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I migranti e le nostre colpe: l’altra faccia della verità

  • Written by Elisabetta Bruna Zaffino
  • Published in Diorama
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Da troppi giorni l’argomento predominante tanto nei luoghi di aggregazione quanto sui social network sembra essere il medesimo, “padroni indiscussi”, loro malgrado, dello scenario mediatico quotidiano: “li nigari”. Immigrato sì o immigrato no. E’ la tematica che accende i dibattiti tra i disinformati di ogni età e ceto sociale; c’è sempre una parola da spendere o per meglio dire un commento gratuito da servire, soprattutto per l’ascoltatore involontario di turno. E allora pensiero dopo pensiero si dipinge una pseudo-realtà nella quale il destino economico dei consociati sembrerebbe dipendere dalla normativa sull’immigrazione. E’ vero, la nostra demografia - meno nascite e più invecchiamento - è armonizzata da quest’esercito di potenziali lavoratori e contribuenti di riserva che però, come molti italiani, rimangono inoccupati. Ma a parte il potenziale beneficio economico-sociale, la realtà artefatta dai mezzi di comunicazione sembra quella descritta nelle pagine di 1984 di G. Orwell. Vengono accantonati i vecchi quesiti mentre la parola d’ordine della politica e della stampa è focalizzare l’attenzione sul problema degli immigrati. “Dov’è finito il nostro lavoro? Abitavamo in belle case, perché le hanno date agli eritrei? E soprattutto perché lo Stato passa ai migranti 30 euro al giorno?”. Sono soltanto alcune delle domande che una politica falsa e cialtrona suggerisce a quanti devono fare i conti con i bisogni giornalieri. Individuare il politico di turno e addossargli la colpa tuttavia non basta, perchè siamo affetti da un immobilismo cronico che, insieme alla disinformazione/informazione a senso unico, è il responsabile della mala sorte dello Stivale. Dei veleni nell’acqua che ogni giorno utilizziamo non se ne parla più; l’eternit sulle nostre teste non è più un problema; le baby prostitute sono solo delle povere ragazze che si guadagnano il pane da nude; la malavita organizzata ha seppellito le coppole e le lupare non “cantano” più; il clientelismo e il malaffare sono scomparsi grazie alle “efficaci leggi dello Stato”. Ora è meglio dibattere sui migranti, la colpa se va tutto male o tutto bene, è sempre la loro. La colpa degli altri.

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