Soverato, folla per Nicola Gratteri: tutto esaurito per la presentazione del libro “Complici e colpevoli”
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"Se io potessi rimarrei per sempre a Catanzaro”. Lo ha ribadito il procuratore della Repubblica Nicola Gratteri nel corso di un partecipato incontro pubblico a Soverato. Evento di grande richiamo, incentrato sulla presentazione del suo libro “Complici e colpevoli” (Mondadori).
Il magistrato ha dialogato per un'ora e mezza con il giornalista Francesco Pungitore, davanti a circa duecento persone. Altrettante, non trovando più posto, hanno affollato l'esterno della struttura che ha ospitato l'evento. L'intervista ha toccato i punti salienti del saggio, scritto insieme allo storico Antonio Nicaso.
Dopo il saluto di Leonardo Taverniti, presidente del Circolo Velico (che ha organizzato la manifestazione in collaborazione con la libreria “Incontro”), Pungitore ha introdotto l'autore ricordandone “il ruolo che ormai occupa in Italia e nel mondo, in termini di autorità morale che dà speranza”. Concetto testimoniato dalla costante onda popolare di vicinanza al procuratore di Catanzaro e al suo impegno antimafia.
“La gente ha sempre più bisogno di capire, di sapere, di prendere posizione” ha commentato Gratteri che ha esordito richiamando l'evoluzione della 'ndrangheta, dalle sue radici ottocentesche fino ad oggi, affermatasi quale organizzazione criminale tra le più ricche e potenti al mondo. La stessa 'ndrangheta, così come le altre mafie, ha spiegato Gratteri, sono diventate qualcosa che va ben oltre il semplice fenomeno di criminalità organizzata. Mentre le bande criminali si organizzano esclusivamente per commettere una serie di reati, i gruppi mafiosi tendono anche a instaurare legami con la politica, a condizionare il funzionamento delle istituzioni, a interferire nelle attività economiche. Non si limitano più, dunque, a trafficare droga o a estorcere denaro, ma esercitano una forma di potere in grado di condizionare la società in cui si incuneano.
Nel libro emerge, in particolare, la pervasività della 'ndrangheta nelle regioni del Nord Italia. Territori che hanno letteralmente “spalancato le porte” ai mafiosi, spesso con la compiacenza della politica, dell'imprenditoria locale e il colpevole silenzio delle istituzioni.
“Ho una bellissima Procura e a fine mese ci trasferiremo nella nuova sede” ha anche detto Gratteri, sottolineando la “voglia” di continuare il proprio lavoro per la Calabria, a Catanzaro. Non è mancato un accenno alla legge sullo scioglimento dei consigli comunali, nei termini di una proposta più incisiva rispetto alla norma attuale, con maggiori poteri ai commissari prefettizi che si insediano negli enti fortemente sospettati di collusioni con le cosche. Infine, una stoccata alla politica, nel suo insieme: “Non sto vedendo una volontà politica di combattere le mafie nel rispetto della Costituzione. Non la sto vedendo proprio”.
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