Operazione "Adorno" contro il bracconaggio nello Stretto di Messina
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Si è conclusa, dopo un mese di attività nello Stretto di Messina, l'operazione "Adorno 2020", finalizzata alla salvaguardia degli uccelli rapaci migratori, che ha visto impegnati militari del Reparto operativo Soarda del Raggruppamento carabinieri Cites, del Gruppo carabinieri forestale di Reggio Calabria e del Nucleo carabinieri Cites di Catania.
Lo Stretto di Messina, in particolare la provincia di Reggio Calabria, è purtroppo connotato da un'alta illegalità venatoria tanto da farlo rientrare in uno dei sette black-spot (aree calde del bracconaggio italiano) individuati dal “Piano d’azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici”.
Rappresenta, assieme allo Stretto di Gibilterra e a quello del Bosforo, uno dei corridoi della migrazione degli uccelli nell’area mediterranea; un vero e proprio “collo di bottiglia” in cui, tra aprile e maggio, si concentrano gli uccelli veleggiatori in viaggio verso i siti di nidificazione.
Tra questi il falco pecchiaiolo, detto Adorno, da cui prende il nome l'operazione.
Durante il periodo di presidio, le pattuglie dei carabinieri forestale controllano il territorio reggino e messinese compiendo attività di prevenzione del bracconaggio.
Nel corso delle operazioni, i militari hanno denunciato quattro persone per reati contro la fauna selvatica ed effettuato numerosi sequestri.
In particolare, a Campo Calabro, una pattuglia ha sentito sparare colpi di fucile in direzione dei falchi di passaggio ed è intervenuta, mettendo in fuga due persone che hanno abbandonato sul posto un’arma con matricola limata e numerose cartucce.
Nelle immediate vicinanze, è stata rinvenuta una cicogna bianca abbattuta.
Inoltre, durante i controlli, alcuni allevatori sono stati trovati in possesso di cardellini catturati illegalmente e muniti di anello di riconoscimento contraffatto e, pertanto, sono stati denunciati per contraffazione di sigilli e ricettazione.
Nel corso delle attività, i militari hanno trovato anche un falco pellegrino, detenuto illegalmente e con certificato riciclato.
Le attività di controllo continueranno anche nelle prossime settimane, fino al completamento della migrazione pre-nuziale degli uccelli rapaci in transito nell’area dello Stretto.
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