Calabria: le promesse della politica e l'impotenza della cultura

Ve lo ricordate l'apodittico proclama enunciato più volte a partire dal 12 luglio 2016 dal ridicolo Renzi, il Matteo, secondo cui l'Autostrada Salerno- Reggio Calabria "sarà finita e da me inaugurata il 22 dicembre [2016] ".

Azzoppato dal Referendum del 4 dicembre, le Muse dicono che non ha lasciato - come aveva detto - la scena politica, perché quella promessa vuole realizzarla, non sappiamo se poco prima o dopo la fine del mondo, Tar e Consiglio di Stato, permettendo, per dirla così, ironicamente, anche per evitare "franceschinicamente" una figuraccia dinanzi a tutto il vecchio e il nuovo mondo.

Anche lui, infatti, è pienamente convinto che "c'è una parte degli italiani, sopratutto politici, che pensa che se tutto va male è quasi meglio, perché ci si può lamentare. E c'è invece chi si sveglia presto la mattina e spera che le cose vadano meglio e sopratutto lavora perché le cose vadano meglio".

Ma se chi governa e non sa governare (forse anche per non aver ben dormito di notte) cosa succeda non è difficile prevederlo, nonostante i tranquilli proclami, se poi per sanare concorsi non effettuati secondo le regole vigenti (vedi i deposti direttori di musei).

Ora dalla Cittadella Regionale risuona il rilancio di un "Polo bibliotecario". A cosa serva candidamente lo afferma (non senza qualche frecciatina) il Vice Presidente della Giunta Regionale, quando risponde: " Dipende da chi lo fa e da come si fa".

Va bene, anzi benissimo!

Credo, a tale riguardo, che non vi siano dubbi, anche per averlo direttamente sperimentato.

Ma chi lo fa? Problema difficile. Penso a quell'assessore regionale al turismo che invitato ad un Convegno internazionale, ignorando l'esistenza di Oviedo, capoluogo del Principato delle Asturie, si recò inutilmente ad Orvieto, addossando la colpa ai suoi funzionari; e sopratutto il difetto di un Codice diplomatico Calabrese, che avviato con contributi del Cner trovò attenzione anche nei fondi regionali, poi cassati improvvisamente per difetto forse di appartenenza politica, per non dire di cultura. Un enorme bagaglio che l'attuale Presidente si è oggi "eroicamente " riservato, forse per non aver trovato un adeguato Assessore, come la Rai 3 regionale un direttore?. 

Verrebbe da chiedersi: non si stava meglio nella Magna Graecia o ai tempi di Cassiodoro, Gioacchino da Fíore, Tommaso Campanella o Bernardino Telesio ?

Un amico mi ha sussurrato: " Aspetta il 22 dicembre. Matteo o Gherardo, torneranno in Autostrada", perché - lo hanno giurato - il meglio deve ancora arrivare! Speriamo se non in auto, con un treno che non sia freccia rossa, o una nave senza un valente nocchiero.

 

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