Senza progresso la Calabria del nulla
- Written by Ulderico Nisticò
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Il Sud è abituato da sempre al meglio che niente, perciò anche l’annunzio di uno 0,1% di progresso ci pare un superenalotto. Il Sud pare addirittura vada un tantino meno peggio del Nord: formalocchiu! Il Sud, cioè Molise Puglia Campania Basilicata Sicilia: la Calabria, detta anche la Magna Grecia, spicca come sempre nella sua storia: non progredisce nemmeno lo 0,000001. Come mai? Beh, non è difficile capirlo. Per progredire, anzi per campare, ci vogliono, per esempio, agricoltura pastorizia industria artigianato navigazione trasporti servizi turismo… Bisogna lavorare e produrre, consumare i prodotti, scambiarli e venderli ad altri; insomma, fare quelle cose che si chiamano l’economia. Ebbene, o eredi di Pitagora, in Calabria non c’è nulla di tutto questo. Lo strombazzato turismo è un breve caos di due settimane balneari, assenti assoluti altri modi di turismo: religioso, culturale eccetera. Industria, artigianato? Agricoltura? Guardatevi intorno e ditemi cosa c’è. C’era una volta l’assistenzialismo indiretto: ospedali scuole uffici poste… Non ci sono più, e comunque non si assume da vent’anni. L’assistenzialismo diretto? Restano giusto le pensioni. La Calabria riceve ogni anno un mare di soldi e non li sa spendere; più esattamente, non li sa manco rubare: troppo faticoso. Opinione pubblica, partiti politici, ecclesiastici, giornalisti eccetera, che ne dicono? Non dicono nulla, perché la mamma li avvertì fin da fanciulli: “La parola migliore è quella che non esce di bocca”. E la cultura ufficiale? S’ingrassa con libri e film antimafia segue cena. A cena, bene inteso, niente carne rossa o soppressata: i nostri calabri intellettuali sono infatti sempre politicamente corretti, e credono non solo allo Stato e alla Magistratura, ma anche all’Organizzazione Mondiale della Sanità. Magari, una fettina di salame a casa… Ci vorrebbe un commissario giapponese armato di katana e con pieni poteri.
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