Erosione costiera, Nicolò: “Calabria esposta a gravi rischi”
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"Il fenomeno dell’erosione costiera, al centro di recenti, autorevoli indagini, è stato oggetto di due interrogazioni ad hoc promosse dal sottoscritto, la prima presentata a luglio 2015, e riproposta successivamente a marzo 2016 per l’assenza di risposta da parte dei soggetti interpellati in merito alla verifica dei risultati dopo gli stanziamenti CIPE e POR Calabria FESR 2007-2013 per il recupero delle aree interessate". È quanto dichiara il presidente del gruppo di Forza Italia alla Regione, Alessandro Nicolò che aggiunge: "Obiettivo principale delle interrogazioni era conoscere la tempistica per l’avvio dei lavori a salvaguardia della costa nel comprensorio ionico al fine di scongiurare trasformazioni irreversibili del paesaggio e dell’ambiente. Solo il 21 aprile di quest’anno, la Giunta ha risposto che ‘è in corso il complesso iter autorizzativo e che si prevede di potere sbloccare la situazione a settembre 2016’. Occorre dunque vigilare e monitorare la procedura per impedire che, con l'arrivo della stagione invernale, si ripetano eventi meteorologici che rischiano di ‘sfigurare’ l’intera costa interessata". "La fotografia dello stato di salute delle coste calabresi documenta processi di erosione che - evidenzia Nicolò - minacciano i nostri litorali a tal punto da inserire la Calabria al secondo posto nella classifica delle regioni d’Italia dietro solo la dirimpettaia Sicilia. Un’altra grave emergenza che va ad aggiungersi all’alto rischio idrogeologico, consegnando un quadro preoccupante di integrità e sicurezza del territorio. Quel che è mancata, ad oggi - prosegue l'esponente politico - è stata una corretta gestione del territorio che ha registrato prelievi indiscriminati di ghiaia e di sabbia lungo l’alveo di molti fiumi con l’effetto di diminuire l’apporto del trasporto solido fluviale verso le spiagge. Tutto questo ha determinato un vistoso arretramento della linea di costa sempre più a ridosso di costruzioni, edifici, infrastrutture viarie ed insediamenti industriali ancor più esposti all’aggressione marina con seria minaccia per la sicurezza della popolazione. Negli ultimi anni, dunque - stigmatizza Nicolò - più che aggredire il problema alla radice, lo si è bypassato attraverso la creazione di opere di difesa: barriere artificiali poste a protezione degli arenili che avevano subito riduzioni consistenti. Strutture invasive che semplicemente hanno ‘spostato’ il problema con il risultato di accelerare e aggravare i processi erosivi in spiagge adiacenti, alterando in modo significativo la morfologia, l’ecosistema e il paesaggio delle coste, e minacciando habitat sensibili e siti di interesse comunitario". Secondo il capogruppo di FI: "Dinanzi a spiagge che si assottigliano, deturpate dalla furia del mare, servono interventi di ingegneria che abbiano validi e comprovati riscontri scientifici, le cui basi poggino su una pianificazione attenta e di sistema che non trascuri i profili della tutela dell’ecosistema, della biodiversità e del paesaggio. Grande attenzione merita poi il tema della riqualificazione fluviale che va riportato al centro delle politiche strategiche di pianificazione territoriale e di salvaguardia dell’assetto idrogeologico del territorio, come peraltro raccomandato dalla stessa l’Unione Europea. Occorre un modello di governo dei fiumi, in particolare delle fiumare, che - prosegue Nicolò - possa attingere ai sistemi più moderni, anche alla luce delle criticità riscontrate. I continui stravolgimenti degli alvei dei corsi d’acqua, ora ricoperti, ora cancellati, hanno provocato, infatti, ingenti danni. Sugli interventi complessivi di risanamento e messa in sicurezza del territorio - continua - chiediamo alla Regione di tenere fede agli impegni economici programmati con l’obiettivo di assicurare l’incolumità della cittadinanza. L’utilizzo consapevole e regolamentato del territorio, assieme alle attività di controllo e prevenzione, rappresentano le linee-guida di una politica da cui le Istituzioni non potranno discostarsi, pena la scomparsa di nuovi tratti di costa con ulteriore rilevante danno a carico di un sistema turistico che - conclude Nicolò - dovrebbe essere il motore della nostra economia ma che al contrario sconta già gravi e molteplici criticità”.
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