Serra, LiberaMente: "Si apra il confronto per il ritorno nella provincia di Catanzaro"
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«Le ultime notizie sulla provincia di Vibo Valentia parlano di 450 km di strade da chiudere e metà degli istituti scolastici privi di manutenzione. Niente di nuovo, verrebbe da dire, soprattutto da quando la riforma Del Rio del 2015 ha declassato la provincia in ente di secondo livello». E’ quanto afferma in una nota il movimento politico serrese “LiberaMente” che stigmatizza «una riforma, quella targata PD, che ha tagliato drasticamente le risorse agli enti e privato i cittadini del voto diretto per scegliere i propri rappresentanti territoriali.
E' questo lo scenario in cui le comunità vibonesi, ad oggi, si relazionano politicamente con un ente sull'orlo del precipizio».
In particolare, secondo il movimento politico di Serra San Bruno «la zona delle Serre risente di una emarginazione e di una carenza di servizi senza precedenti: allo scippo dell'agenzia INPS (al quale dal prossimo settembre sommeremo il passaggio delle commissioni di invalidi civili dall'ASP di Serra all'INPS di Vibo), si aggiungono la privazione degli uffici del giudice di pace e le grosse lacune della sanità territoriale, sempre più vista come una “lotteria” piuttosto che come un diritto fondamentale e legata a doppio filo al tema di una rete stradale obsoleta e insicura che dovrebbe collegare l'intero territorio».
Secondo LiberaMente «tutti questi argomenti, trascinati ormai da lungo tempo, debbano ritornare al centro di un dibattito che coinvolga la popolazione e la spinga a scegliere le giuste azioni da intraprendere per diminuire i disagi che interessano la propria quotidianità.
In relazione ad un ente provinciale ormai impotente nel risolvere le varie problematiche e composto da una dirigenza varata dalle varie correnti politiche, crediamo sia giunto il momento di avviare un dialogo che parta dal basso e che si confronti con la possibilità concreta di cambiare provincia di appartenenza». Per questo «il ritorno alla provincia di Catanzaro deve essere un tema di riflessione civica, che guardi al futuro nell'interesse di tutti i cittadini delle Serre.
Per questo motivo chiediamo al Sindaco di Brognaturo, il comune più piccolo del vibonese e confinante con Catanzaro, di radunare cittadini e rappresentanti istituzionali in un consiglio comunale aperto dove discutere sulle condizioni attuali della provincia di Vibo, dando così l'occasione di un confronto obiettivo sulle scelte che la popolazione può decidere di intraprendere senza aspettare l'ennesima decisione calata dall'alto.
Sia chiaro che non stiamo suggerendo alcuna “fuga” dal territorio vibonese: se ci fosse la possibilità politica di esprimere un programma da presentare agli elettori, saremmo in prima linea nel provare a risollevare le sorti di una provincia al collasso.
La nostra vuole essere una presa di coscienza della situazione attuale; l'inizio di un periodo di dialogo fra cittadini e istituzioni inerente al miglioramento dei servizi nel territorio delle Serre e alla scelta, prevista dalle normative vigenti, di un cambio di giurisdizione provinciale.
Tutti argomenti finora assenti nella vita politica del vibonese e che come movimento civico ci sentiamo in dovere di porre al centro del dibattito pubblico».
«Possiamo decidere, insomma, se restare in una provincia “fantasma”, oppure iniziare un iter legislativo che ci porti nel territorio di Catanzaro, storicamente legato ai nostri paesi e il cui ente provinciale si è detto più volte disponibile ad intervenire sulle infrastrutture viarie.
Che il potere decisionale, quindi, ritorni nelle mani dei cittadini: è questo il segnale che ci sentiamo di lanciare in un momento di scollamento fra istituzioni e popolazione.
Siamo certi che il sindaco Cosmo Tassone, figura esperta e aperta al confronto con la cittadinanza, sarà favorevole a creare un'occasione di incontro fra rappresentanti e rappresentati, riavviando così un rapporto da troppo tempo assente in ambito provinciale e che possa trasmettere un impulso politico da parte di un territorio isolato dalle dinamiche socio-economiche del vibonese».