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Serra, Carmine Franzè si allontana dalla maggioranza

La notizia è l’assenza di Carmine Franzè. Perché, al di là delle motivazioni che saranno addotte, è difficile non cogliere il significato politico di quel posto rimasto vuoto e che doveva essere occupato dall’esponente di Forza Italia vicino al consigliere regionale Giuseppe Mangialavori. Al riguardo, la prova del nove si avrà a breve, all’atto dell’approvazione del conto consuntivo. Il consiglio comunale si è aperto con la comunicazione del sindaco Bruno Rosi della rimodulazione e della composizione della giunta, poi Rosanna Federico ha ribadito il suo pensiero sulla parità di genere auspicando che “a prescindere dall’interpretazione della legge che sarà operata dal Consiglio di Stato, ci sia una forma di sensibilizzazione poiché oggi le donne hanno un ruolo attivo nella società e possono dare un valido contributo nella politica e nelle Istituzioni”. Su questo il primo cittadino ha confermato l’intenzione di adeguarsi alle disposizioni dei vertici della giustizia amministrativa. Nessun problema per l’elezione di Giuseppe De Raffele alla presidenza del consiglio, su cui la Federico, come  per gli altri punti all’ordine del giorno, si è astenuta. Il capogruppo della maggioranza Nazzareno Salerno ha relazionato sulla costituzione della consulta tecnica per lo studio e la valorizzazione di progetti finalizzati allo sviluppo turistico, specificando che l’organo è “previsto dallo Statuto ma non è mai stato attivato”. L’obiettivo che si intende perseguire con l’avvio delle attività della consulta è la produzione di “uno studio che sarà sottoposto all’Unione Europea per ottenere dei fondi destinati direttamente agli Enti locali” per “valorizzare la nostra cittadina dal punto di vista turistico e culturale” come già avvenuto in occasione del IX Centenario della morte di San Bruno. Federico, unico consigliere della minoranza presente, ha rilevato i ritardi nella formazione della consulta (per la verità nemmeno le precedenti amministrazioni lo hanno fatto) visto che “ci sono state diverse chance, come la venuta del Papa, che non sono state state sfruttate” per “incrementare il turismo religioso, come invece prevedeva il programma dell’amministrazione comunale” e ha segnalato l’esigenza di “una regolamentazione”. Indicato infine dal civico consesso Marco Primerano come componente della consulta, mentre per la designazione degli altri due membri (anche questi a titolo non retribuito) è stato dato mandato al sindaco.

Stamattina il consiglio comunale: prove di solidità per la maggioranza

Avrà luogo stamattina l’elezione di Giuseppe De Raffele a presidente del consiglio comunale in una seduta, convocata dal sindaco Bruno Rosi, che non dovrebbe riservare particolare sorprese considerato che, una volta superato questo ‘adempimento’ già stabilito da settimane e data per scontata la lettura e l’approvazione del verbale della precedente riunione, l’altro punto all’ordine del giorno riguarderà la “Costituzione della consulta tecnica per lo studio e la promozione di progetti finalizzati allo sviluppo turistico del Comune di Serra San Bruno e la contestuale designazione del componente di nomina consiliare”. Semmai gli inquilini del palazzo municipale di piazza Carmelo Tucci devono concentrarsi sull’approvazione da parte del civico consesso del conto consuntivo. Il passaggio in giunta è avvenuto il 30 aprile, in realtà giorno di scadenza dell’approvazione in consiglio. È dunque imminente l’arrivo della diffida della prefettura con la quale verrà intimata l’approvazione entro 20 giorni dalla ricezione della stessa. Ecco perchè il Consiglio sarà presto riconvocato, stavolta ad opera di De Raffele, per discutere dello stato di salute delle finanze comunali. Si tratta di un tema particolarmente delicato, soprattutto in un periodo di crisi generalizzata, in cui l’utilizzazione delle risorse va gestita con grande oculatezza. Da un punto di vista prettamente politico, quello odierno è il primo confronto fra maggioranza e opposizione dopo il rimpasto di giunta effettuato da Rosi (strano che nell’ordine del giorno non siano espressamente previste le comunicazioni del primo cittadino per informare del varo e della composizione della stessa giunta) che, peraltro, potrebbe dover apportare nuove modifiche se il Consiglio di Stato imporrà l’ingresso di almeno due donne nell’esecutivo cittadino. Sotto osservazione è anche la linea che sarà adottata da Carmine Franzè, unico esponente azzurro su posizioni diverse da quelle del capogruppo di Forza Italia, Nazzareno Salerno.

