Soriero, Patruno e la matematica
- Written by Ulderico Nisticò
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Non ho niente contro Soriero; e assieme a Patruno ho tenuto diversi convegni in Puglia, e c’era, e lo ringrazio, quando ho fatto rappresentare nella Provincia, a Bari, il mio “Eleonora e Michelina”; e i meridionalisti che oggi imperversano erano all’asilo quando io lavoravo per la revisione storiografica, e posso esibirvi libri con editrice e data; e allora i vari Pino Aprile non li sentiva nominare nessuno manco a casa loro. Premessa necessaria a capire che qui io faccio solo un discorso di matematica; quella matematica che è sempre di più un’opinione. Soriero, per esempio, dimostra con i numeri, in un suo fortunato libro, che Gioia Tauro non solo è un porto ricchissimo, ma è e sarà la causa diretta delle attività dei porti di Trieste e Genova, e quindi della loro ricchezza. Con gli stessi numeri, scopriamo che a Gioia ci sono 500 (cinquecento) in cassa integrazione finché dura, poi a spasso; e ciò perché non arrivano navi. E non parliamo di Isotta Fraschini e fabbrica americana di superauto, il tutto solo a chiacchiere. La matematica è un’opinione? Patruno va dicendo che il Sud rinascerà e farà rinascere l’Italia, l’Europa, l’Occidente, il Pianeta, il Sistema Solare, la Galassia. Poi i numeri dicono che su circa 280 regioni europee, la Calabria, che è a Sud, è la terzultima; e dico terzultima. Che opinione, la matematica! Certo, che volete, un poco di ottimismo lo ordinano anche i medici ai morenti, perché, come si ascolta nella Traviata, “la bugia pietosa ai medici è concessa”. Questi illustri opinionisti non dicono bugie, intendiamoci: solo che vivono in un mondo dei sogni, nel quale si trovano a meraviglia. Gli Aprile, i Patruno e qualcun altro più anonimo volano tra le nuvole del passato, del tipo “Eravamo la terza potenza industriale del mondo”, e prima ferrovia, primo bidet, primo spremilimoni a vapore… Sconoscono ogni benché minimo evento politico dal Congresso di Vienna al Regno d’Italia (e anche prima e dopo… ), però sanno tutto del tal massacro… della tale locomotiva senza binari… Soriero, che si è formato con i versi del poeta Aragon “Les lendemains qui chantent”, vola invece nell’avvenire, tipo profezie che un giorno in un posto quasiasi scorreranno latte e miele, le spade diverranno aratri... Quando? Boh, è il bello delle profezie: in seguito… Perché ne parlo? Ma perché sia i sogni del passato sia quelli dell’avvenire sono nel Sud, per dirla con il vecchio Marx, una specie di oppio dei popoli alla pasta e sugo. Il meridionale, che è barocco nel linguaggio, ed hegeliano (senza sapere chi sia stato Hegel, ma non importa!), campa volentieri nelle illusioni del passato, magnogreco o pseudoborbonico che sia; e sogna volentieri il futuro demoliberale. Un futuro di posti fissi, ovviamente, di una Gioia Tauro come i ragazzi della via Pal: tutti ufficiali tranne il cane. Nell’universo onirico del calabromedio, Gioia Tauro è un gigantesco ufficio con 999 impiegati, e il più sfortunato, uno solo, fa l’operaio: malato, ovviamente, e in pensione anticipata. Così la matematica è un’opinione campata in aria.
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