La crisi e una Regione sempre ferma: ecco perché la Calabria è ancora nel mirino

Sono passati quasi 6 mesi da quando Mario Oliverio trionfava alle elezioni regionali superando agevolmente le rovine di un centrodestra rimasto senza leader dopo l’uscita di scena di Peppe Scopelliti. Non è sicuramente tempo di giudizi definitivi su un’amministrazione regionale alle prese con una crisi economica globale, con la complessità di problemi incancreniti, con le carenze di carattere finanziario sempre più vistose, con processi di riorganizzazione che ogni calabrese vuole solo fin quando riguardano gli altri, mentre alza barricate quando toccano le proprie posizioni di “privilegio”. Ma l’ostentazione delle intenzioni di “rinnovamento” della campagna elettorale faceva presumere un altro inizio e la situazione di stasi comincia a far emergere i primi malcontenti. La giunta regionale è incompleta principalmente a  causa delle modifiche statutarie volute dal governatore per poter disegnare un esecutivo secondo le sue più dirette volontà: molti settori sono privi di una guida e una regione come la Calabria non può permettersi di perdere un arco così lungo di tempo. Peraltro, non si comprende il perché non sia stata sostituita l’ex ministro Maria Grazia Lanzetta che palazzo Alemanni lo ha lasciato quasi contestualmente alla sua indicazione, per poi scatenare un vespaio di polemiche ancora non del tutto placate. Le commissioni speciali del consiglio regionale non sono state costituite e i lavori a palazzo Campanella vanno avanti a rilento. Le tanto attese novità in tema di rete sanitaria non ci sono e, anzi, quegli ospedali periferici per i quali si parlava di rilancio, al di là di rassicurazioni troppo generiche per essere credute dalla gente, adesso temono per la propria esistenza. Molti esponenti del Pd si sono scagliati contro il commissario ad acta Massimo Scura, ma tutti avevano ben chiaro che ci sarebbe stata una figura preposta a questo compito che doveva muoversi secondo indicazioni romane. In molti casi gli esponenti del Pd che hanno censurato le decisioni di Scura, hanno lasciato letteralmente basiti. Non si capisce, infatti, chi sia l’obiettivo dell’attacco dal momento che il commissario alla Sanità è un esponente del Pd, mandato in Calabria da un governo del Pd, che opera in una regione governata dal Pd. Le accuse, le levate di scudi, gli strali polemici danno, quindi, la sensazione di essere di fronte al siparietto stucchevole ed inconcludente della politica. Gli esponenti del Pd non possono fingere di essere all’opposizione di sé stessi, ne prendano atto e mettano mano ai provvedimenti che reputano necessari per invertire la situazione. In questo periodo poi ci si concentra sulle elezioni amministrative, mica sui problemi dei cittadini. A cui si pensa solo quando questi agiscono nella veste di elettori. 

 

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