 

Expo 2015, Sgarbi ridicolizza la Calabria: "Immagini orripilanti"

Qualche giorno fa aveva fatto intendere che ci fosse stato un errore strategico perché "il padiglione della Calabria con i bronzi sarebbe stato il più visitato e invece così è modesto". Stavolta il giudizio di Vittorio Sgarbi  è più severo, anzi eccessivo. Il noto critico d’arte, durante la presentazione di Piazzetta Sicilia a Expo 2015, ci è andato giù pesante con la nostra regione affermando che “mentre la Sicilia presenta una straordinaria testimonianza della sua storia, la Calabria, lì davanti, con delle orripilanti immagini, più o meno proiettate... Quel padiglione lì sarà costato 2-300 mila euro. I bronzi di Riace non sono lì perché non abbiamo uno Stato“. In più, ha aggiunto che “il Padiglione Italia è bruttissimo, cento milioni buttati” e ha definito Expo “un luna park con cose che è più intelligente vedere da casa propria...". In realtà, la polemica sullo spostamento dei bronzi non è nuova e già in precedenza Sgarbi si era abbandonato a frasi di dubbio gusto. Ad esempio a novembre quando aveva detto che “la Calabria non è in Italia visibilmente”, o ancora ad aprile 2014 quando aveva asserito che “la classe dirigente calabrese è fatta da stupidi e ignoranti perché ha paura che i bronzi gli vengano portati via”. Inutile sottolineare che la libertà di espressione non è in discussione, ma è altrettanto evidente che strumentalizzare le situazioni per avere visibilità non è il massimo dell’eleganza.

 

Unione di Comuni, i dubbi della Corte dei Conti

Le 309 Unioni di Comuni realizzare finora avrebbero causato un aggravio di costi anziché dei risparmi. Lo riporta l’edizione odierna di “Panorama” richiamando la “Relazione sulla gestione finanziaria degli enti territoriali 2013” della Corte dei Conti, che definisce tale strumento un “poco efficace metodo di razionalizzazione della spesa”. Per la testata diretta da Giorgio Mulè, le Unioni, originate con il decreto legge 78/2010 posto in essere al  fine di aggregare i Comuni con popolazione inferiore ai 5mila abitanti e poi regolate con la legge 5/2014,  si sarebbero rivelate un “mezzo flop”. A marzo il ministero degli Affari regionali aveva stanziato 5 milioni per incentivare queste operazioni che trovano anche finanziamenti regionali. Tuttavia, l’Anci continua a incoraggiare le Unioni e le Fusioni riconoscendo che i risparmi saranno riscontrati con il passare del tempo. Uno studio del Sole 24 Ore del luglio 2011, sempre in riferimento alle Unioni, aveva inoltre sottolineato, in aggiunta all’esigenza del contenimento della spesa, “il dovere di adattare la dimensione istituzionale ai cambiamenti di carattere regolamentare, con i maggiori poteri conferiti ai Comuni dal federalismo fiscale”, “la necessità di tener conto dei cambiamenti demografici con lo spostamento della popolazione dalle campagne alle città, dalle valli alle pianure, dal sud verso il nord” e “l’oggettiva difficoltà da parte dei piccoli Comuni di fornire ai cittadini tutti i servizi di cui hanno non solo bisogno, ma diritto”.

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