Nicolò: "Bilancio autoreferenziale, nessuna visione strategica di sviluppo"
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“È stato varato un Bilancio regionale autoreferenziale, ispirato a una mera politica di contenimento, senza alcuna visione strategica di sviluppo e che non guarda alla centralità del Consiglio, privato, di fatto, della propria potestà legislativa”. Lo dichiara in una nota il presidente di Forza Italia in Consiglio regionale, Alessandro Nicolò che aggiunge “la Manovra finanziaria approvata dalla maggioranza è decisamente orientata a dare mano libera alla gestione della Giunta e prelude ad una stagione di leggi-manifesto di forte stampo propagandistico che non hanno concrete possibilità di essere finanziate, posta la marginalità ed insufficienza della dotazione stanziata a copertura di nuove leggi ordinarie, che ammonta a soli 100 mila euro l’anno. E’ un Bilancio, dunque, che mortifica l’essenza della democrazia perché non consente la formulazione di proposte e vanifica ogni tentativo di far emergere i bisogni del territorio. E qui siamo alla politica degli annunci – sottolinea Alessandro Nicolò - e infatti assistiamo ad un proliferare di conferenze stampa del centrosinistra solo per presentare proposte di legge ancora prima di essere approvate. “Peraltro – continua Nicolò – il confronto in Aula è stato talmente limitato dal diktat del contenimento della spesa, tanto da costringere le organizzazioni sociali ad elaborare urgenti suggerimenti per evitare al sistema delle imprese ed al sociale di pagare conseguenze pesanti, occupazionali e di prospettiva; in mancanza di un sufficiente confronto preventivo utile ad una concertazione delle azioni, dunque, non è stata adottata quella necessaria politica dell’ascolto, come ha richiesto il centrodestra, per attenzionare le istanze reali dei cittadini. La Giunta – continua Nicolò - ha deciso di non dialogare con nessuno e nemmeno di confrontarsi con le parti sociali, arroccandosi sulla proprie posizioni rispetto a processi che andavano, invece, condivisi, anche per ponderare al meglio le strategie di intervento e le priorità da perseguire. Come non cogliere che settori importanti, come il turismo e l’agricoltura, risultano fortemente penalizzati da stanziamenti che non tengono in conto l’altissima influenza sullo sviluppo regionale che essi hanno? E che dire della mancanza di chiare indicazioni sul come utilizzare le risorse per il diritto allo studio? Non ci convince la politica di mero contenimento della spesa – prosegue il presidente del gruppo consiliare di Forza Italia - che non lascia spazio agli investimenti e contraddice persino l’impegno assunto dal Centrosinistra in campagna elettorale. Da parte nostra, eserciteremo un attento e rigoroso controllo su ogni spesa, a partire dalla sanità, che grava per quasi la metà sul bilancio, una partita che la Calabria non può perdere, è per la qualità delle prestazioni e dei servizi, è per i costi notevoli dovuti all’emigrazione sanitaria, costosa anche per chi non può curarsi nella propria terra. L’obiettivo del pareggio di Bilancio, inoltre, era già il target fondamentale per il quale la Giunta di Centrodestra ha svolto un lavoro encomiabile, impopolare si, ma virtuoso, tanto da avere ridotto in meno di quattro anni il debito strutturale da 280 milioni di euro ai 30 di oggi. Ora il Presidente Oliverio si troverà ad un passo dal risultato e, quindi, dal poter realizzare un programma che guardi ad obiettivi di qualità. Preoccupa invece l’insistenza di volere istituire una sola Azienda Unica Sanitaria Regionale che dovrebbe centralizzare la gestione dei servizi ospedalieri e sul territorio in tutta la regione. Anche qui, la maggioranza di Centrosinistra, con una discutibile proposta di accentramento delle funzioni e della spesa, rischia di aprire conflitti con l’intera rete ospedaliera, pubblica e privata, aggiungendo ritardi su ritardi in ogni processo decisionale che contenga i fabbisogni delle strutture, rendendo impraticabili le soluzioni che, invece, hanno bisogno di rapidità. Un quadro, dunque, niente affatto confortante per il futuro della Regione, che – conclude Nicolò - nulla dice sulle politiche attive del lavoro e sul sociale, sulla valorizzazione dei beni culturali e sul recupero del territorio a fini turistici, rilanciando la diportistica e l’intera rete dei trasporti”.
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