Sanità, Guccione scrive a Irto: “Convoca un consiglio regionale ad hoc”
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“Egregio Presidente, ritengo ormai non più procrastinabile la convocazione di una apposita seduta di consiglio regionale sul tema della sanità nella nostra regione”. È quanto scrive in una missiva il consigliere regionale Carlo Guccione in una missiva indirizzata al presidente dell’Assemblea Nicola Irto ricordando “gli accadimenti di queste ultime settimane e le denunce che ne sono conseguite negli ospedali hub di Cosenza e Reggio Calabria e nello spoke di Lamezia Terme. Tutti fatti che, se letti alla luce degli ultimi studi pubblicati da autorevoli istituti di ricerca, relegano la Calabria agli ultimi posti per qualità dei servizi e per la mancata erogazione dei Lea (Livelli essenziali di assistenza). Ho avuto la sensazione – spiega Guccione - che le istituzioni e la politica siano distratti o assuefatti difronte ad una sanità che si colloca tra le peggiori in Italia e che fa si che sempre più calabresi o decidono di non curarsi o sono costretti a curarsi fuori regione (solo nel 2015 sono stati oltre 70mila i calabresi emigrati fuori regione per cure sanitarie con un costo di oltre 300 milioni di euro)”. “Credo che il tempo delle diatribe istituzionali debba finire. Chi ha la responsabilità a tutti i livelli della gestione e programmazione della sanità calabrese – sottolinea l’esponente del PD - deve assumersi le proprie responsabilità e, se non è in grado di farlo o non raggiunge gli obiettivi prefissati, deve essere rimosso dall’incarico. I 3 miliardi 523 milioni di euro che costituiscono il 62 per cento del bilancio regionale e che sono somme destinate alla sanità calabrese dal governo nazionale rappresentano una cifra importante che, se spesa bene, potrebbe far fare un salto di qualità al nostro sistema sanitario regionale. È tempo di verificare e di avviare una operazione verità per scoprire chi ha interesse a fare in modo che la nostra sanità, che pure ha a disposizione una importante massa finanziaria, rimanga in una condizione che dal 2010 ad oggi è andata sempre più peggiorando arrivando a una situazione che rischia di sfociare in un punto di non ritorno. Dobbiamo uscire da uno stato di galleggiamento e questo richiede coraggio e il superamento della gestione dell’emergenza. In questa condizione diventa improcrastinabile l’esigenza di riappropriarsi delle competenze in materia sanitaria attraverso un confronto da sviluppare in consiglio regionale, l’unica sede istituzionalmente deputata ad avviare una operazione verità e a chiedere conto delle iniziative da sviluppare per uscire da uno stato di criticità che rischia di mettere seriamente in discussione la salute dei calabresi. Va rivendicato con forza – ammonisce Guccione - il ruolo istituzionale riservato al massimo consesso regionale, infatti, la programmazione dell’attività sanitaria rimane una prerogativa del consiglio regionale. Se non affrontiamo da subito tale emergenza sanitaria, la Calabria rischia di vedere compromessa ogni possibile strada per lo sviluppo. Non è più tempo di calcoli e di convenienze politiche. Davanti alla portata drammatica di tale vicenda è necessario agire con coraggio e determinazione evitando il rischio concreto di una implosione. Il consiglio regionale – è la conclusione - è la sede deputata ed è nelle condizioni per potere contribuire a dare la giusta spinta attraverso un largo coinvolgimento di forze per trovare le soluzioni adatte e necessarie a fare uscire allo scoperto coloro i quali trovano in questa situazione il modo di alimentare interessi lucrando sulla pelle degli ammalati calabresi”.
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