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Il libro: Max Otte "Fermate l'Euro Disastro!"

Una vittoria carica di significati quella di Tsipras, alle recenti elezioni politiche greche. Un risultato sperato da quel campo trasversale che contesta l’Europa delle tecnocrazie, responsabili di aver trasformato l’austerity in una sorta di divinità ai cui piedi far inginocchiare i popoli. La netta affermazione di Syriza, conquistata sulla base di un programma che si propone di mettere alla porta il rigore, induce più che mai ad interrogarsi se è possibile uscire dalla crisi ed a quale prezzo. Domande cui ha cercato di rispondere, in un agile ed interessante volume, pubblicato da Chiarelettere, l’economista tedesco Max Otte. Nel suo “Fermate l’euro disastro”, l’autore propone una chiave di lettura della crisi, delle sue origini e dei suoi effetti decisamente controcorrente. Il volume più che un saggio, rappresenta un agile compendio di ciò che tutti dovrebbero sapere ma che nessuno ha il coraggio di dire. L’analisi di Otte parte dalla denuncia di quelle che definisce le tre menzogne raccontate dai politici e cioè che è necessario salvare la Grecia, l'euro e l'Europa: «Queste sono tre menzogne politiche. Poiché né l'Europa, né i cittadini, né quelli dei paesi creditori come la Germania hanno tratto alcun vantaggio dai 110 miliardi di euro messi a disposizione dei paesi europei nel 2010 come pacchetto di salvataggio del Fondo monetario internazionale e come prestiti bilaterali». Secondo Otte, i beneficiari dei pacchetti di salvataggio «sono le banche d'investimento e i super ricchi». Una denuncia cui si accompagna la previsione che i piani di salvataggio non salveranno «l'Europa. Al contrario, andranno a vantaggio dell'oligarchia finanziaria, a cui la politica, divisa al suo interno, si è volontariamente sottomessa». Tanto più che i nodi centrali della crisi non vengono neppure lontanamente affrontati. Otte si chiede, infatti, «come può essere che il rating concesso a un titolo da un’agenzia privata sia il requisito fondamentale perché quello stesso titolo possa essere acquistato?  E ancora – come può essere che molte legislazioni nazionali prescrivano che il rating debba essere emesso da tre agenzie anglosassoni: Moody’s, standard & Poor’s o Fitch? Sono istituti che hanno quasi sempre sbagliato le loro previsioni e [che forse] giocano un ruolo come strumento di potere politico». La soluzione, quindi, è «quella di mettersi con pazienza e poco alla volta a rifondare il funzionamento dell’Unione europea, non solo quella monetaria». Una soluzione per la quale è necessario, preliminarmente, che la politica affranchi se stessa dal «dominio dell'oligarchia finanziaria».

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