Preserre, basta parchi eolici: il manifesto del Movimento Ambientalista
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Un manifesto-appello firmato da centinaia di associazioni e cittadini contro l'eolico selvaggio, per la difesa del patrimonio boschivo calabrese.
A presentarlo, a nome del neonato “Movimento Ambientalista delle Preserre”, il docente universitario, consigliere comunale a San Vito sullo Ionio, Gianfranco Macrì. L'intervento durante la partecipata serata culturale di Montepaone Lido “La mia terra non è utopia”. Il documento è stato consegnato dal professore Macrì direttamente nelle mani del candidato alla presidenza della Regione Luigi De Magistris, presente alla manifestazione, e sarà prossimamente proposto anche a tutti gli altri aspiranti governatori.
Tra le richieste, una moratoria su tutte le autorizzazioni in corso per nuovi parchi eolici. “La Calabria - ha spiegato Macrì nel prendere la parola - è una regione dove il surplus di energia prodotta da fonti rinnovabili è superiore al fabbisogno effettivo. Nonostante ciò continua ad aumentare il numero di parchi eolici e fotovoltaici che ogni anno consumano migliaia di ettari di territorio, mettendo a rischio ambiente e paesaggio. Il dato appare ancora più paradossale se si tiene conto dell’emergenza incendi che ogni estate devasta l’intera Calabria. Tutto questo, insieme ad altre deficienze strutturali, certifica la cancellazione di una parte consistente del patrimonio ecologico calabrese, difficilmente ripristinabile in assenza di una politica verde all’altezza della situazione. La notizia del possibile via libera alla costruzione di un parco eolico nel comune di San Vito sullo Ionio, ha messo in moto diverse realtà associative, rappresentanti delle istituzioni, singoli cittadini, tutti preoccupati del futuro di questa (e non solo di questa) parte del territorio calabrese, le Preserre catanzaresi, tra le più belle della provincia, finite nel mirino di logiche più industriali che ecologiche. L’allarme è partito a seguito di una delibera della giunta comunale di San Vito sullo Ionio che ha disposto il taglio di 750 piante di alto fusto al fine di consentire la realizzazione di un impianto di energia rinnovabile.
Il parco eolico di San Vito sullo Ionio, in particolare, viene visto da molti cittadini e attivisti come la via d’accesso a nuove devastazioni a cavallo tra la provincia di Catanzaro e quella di ViboValentia, che andrebbero a sommarsi a quelle già perpetrate in altre parti della regione nel corso degli anni, col rischio di incrementare oltre misura il depauperamento del suolo (a dispetto di quel consumo zero che l’Unione europea impone di raggiungere nel 2050) e la messa in discussione dell’equilibrio ecologico; senza sottovalutare le scarse ricadute in termini economici derivanti dagli introiti compensativi pattuiti con le società di realizzazione e gestione degli impianti nonché i costi di smaltimento degli aerogeneratori una volta scadute le convenzioni”. Da qui la richiesta ai candidati alla presidenza della giunta regionale di “un impegno concreto finalizzato ad attuare tutte le azioni utili a bloccare le richieste autorizzative in corso”.