Quella corriera di Natale che si chiama emigrazione
- Written by Bruno Vellone
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Ci voleva coraggio, un tempo, per affrontare quel viaggio crudo faticoso su un pulmann asfittico d’estate e ghiacciato d’inverno che sembrava collassare ad ogni salita e resuscitare ad ogni discesa. Gli emigrati lo prendevano dopo le feste comandate per tornare sul luogo di lavoro, in Svizzera, Germania e per i meno fortunati il viaggio continuava con altri mezzi oltre oceano. Sembrava più un antenato del treno a vapore che un “moderno” mezzo di trasporto. Incoraggiati dalla miseria che si lasciavano alle spalle avevano come traguardo un sedile di legno imbullonato tra due finestrini aperti alle intemperie. Sono passati tanti, molti anni e quelle scene sono ritornate. Non più valige di cartone, corriere asfittiche e pane salato per imbrogliare lo stomaco. Ma sempre la medesima destinazione: fuga dalla miseria. Sembra il titolo di un film, un copione che la Calabria e il comprensorio delle Serre conoscono troppo bene. Girato senza luci e riflettori. Con attori quei giovani intrappolati dalla necessità e traviati dal dovere. Il meridione paga il prezzo più alto per una sudditanza italiana alla Germania, rispetto al resto d’Europa, che non ci si può e deve permettere. Se da un lato, infatti, il paese teutonico ha il tasso più alto di occupazione dai tempi della riunificazione, l’Italia possiede il triste primato del più alto tasso di disoccupazione dagli anni ’70 a questa parte. Questo significa che la diseguaglianza che esisteva prima della caduta del Muro di Berlino tra le ex Germania Est e Germania Ovest è stata completamente azzerata in poco più di un ventennio. Mentre la Questione meridionale (prima dell’Unità d’Italia il Mezzogiorno non era una questione ma un luogo di ricchezza e produzione seppur con un’ossatura ancora assolutistica e medievale) sono oltre 150 anni che neppure viene presa in considerazione da parte dello stato nazionale. Che puntualmente, governo dopo governo, s’indigna per le statistiche sulla disoccupazione e sull’emigrazione promettendo misure certe e celeri salvo poi permettersi il lusso di non fare altro che chiacchiere. Il Sud è fanalino di cosa e nel sud arretrano le Serre e la Calabria. E intanto il motore ha fumato e il pulman è partito.