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Chiaravalle, parte il Piano di rilevazione della massa passiva

Comincia a produrre atti concreti la commissione straordinaria di liquidazione, composta da Giuseppe Condello, Carmela Chiellino e Anna Antonella Sdao, nominata con apposito decreto del presidente della Repubblica per “l’amministrazione della gestione e dell’indebitamento pregresso, nonché per l’adozione di tutti i provvedimenti per l’estinzione dei debiti dell’Ente”. L’organismo ha infatti compiuto i primi passi per la formazione del Piano di rilevazione della massa passiva invitando gli aventi diritto a produrre, entro 60 giorni a partire dall’8 aprile, un’istanza in carta libera corredata della documentazione contenente le generalità (o la ragione sociale) e l’indirizzo, l’oggetto del credito vantato al 31 dicembre 2013 nei confronti del Comune di Chiaravalle Centrale, l’importo, l’epoca in cui è sorto, la documentazione dimostrante la sussistenza del debito dell’Ente, le eventuali cause di prelazione e gli eventuali atti interruttivi della prescrizione. Il dissesto finanziario era stato dichiarato il 30 dicembre scorso, mentre la commissione di liquidazione si è insediata il 1° aprile.

 

Le Serre e il pessimo stato della viabilità: il caso dell’ex Ss 110

Se lo sviluppo passa dallo stato della viabilità, allora la crescita economica e sociale delle Serre dovrà attendere. Perché i collegamenti con le principali arterie versano in condizioni pessime, rendendo difficili gli spostamenti. E questo si traduce in impedimenti per chi deve viaggiare per motivi di studio, di lavoro o per fini turistici. Vale per chi parte e per chi arriva. Se nelle scorse settimane abbiamo documentato la precarietà della strada statale 182 nel tratto che porta da Soriano allo svincolo delle Serre, stavolta abbiamo verificato la situazione di un altro congiungimento con l’autostrada Salerno – Reggio Calabria, cioè la ex strada statale 110 che conduce fino al bivio Angitola. Lo scenario, rispetto a quanto riscontrato sull’altro versante, non cambia di molto: ancora cedimenti del manto stradale, corredati da “pezze” che non riparano il danno, ma avvertono in maniera disarmante (o drammaticamente comica visto l’impiego di mezzi occasionali che permangono a lungo data l’evidente incuria) l’automobilista circa la presenza del pericolo. Spesso la vegetazione spontanea invade la carreggiata riducendo la visibilità, mentre lo sgretolamento dell’asfalto minaccia di causare seri incidenti. A rendere il paesaggio più triste sono poi i segnali stradali colpiti con armi da fuoco e lasciati arrugginire. Il tutto accade in una provincia in cui ormai l’indifferenza sembra aver preso il sopravvento sulla voglia di rinascita e in cui la speranza del riscatto diminuisce con il passare del tempo.

Rifiuti tossici, il Codacons: "L'Arpacal faccia chiarezza"

