presa d’Izmail parteciperà, non solo con un contributo di carattere strategico, ma prendendovi parte sul campo, con un’audace e mai tentato prima attacco dal fiume che aprirà una breccia decisiva nelle difese ottomane. Per i suoi servigi, nel 1791 venne promosso contrammiraglio e posto al vertice della flotta russa del mar Nero. Grazie alla straordinaria conoscenza delle lingue, nel 1792, fece parte della terna di plenipotenziari mandati a firmare il Trattato di Jassy, con il quale l'Impero Ottomano cedette alla Russia l'intera sponda settentrionale del mar Nero.
Nel corso della sua folgorante carriera, De Ribas non limitò le sue attività ai soli ambiti militare e diplomatico. Alla sua intraprendenza si deve, infatti, la nascita della San Pietroburgo del mar Nero, ovvero Odessa. Fu lui a proporne la fondazione a Caterina II, sul lungo in cui sorgeva Khadjibey, il villaggio che aveva conquistato nel 1789. Il progetto prese vita il 22 agosto 1794, con l’inizio dei lavori di costruzione del porto e della nuova città di cui de Ribas diventerà il primo governatore. Ricevuta la promozione ad ammiraglio, continuò a dare impulso alla realizzazione del nuovo insediamento, destinato, nel volgere di pochissimi anni, a diventare la principale porta marittima della Russia meridionale. Deciso a fare di Odessa una ‘Napoli orientale’, vi fece confluire una composita e vivace comunità italiana che lascerà un’impronta indelebile nella vita della città. Tra i nuovi arrivati, anche il fratello Felice, che dopo aver prestato servizio nell’esercito russo, diventerà un intraprendente commerciante, nonché il console del Regno di Napoli fino alla morte avvenuta nel 1845.
Nel frattempo, con l’ascesa al trono dello zar Paolo I le cose erano cambiate. A subire le conseguenze dell’ondata di diffidenza che colpì gli uomini più in vista al servizio di Caterina II, anche Giuseppe de Ribas il quale, nel 1797, venne richiamato a San Pietroburgo, dove morirà in circostanze misteriose il 2 dicembre 1800. A mettere fine ai giorni dell’intraprendente napoletano sarebbe stata una grave malattia, tuttavia non mancano le ipotesi di un avvelenamento dovuto al coinvolgimento nella congiura contro lo zar. I suoi resti furono sepolti nel cimitero di Smolensk, a San Pietroburgo, dove una lapide ricorda che: "Prese una fortezza inespugnabile e costruì una città magnifica". Una città nella quale il nome di de Ribas rivive non solo nella principale arteria stradale, ma anche in uno dei più bei parchi cittadini e nell’imponente monumento dedicato a Caterina II sul quale troneggia anche la sua statua.
Come se non bastasse, a renderne imperitura la fama, ci ha pensato lord Byron il quale, nel Don Giovanni, ne ha ricordato le gesta compiute durante l’assedio d’Izmail.