La Serie A del Crotone e l'ignavia della Calabria
- Written by Ulderico Nisticò
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A costo di parere antipatico, devo pur dirlo che in serie A di calcio non sono andate né la Calabria né la città di Crotone, ma una squadra e una società di calcio, con il sostegno della tifoseria. Capisco gli entusiasmi, ma lasciamo perdere che “inizia il riscatto” e roba del genere; e siccome sono io il primo a sentirmi prudere i polpastrelli a scrivere versi (magari in greco acheo!) in onore di Milone, Faillo e Astilo eccetera, magari con “l’ultimo dei Crotoniati è il primo dei Greci”, io per primo vi ricordo che sono tutti defunti quasi ventisei secoli fa. Complimenti, però, al Crotone, F.C. Crotone. Prima di rivolgere i complimenti anche a Crotone, sarei lieto di conoscere se e cosa abbia fatto Crotone per la vittoria del Crotone; e cosa abbia fatto la Calabria che oggi esulta. Io, per esempio, non ho fatto un bel nulla al di là di chiedere ad amici o leggere i risultati. Poi mi viene a mente che in A è andato il Catanzaro; e così accadde alla Reggina. Sappiamo com’è finita. Ora che il Crotone c’è, sarebbe bello ci potesse anche rimanere con dignità. E qui tutti, me incluso, dobbiamo fare qualcosa. Devono fare più di qualcosa la città e la provincia di Crotone; deve fare moltissimo la Regione. La Regione Calabria, con un atto di coraggio, deve varare una legge regionale che garantisca concreti e sicuri interventi a favore delle società sportive di ogni specialità che raggiungano serie nazionali, e perciò portino in Italia l’immagine della nostra terra con qualche onore, e senza i soliti antimafia segue cena e piagnistei vari. Una legge semplice e chiara: già basterebbe sostenere (almeno in gran parte) le spese di trasferta e quelle di ospitalità delle squadre altrui, giustificando la cosa anche solo come promozione turistica, come di fatto sarebbe. Meglio che rimandare indietro i soldi… Intanto, evviva il Crotone.