Il responsabile delle Serre del Codacons Antonio Carnovale vuole vederci chiaro sul progetto “Miapi” e ribadisce la sua posizione invitando l’Arpacal ad essere più precisa nelle repliche. “Non corrisponde a verità – sostiene il rappresentante dell’associazione a tutela dei consumatori - la circostanza che si sarebbe ‘omesso’ di dichiarare i motivi addotti da Arpacal per apporre il diniego all’accesso, in quanto la stampa è in possesso della nota prot. 11509 in forma integrale e nella quale i responsabili dell’Ente regionale espongono le loro, se pur non condivisibili, motivazioni di diniego. Una disamina non superficiale dei rilievi del sottoscritto – aggiunge - avrebbero palesato che l’interesse del Codacons, connesso all’accesso alle informazioni, era esclusivamente rivolto alla salvaguardia del generale e sacrosanto Diritto alla Salute ex art 32 della Costituzione. Ci saremmo attesi da Arpacal, infatti, nell’impossibilità di poter rendere noti i siti nei quali si sono riscontrate le ‘anomalie’, un chiarimento circa le azioni da intraprendere a tutela delle popolazioni interessate che giornalmente si rivolgono ad associazioni come quella che mi onoro di rappresentare per esporre i loro sentimenti di estrema paura e incertezza anche per il preoccupante picco di tumori registrato in tutta la calabria, ma soprattutto nelle zone montane”. Carnovale sottolinea che “di tali chiarimenti nella stizzita risposta di Arpacal non vi è nemmeno traccia, anzi ci si preoccupa di far apparire il sottoscritto come colui che non rispetta il lavoro dell’Autorità Giudiziaria nell’accertamento degli illeciti, un tentativo maldestro posto in essere dall’autore della nota che sorvola sulla circostanza, chiaramente emergente dagli atti parlamentari desecretati, secondo la quale le Procure competenti per territorio svolgono accertamenti già dalla fine degli anni ‘80 in quanto interessate dall’allora Sisde. Nell’articolo di stampa, scaturito dalla nota del sottoscritto – specifica ancora Carnovale - ci si è limitati ad evidenziare una contraddizione importante e cioè: se le informazioni relative ai monitoraggi aerei dovevano essere divulgate entro il 28 febbraio 2015 (circostanza mai smentita da Arpacal), perché ad una richiesta ufficiale si risponde con un diniego?”. Il responsabile locale del Codacons ritiene “inutile disquisire in questa sede circa l’inesatta interpretazione che nella nota Arpacal si fa della cosiddetta ‘Convenzione di Aarhus’, argomento questo che dovrà essere affrontato in sede di impugnazione del diniego dinanzi al Difensore Civico Regionale (figura attualmente mancante in Calabria). La domanda che rimane senza risposta e che si ribadisce è: quali azioni si intendono intraprendere a tutela della popolazione? Non vorremmo, infatti, che le informazioni relative al progetto Miapi rimangano di esclusiva conoscenza di pochi e nell’attesa dei tempi della giustizia si determinino danni non più riparabili. Nella risposta a tale interrogativo – conclude - si spera che vengano profuse meno energie per attacchi personali inutili e più risorse nell’elaborazione di una risposta non solo chiara, ma anche concreta e che possa superare le numerose contraddizioni emerse sull’argomento”.

 

 

Serra, riparte la raccolta differenziata: ecco le novità

Maggiore cura del territorio, “ottimizzazione del servizio con la ripartizione efficiente degli operatori”, più vigilanza, rimodulazione del calendario. Sono i punti fondanti della nuova metodologia adottata per effettuare la differenziata, presentata dal sindaco Bruno Rosi e dal presidente del consiglio in pectore Giuseppe De Raffele. Riparte, dunque, dopo mesi di sostanziale fermo,  la raccolta porta a porta, che sarà organizzata con l’impiego di 3 distinte squadre di lavoro, che si occuperanno a giorni alterni dei quartieri di Spinetto e Terravecchia. Il servizio comincerà da lunedì “in modo blando e permissivo per la prima settimana”, per poi diventare “ferreo”. Il che, per come spiegato da De Raffele, significa che “dovranno essere rigidamente rispettati gli orari prestabiliti e la tipologia di rifiuto da conferire” e che sarà “potenziato il corpo dei vigili urbani” per verificare il rispetto delle indicazioni. Saranno “garantiti servizi extra per le categorie speciali”, ma ci dovrà anche essere una più intensa “collaborazione da parte delle attività commerciali”. Si punta ad abbassare i costi per i cittadini e, per raggiungere questo obiettivo, Rosi ha precisato che “si dovrà superare il 60% di differenziata”. Percentuale non trascendentale se le buste di diverso colore e i bollini con i codici a barre saranno sempre disponibili e se i cittadini decideranno di privilegiare il senso civico. D’altronde, nei primi mesi del precedente tentativo si era arrivati a superare l’80%. Si cercherà di “evitare i punti di raccolta”, anche “per tenere il paese più pulito” e per “liberare gli operai da adibire alla manutenzione”. In corso di attivazione sono i servizi di raccolta degli ingombranti e dei medicinali scaduti, mentre sono già in distribuzione gli appositi kit.

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