“Il presidente Oliverio, insieme al neocommissario Scura, ha affrontato nella conferenza stampa di qualche giorno fa il nodo Fondazione Campanella. Nella conferenza stampa il presidente ha dichiarato che non esiste nessun atto che impegna la Regione Calabria a salvare la Fondazione Campanella, anzi esortava chi detenesse qualunque atto a titolo segreto di farglielo avere. Bene, il Codacons di Serra San Bruno, anche non facendo parte dei servizi segreti, ha scovato i famigerati atti che non sono affatto coperti da vincolo di divulgazione, bensì accessibili a tutti”. L’associazione a tutela dei consumatori prosegue nella sua battaglia a difesa della struttura che si occupa dei malati oncologici e tira fuori i documenti che ritiene possano rappresentare la soluzione al caso. “Nello specifico - precisa Antonio Carnovale - si tratta di una delibera di giunta regionale, nella quale la Regione impegna chiaramente l’Ente a sostenere la Fondazione Campanella con una cifra ben definita nello stesso atto, cioè i famosi 29 milioni di euro, somma condivisa dalle parti e oggetto di una bozza di atto transattivo indicato nella parte di premessa della delibera. Rappresenta, dunque, un’ingiustificata inesattezza dichiarare che non vi sono atti di impegno assunti formalmente dalla Regione Calabria. Gli atti sono molto chiari – puntualizza il responsabile del Codacons - non altrettanto appare la volontà, invece, di darvi esecuzione. Chi ha espresso dichiarazioni in questi giorni sa benissimo che la delibera di giunta è un atto formale con efficacia e rilevanza giuridica, nel quale si manifesta ed è affermata la volontà degli organi collegiali dell'Ente nell’esercizio della potestà amministrativa agli stessi attribuita dalla legge”. Carnovale entra nei dettagli del provvedimento e spiega che “una volta approvato l’atto, ogni Organo coinvolto nello stesso è obbligato a porre in essere quanto contenuto nella delibera, pertanto, non può razionalmente sostenersi che gli Organi amministrativi della Regione non siano stati investiti della decisione, per quanto detto, vincolante dell’Organo politico collegiale, anche perché, si legge nella delibera, l’allora commissario ad acta Pezzi ‘ha manifestato disponibilità a procedere ad evitare la messa in liquidazione della Fondazione’, dunque, se l’Organo amministrativo ha manifestato disponibilità, si presume che sia stato preventivamente interpellato, ergo interessato. Non appare realistico – insiste Carnovale - quanto sostenuto dal subcommissario Urbani che dice di dover dividere la ‘questione regionale’ dalla ‘questione sanitaria’, il tenore della delibera va in tutt’altra direzione, palesando un chiaro interessamento del commissario ad acta alla questione che riguarda il polo oncologico”. Il Codacons auspica poi che “si possa procedere nella direzione indicata dalla ‘bussola della legalità’ di cui Oliverio ha parlato in conferenza stampa che non può che essere l’esecuzione degli impegni vincolanti assunti dalla Regione per ridare dignità ai malati oncologici, alle loro famiglie e ai dipendenti della Fondazione. Speriamo – è la conclusione -che l’approvazione dell’Ordine del giorno di ieri del consiglio regionale possa rappresentare un primo, anche se non sufficiente, passo alla rinascita del polo di eccellenza”.