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Prefettura di Vibo a rischio: Censore ottimista dopo l'incontro con Alfano e Madia

"Non posso astenermi dall’esprimere vivo compiacimento e cauto ottimismo dinanzi le asserzioni dei Ministri dell’Interno,  Angelino Alfano, e per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione, Marianna Madia, secondo cui il Governo non ha ancora formalizzato alcuna lista delle Prefetture che dovrebbero eventualmente chiudere". E’ quanto afferma il Deputato del Partito Democratico Bruno Censore, a margine del nuovo tavolo tecnico che si è tenuto questa mattina a Roma tra i parlamentari espressione dei territori delle 23 Prefetture per le quali si era paventata la chiusura e i responsabili dei dicasteri interessati, Alfano e Madia. "Già nei giorni scorsi - prosegue Censore - era emerso in maniera tangibile il segnale di apertura e di attenzione che il Governo aveva dimostrato verso le istanze dei parlamentari che, con estrema convinzione e con riferimento al processo di riorganizzazione degli Uffici territoriali del Governo, avevano chiesto che i provvedimenti riguardanti le Prefetture avessero come punto di riferimento i principi della 'riforma Madia' che abbiamo votato in Aula e dai quali, ne siamo ancora certi, possono scaturire provvedimenti più razionali, capaci di coniugare l’esigenza di riordino della pubblica amministrazione con soluzioni più funzionali per quei territori, quale ad esempio quello della provincia di Vibo Valentia, caratterizzati da note e annose complessità. Ed è molto significativo – continua il parlamentare del PD - che questa volontà di ascolto e di dialogo sia espressa in forma congiunta dai due ministeri implicati dirittamente dall'eventualità dei tagli. Ma intanto – ribadisce Censore - accogliamo con favore la notizia secondo la quale, ancora, non è stato stilato alcun elenco ufficiale delle Prefetture a rischio chiusura".  Durante l'incontro con i Ministri Alfano e Madia – afferma ancora Censore - "abbiamo sottolineato con forza come si possa ragionevolmente valutare di effettuare tagli all’amministrazione centrale e non nei territori, garantendo quindi allo stesso tempo le esigenze di riorganizzazione e quelle di spendig review".  Infatti – hanno sottolineato i parlamentari durante l’incontro odierno - il taglio delle sedi di cui era stata ipotizzata la chiusura comporterebbe un risparmio di appena 6 milioni, cifra che potrebbe essere oggetto di risparmi nell'intero territorio nazionale e non solo nelle 23 aree di cui sino a oggi si è discusso. "Abbiamo evidenziato – conclude Censore – che si possano ricercare altre voci di risparmio senza sopprimere presidi imprescindibili per uno Stato più efficiente e vicino ai propri cittadini, in particolar modo in determinate aree geografiche estremamente complesse e disagiate". 

 

 

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