Inaugurato il monumento a Mastro Bruno Pelaggi
- Written by Bruno Vellone
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E’ stato inaugurato questa mattina presso il camposanto di Serra San Bruno, sua città natale, il monumento dedicato al poeta e scalpellino Mastro Bruno Pelaggi, realizzato dal comitato civico “Anonimo serrese” con il patrocinio del Comune di Serra. La cerimonia, che rientra nell'ambito di un'iniziativa organizzata dal locale comitato in favore della riscoperta del valore storico-culturale del poeta che visse e raccontò in presa diretta la nascita della Questione meridionale, è proseguita a palazzo Chimirri (dimora del suo celebre amico ed ex ministro Bruno Chimirri), dove un convegno molto partecipato e moderato dal giornalista Sergio Pelaia ha ripercorso la vicenda umana, storica e poetica di Mastro Bruno. Dopo i saluti del Commissario prefettizio, Sergio Raimondo, la relazione introduttiva è stata curata dal professore Antonino Ceravolo, storico e dirigente dell'Istituto d'istruzione superiore “Luigi Einaudi” «Mastro Bruno – ha sottolineato - ha utilizzato espedienti letterari che non sono semplici per un analfabeta, come gli onomatopee. Nella poesia del poeta scalpellino sono presenti diversi elementi per i quali il luogo comune di poeta analfabeta penso che vada rivisto. Le numerose edizioni delle opere di Mastro Bruno, con diversa numerazione di componimenti, pongono delle problematiche fondamentali, quali le fonti, scritte ed orali». Poi Ceravolo ha chiarito quali poesie potrebbero essere state in qualche modo interpolate da altre contaminazioni. «Esiste dunque – secondo Ceravolo - un problema Pelaggi nella letteratura calabrese sul quale bisogna riflettere e comprendere come un pota analfabeta abbia potuto comporre strutture particolari e non bisogna limitarlo al solo campo della protesta». Il giornalista Sergio Pelaia dopo i ringraziamenti agli intervenuti si è soffermato sul concetto di "comunità" che sta alla base della poetica di Mastro Bruno e di «maestranza di la Serra che non è solo l'artigianato ma anche l'ironia, la sagacia, la drammatizzazione ma anche l'umiltà e prima di diventare mastru bisogna imparare ad essere discipuli». Per Mimmo Stirparo «il nostro paese è stato bello quando era brutto, si stava bene quando si stava male. Ora bisogna recuperare chi ci ha dato le bellezze del nostro paese come la “maestranza di la Serra” rivalutandoli e dare lustro a loro e al nostro paese». Secondo l’Avvocato Domenico Calvetta - direttore della rivista Santa Maria del Bosco - «C'è un ritorno alla poesia dialettale, e questo che non fa che bene alla nostra cittadina. Auspicando che l'Istituto Einaudi indossa un concorso letterario per incentivare la cultura dialettale». Gabriele Scalessa, curatore della pagina dedicata a Mastro Bruno nel dizionario Treccani ha raccontato come il suo avvicinamento a Bruno Pelaggi nasce dal suo interesse al dialetto ottocentesco come lingua alternativa comunicativa rispetto all'italiano. «L'incontro con Mastro Bruno è avvenuto documentandomi sulla maggiore antologia di poeti dialettali e poi ho voluto conoscerlo per conto mio». Pelaggi ha «usato il dialetto con finalità polemiche contro le istituzioni ma anche con grande consapevolezza del codice espressivo che si sta utilizzando». Giacinto Damiani, presidente del comitato civico e autore del libro in onore del poeta serrese dal titolo “??Pinsati??Manca...un piede”, dunque, si è definito un ragazzo di 76 anni, per poi raccontare una metafora sotto forma di favola a grande platea d'intervenuti che ha avuto per oggetto l'enorme ricchezza del compensatorio serrese richiamando tutti all’unità senza divisioni politiche. «Serra - ha detto - è tesoro di tutti è un braccio serve all'altro, basta piangersi addosso». Il Presidente del Tribunale di Vibo Valentia, Alberto Filardo, ha ringraziato il commissario Raimondo per quello che sta facendo per Serra e ha dato un "in bocca a lupo" ai tre aspiranti sindaco delle prossime comunali. «Il mistero del leggere un'opera letteraria – ha detto - è il piacere di acquisirla e farla propria. Mastro Bruno non aveva nessuna tecnica, dettava le proprie opere alla figlia che poi le trascriveva. È riuscito a scrivere quello che ha vissuto grazie al suo patrimonio genetico e al fervido ambiente culturale della Serra di quel tempo». L'emittente radiofonica locale Radio Serra 98 ha trasmesso direttamente da palazzo Chimirri l’intera manifestazione.